Nonostante la soffocante cappa narrativa, in occidente sta diventando sempre più chiaro e a sempre più persone che qualcosa è andato terribilmente storto nel progetto Ucraina e che tutte le aspettative sono risultate grossolanamente sbagliate: l’economia russa non era un castello di carte come previsto, le armi russe non erano inferiori come previsto, i soldati e i comandanti russi non erano per nulla inetti come previsto e la tecnologia russa non era inferiore come previsto. Anzi per certi aspetti russi sembrano essere superiori all’occidente. Le loro armi sono efficaci e in molti casi tecnologicamente superiori, come chiaramente dimostrato dai missili ipersonici, sistemi SAM e sistemi di guerra elettronica. La loro economia sembra essere sorprendentemente avanzata e diversificata e basata sulla creazione di ricchezza reale piuttosto che sulla finanziarizzazione e sul debito come quella occidentale. Anche il loro pensiero strategico e tattico sembra funzionare, mentre quello occidentale chiaramente no.
L’intero pasticcio dal quale non si riesce più ad uscire è spesso spiegato come risultato di un errore di calcolo da parte delle élite occidentali: hanno sottovalutato la Russia e sopravvalutato l’Occidente, ma le cose si stanno rivelando peggiori rispetto ad un abbaglio che comunque è così grave da aver coinvolto tutti i poteri visibili dei Paesi Nato e quelli invisibili che stanno dietro di loro. Infatti la situazione sta diventando estremamente umiliante e il resto del mondo scuote la testa o semplicemente ride dell’occidente e dei suoi politici e diplomatici incompetenti per non parlare delle sue popolazioni impazzite che credono ad ogni parola d’ordine anche quella più visibilmente falsa ed esprimono sempre più chiaramente la paura della libertà e l’attaccamento alla cuccia del conformismo. .
Ma il degrado dell’occidente è molto più vasto della sola situazione ucraina e si rivela in quasi tutti gli ambiti: non esiste più una diplomazia degna di questo nome, non si riescono più a gestire le città, i progetti high-tech falliscono quasi di regola, le infrastrutture e le economie si stanno sgretolando, tutte le politiche pubbliche sembrano avere come obiettivo finale un suicidio di civiltà. Anche i meccanismi di controllo occidentale sul resto del mondo stanno perdendo efficacia a vista d’occhio: il dollaro è ormai sospetto per molti, le rivoluzioni colorate falliscono e le sanzioni sono molto meno efficaci di quanto si pensi mentre minacce e interventi militari cominciano ad avere minore efficacia. Qualsiasi persona di buon senso sentendo parlare i leader dell’occidente non può fare a meno di chiedersi se stiano mentendo o siano talmente idioti da credere in quello che dicono. In effetti si potrebbe sostenere che entrambe le cose sono vere: costoro sono consapevoli di recitare un copione, ma nello stesso tempo non sembrano avere gli strumenti per vedere le cose in modo diverso.
