Lo confesso,  sono molto scettico sul fatto che si possa davvero evitare evitare una guerra mondiale o meglio la fase più acuta e nucleare di un conflitto già atto: il problema insolubile infatti è quella della deterrenza come mi è capitato di accennare nei giorni scorsi con un post sulla  trappola di Netanyahu. E per spiegarmi rubo le parole a un membro del gabinetto di guerra  israeliano: “Questo è il punto più importante: la nostra deterrenza, Il Medio oriente deve capire che chiunque danneggi Israele come ha fatto Hamas, paga un prezzo sproporzionato. Non c’è altro modo per sopravvivere nella nostra area se non esigere questo prezzo adesso, perché molti occhi sono puntati su di noi”. In poche poche parole fino a che tutti penseranno che Israele è invincibile allora potremo fare ciò che vogliamo senza paura di trovarci di fronte una resistenza importante. Ma in effetti in questo caso l’invincibilità  di Israele e la stessa efficienza della  sua macchina militare si sono rivelate un mito e dunque Tel Aviv ha solo un modo per riaffermare la sua egemonia nell’area, ovvero la strage, la diffusione dell’orrore che dovrebbe trasformarsi in terrore.

Naturalmente sono calcoli sbagliati perché lo stragismo  oltre ad essere poco convincente sul lato interno, su quello esterno aumenterebbe la determinazione dei nemici soprattutto vedendo che poche migliaia di uomini di Hamas sono riusciti quanto meno a mettere in mostra le debolezze di Israele che dopo un breve scontro deve chiedere aiuto all’occidente. Ma anche se così non fosse è evidente che su queste basi non può essere fondata alcuna pace duratura, specie se poi si intende cancellare l’esistenza stessa della Palestina come Netanyahu e i suoi vogliono fare per motivi escatologici riguardo alla terra di Israele . In effetti  ci sono segnali che questa insurrezione nella sfera araba è diversa da quelle a cui siamo abituati e assomiglia di più alla rivolta araba del 1916 che rovesciò l’Impero Ottomano. Essa sta assumendo un netto “vantaggio” poiché sia ​​le autorità religiose sciite che quelle sunnite affermano che il dovere dei musulmani è di stare dalla parte dei palestinesi. In altre parole, man mano che il sistema politico israeliano sta arrivando all’estremo, lo stato d’animo islamico sta diventando a sua volta più deciso a impedire che la Palestina scompaia. La rabbia che attraversa la regione è reale e minaccia i leader arabi “moderati”, il cui margine di manovra è ormai circoscritto

Ma la stessa cosa è accaduto in Ucraina, dove la Russia ha fatto a pezzi l’invincibilità della Nato e appunto ne ha distrutto la deterrenza  e questo sta  mettendo l’America di fronte a una scelta: o riconoscere che non ha più la forza per poter essere l’egemone planetario e arrendersi all’esistenza di un mondo multipolare , oppure andare fino in fondo anche a costo di autodistruggersi. Il fatto è che esattamente come accade per Israele  che si trova in un punto zero dove ogni iniziativa, salvo la pace, può essere perniciosa, anche gli Usa nel tentativo di riprendersi la loro deterrenza finiranno invece per consumala ancora di più.  Purtroppo chi deve prendere la decisione è il sinedrio globalista incistato nel Nord America che agisce dietro la maschera di Biden: esso deriva il suo potere proprio dalla capacità di egemonia degli Usa e del dollaro senza i quali  le rendite di posizione che si sono cominciate a creare un secolo e mezzo fa, sarebbero ben presto perdute.

Dunque è difficile che mollino nonostante la sempre più chiara sconfitta della loro aggressione e la figuraccia fatta nei confronti del resto del pianeta: non possono sopportarlo e alla fine preferiranno sacrificarsi assieme ai filistei.