Siamo di fronte all’incompetenza sistemica che è una creazione del neoliberismo senza più freni, delle logiche ossessivamente privatistiche, dell’annullamento di ogni capacità di controllo pubblico ( come abbiamo potuto constatare nella pandemia), della disuguaglianza portata all’estremo limite e infine del degrado della scuola di ogni ordine e grado intesa oramai come addestramento e non come acquisizione di cultura e dunque di capacità critica. Proprio questo ha generato la pessima allocazione di quello che potremmo chiamare il capitale umano . La competenza può essere infatti specifica e si può definire come la capacità di svolgere un certo lavoro, ma esiste anche una competenza generale che indica una capacità di inserire la propria vita e la propria attività in una serie di legami e di coordinate mobili e dal punto di vista del lavoro richiede la capacità di essere adattivi ed essere in grado di trasferire le competenze tra diversi tipi di lavoro. Ciò vale anche per i saperi in un campo applicati a un settore completamente diverso, come per esempio l’applicazione della psicologia all’economia o dell’astrofisica alla scienza del clima. Insomma è dalla competenza generale che nascono le visioni, le idee, la capacità di previsione e di pianificazione, non da quelle specifiche che sono poi state portate ad uno specialismo assurdo, imposto della barbarie americana. Basta spulciare negli elenchi dei “diplomi universitari più inutili” per rendersi conto che in realtà si tratta di certificare un’istruzione universitaria per gente ideologicamente affine alla società della disuguaglianza e del nulla culturale e farli migrare verso l’alto, per così dire. Questo naturalmente mentre in contemporanea si celebrano i fasti del “merito” che è del tutto scomparso. E’ in sostanza l’applicazione del “sistema Bologna” che ha il preciso scopo di diluire l’istruzione negli Stati membri della Ue e anche quelli al di là dell’Atlantico: implementare certificazioni piuttosto che diplomi reali e riempire le società europee di “esperti” scarsamente istruiti, di pessima cultura generale e così incompetenti da seguire il consenso, qualunque cosa accada. E’ davvero un incredibili destino che la prima università del mondo stia guidando o comunque presti il proprio nome alla totale distruzione di questa istituzione.
Come si potrebbe definire la competenza generale? Con la capacità di essere un minino obiettivi, visto che si scorgono anche ragioni che vanno oltre gli slogan e la capacità di giungere a conclusioni senza essere travolti e paralizzati dall’opinione generale. E’ chiaro che questo tipo di competenza sta svanendo in occidente anche perché la selezione della classe dirigente, in un ambiente ideologizzato in ogni sua manifestazione, punta proprio sulla sua mancanza per poter essere certi della fedeltà nonostante la totale assurdità delle parole d’ordine e dei diktat imposti. E’ fin troppo chiaro che in questa situazione l’occidente non può che perdere terreno con una velocità impressionane senza però rendersene minimamente conto e non comprendendo come la situazione sia degradata quasi al punto di non ritorno. Quando un’azienda elettronica di Taiwan, invitata ad aprire uno stabilimento in Usa dice, di avere difficoltà a reperire in loco personale competente e di doverlo quindi “importare” dall’isola, ci si dovrebbe cominciare a domandare a che punto è la notte, mentre si finge che sia mezzogiorno.
Di fatto, in un regime di concorrenza vera (non il connubio nepotista privato/ pubblico denunciato da più commentatori), le piccole imprese, sul lungo periodo, finiscono per concentrarsi e creare oligopoli.
Se astenessero dal farlo, lascerebbero campo libero a quelle che sfrutterebbero questa astinenza per farlo comunque, ed una volta concentrate, userebbero le proprie maggiori dimensioni (economie di scala), per mettere fuori mercato quelle rimaste alle piccole dimensioni iniziali.
E’ la concorrenza stessa che crea
l’ oligopolio ed il monopolio
Il neoliberismo, non ha niente di diverso dal liberismo, e’ neo in quanto è tornato in auge (la cosa riguarda i maggiori paesi occidentali), dopo i decenni del capitalismo keinesiano, il quale si arenava sulla stagflazione degli anni 70, un fenomeno mai visto prima che vedeva la stagnazione economica convivere con una inflazione tra il 15 ed il 20 percento( difficile concepire una stagnazione economica, nessuno può spendere, ei i prezzi salgono invece di regredire)
Il vate del nuovo liberismo
(introdotto prima dalla tatcher e poi da regan a seguire gli altri) fu Milton Friedman, che ebbe buon gioco a proporre lo smantellamento di tutti gli apparati keynesiani, e la restrizione del circolante Secondo alcuni neoliberisti si sarebbe dovuta ripristinare la convertibilità del dollaro con l’oro per limitare lo stampaggio di moneta, la vecchia idea che se lo stato non altera il naturale equilibrio monetario l’ economia di mercato corregge da se i suoi difetti
Ma questa posizione neoliberista era già stata smentita dalla crisi del 1929, dove l’ ostinazione a non immettere liquidità provocò una recessione che si risolse in parte col new deal, ma definitivamente solo con la seconda guerra mondiale
Ne il keynesismo ne il liberismo, storico o neo, hanno mostrato di funzionare, ed e per questo che il capitalismo, ha trovato la via di uscita solo nella produzione di capitale fittizio, la enorme mole di titoli di stato e ed azioni emesse dalle aziende che equivale molte volte al Pil del mondo, che rischia di cadere ancor più fragorosamente che con la crisi finanziaria del 2008.
Tale via di uscita non fu dovuta a nessun decisore politico, ma li dovremmo immaginare tanto intelligenti ? Furono le stesse corporation produttive capitalistiche a cominciare a ricomprare su larga scala le proprie azioni, così da farne alzare i corsi, quindi si aggiunsero investitori privati , e poi il popolo bue attraverso i fondi di investimento.
Il risultato fu il capitalismo finanziarizzto che non avendo una base di valore reale, deve cercarla tentando di fare cadere Putin per intromettersi nella gestione delle risorse naturali russe, come all’ epoca di Eltsin
Alzandosi i corsi azionari delle maggiori realtà produttive, esse potevano emetterne di altre per capitalizzarsi, per procacciarsi ed esibire quei profitti che nella crisi del keynesismo e del liberismo vecchio e nuovo esse non riuscivano a realizzare, si e venuto a creare così un sistema che forse in senso proprio non è più neanche capitalismo
L’ economia russa e’ reale si’ , vende le materie prime non più all’occidente ma alla Cina India, America Latina etc, ma tali nuove nazioni sono inestricabilmente connesse al sistema del capitale fittizio, non potrebbero mai consumare la massa mostruosa di merci che esportano negli Stati Uniti e non solo, volendolo fare si imbatterebbero in quella crisi da sovrapproduzione ( di capitale) che già si e appalesata con la crisi sia del keynesismo sia del liberismo vecchio e nuovo
Tendenzialmente non esiste sovrapproduzione, esistono salari bassi, che Non permettono un livello ottimale di consumi e benessere, esiste disoccupazione, sotto occupazione, scarsità di professionalità in determinati ambiti ( vedi quello sanitario…).
Non sempre e ‘ sottoconsumo, la crisi di sovrapproduzione si e manifestata a fine anni 70 quando i salari erano molto alti Sovrapproduzione anche di capitale, che non si sapeva come continuare a valorizzare con un adeguato tasso di profitto
@Anonimo
6 Agosto 2023 alle 20:01
E la Cina e l’India che livello di salari e consumi avevano ai tempi ?
Cina e India etc avevano a fine anni 70, ed hanno ancora oggi, una gran massa di popolazione esclusa dai consumi, ma e gente povera, non e’ domanda solvibile, non e’ domanda per le merci capitalistiche.
Per poter spendere, tali masse dovrebbero prima produrre qualcosa per avere reddito, ma ciò aggraverebbe la sovrapproduzione.
Dagli anni 70 la crisi capitalistica e’ crisi di sovrapproduzione assoluta (per gi enormi livelli di produttività), i capitali che non possono essere impiegati nella produzione dovevano per forza finire nella finanziarizzazione, l’ unica e andare oltre il capitalismo
Era Rosa Luxembourg, che diceva, che il Capitalismo, in fin dei conti si sarebbe involuto in una cancrena imperialista e guerrafondaia …
L’oligopolio è considerato una distorsione-devianza nella teoria liberista della concorrenza perfetta …
Si può leggere:
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_fine_del_reddito_di_cittadinanza_il_ceto_dominante_esulta/39602_50519/
Il problema non è il “liberismo”. Non c’è mai stato nessun reale liberismo in occidente, ma un pericoloso connubio pubblico privato a vantaggio di poche grandi entità e a danno di tutte le altre iniziative private indipendenti, che fa tabula rasa della concorrenza (il capo saldo di ogni sistema liberista), con tasse e ostruzionismo burocratico da un lato e milioni di fondi pubblici a pochi gruppi d’interesse dall’altro.
Oligarchia-oligopolio para mafioso e para fascista politiKante della classe dominate itaGliana ( e non solo…) …
Mi pare che l’ autore parlasse di neo-liberismo che è cosa diversa dal liberismo e che è presente sì in Europa e sta avanzando a tutta velocità ( privatizzazione ormai completata della sanità, per esempio…) .
Verissimo, occorre distinguere tra liberismo e neoliberismo, sono cose simili, ma una è cioccolata, l’altra è…
Come confondere cantanti melodici con neomelodici, come accomunare Entico Caruso con Gigi D’Alessio…
Privatizzare, Non è liberalizzare…
Semplicemente posso regalare un proficuo business istituzionale pubblico ad un oligopolio di compari del politiKante legislatore, Nessuna concorrenza e Nessun abbassamento dei prezzi-tariffe, cartello oligopista con relative rendite ( anti concorrenziali…), privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite.
E.C.
… cartello oligopOLista …
@Demetrio
Liberismo e neo liberismo predicano a Vanvera di concorrenza, magari perfetta ( ai beoti che ci credono, o fanno finta di crederci….), che in buona sostanza non esiste, come non esiste il liberismo fondato sulla concorrenza, esiste il Capitalismo :
Lo sfruttamento di ogni risorsa anche con la violenza, perpetrato da Corporation od oligopolio di notevole entità, a danno dei popoli e dei lavoratori.
Se esistesse il liberismo, gli anglosassoni Non avrebbero bombardato la Libia ed i gasdotti North Stream 1 e 2, per impedire che l’industria italiana e tedesca fisse concorrenziale con quella anglosassone e francese…
Se esistesse il liberismo, Non esisterebbe un moneta per gli scambi internazionali, imposta con la violenza militare, ma esiterebbero più monete in concorrenza fra loro, con la prevalenza di quella che liberamente ( e Non su costrizione Militare…), si dimostra più “commerciabile” ( che rappresenta il maggior valore in termini di beni e servizi, esclusi gli strumenti Militari, che Non contribuiscono al benessere sociale diffuso …).
Beh, in effetti è il caso di precisare che il liberismo è, più che altro, un costrutto teorico.
Come la democrazia stessa del resto…
Il liberismo è una TEORIA (da Dimostrare …) economica che fa parte del Sistema economico Capitalista, verificabile quest’ultimo quotidianamente e diffusamente, in particolare nei danni od esternalità Negative che produce.
Il capitalismo è come una cancrena ( che si manifesta sotto forma di imperialismo guerrafondaio …), Che porta verso le guerre imperialiste …
Vedi le guerre dei paesi capitalisti-imperialisti della NATO ad esempio …
Teorie liberiste :
Tra il dire ed il fare, c’è di mezzo il mare !
Già ai suoi tempi Keynes aveva Ampiamente dimostrato, che le teorie Liberiste erano Fallaci.
Il punto è che ci si ostina a parlare di “liberismo” e “Neo-liberismo” per riferirsi a un sistema che non ha nulla a che fare con la dottrina liberista che si fonda su principi base libertari e meritocratici. Il sistema attuale è fortemente antiliberista, e continua a diveltarlo sempre di più estendendo i tentacoli del controllo a ogni minimo aspetto sia dell’economia che della vita sociale e che vorrebbero vendere come “liberista” appioppandosi una falsa etichetta che risuona positivamente in contrasto con le oligarchie dittatoriali quando in realtà siamo sotto un sistema oligarchico su scala globale guidato da una manciata di pochi plutocrati che decidono quanto e come allungare un po’ il guinzaglio alla plebe con il sostegno di vari livelli di sottoposti e lacchè.