Nei giorni scorsi mi sono occupato dello stato comatoso del Vaticano e del cattolicesimo romano che diventa concreto e in qualche modo drammatico con la scomparsa  di Benedetto XVI° e manco a farlo apposta un intelligente analista e blogger russo, Dimitri Orlov,  mi ha ispirato nel fare  un collegamento tra questo declino e quello dell’intero occidente che si manifesta alle porte della Russia. Egli osserva con acutezza che la dicotomia tra la Russia e il resto dell’Europa si verifica in modo formale nel 1252, quando Alexandr Nevsky accettò un documento ufficiale, chiamato yarlyk, da Khan Batyj dell’Orda d’oro (parte dell’Impero mongolo), che gli permetteva di regnare come Gran Principe di Kiev (e quindi sovrano di tutta la Russia), piuttosto che chiedere una benedizione al Papa a Roma, come era richiesto a tutti i re occidentali. Chi conosce le vicende della lotta per le investiture che si protrasse lungo tutto il medioevo sa come fosse importante, anzi vitale  la benedizione della Chiesa per i sovrani dell’occidente, come del resto era quasi ovvio in un sistema che vedeva la legittimità del potere discendere direttamente da Dio. Fino alle soglie della scoperta dell’ America ( che secoli dopo avrebbe secolarizzato il mondo sotto il suo potere) ma anche dopo era difficile regnare da scomunicati o comunque contro il papa,  cosa che può essere sintetizzata dalla famosa frase” Parigi val bene una messa”. Tutto questo non ha toccato la Russia la cui esistenza ed in seguito espansione deriva dal non aver scelto compromessi con l’ortodossia, da trattati con i potenti vicini orientali e non da particolari investiture papali e religiose . Certo col tempo queste differenze si sono stemperate, ma rimane l’impressione che la Russia non faccia parte del club europeo

L’accordo di .Nevsky con i mongoli arriva due anni dopo la morte di Federico II di Svevia il cui intendimento non confessato e mai  raggiunto era quello di porre fine alle crociate per trovare un accordo con il mondo mussulmano e in pratica  con i turchi, un’etnia vicina a quella mongola che stava investendo la penisola anatolica e che avrebbe determinato la caduta finale di Bisanzio . Non riuscì nel suo proposito  anche per la feroce opposizione che trovò e che gli costò anche una scomunica. Il problema era che l’Europa aveva vissuto a lungo con la nostalgia dell’impero universale di Roma e con la mania franco tedesca di ristabilire l’antico ordine senza tuttavia comprenderlo. Federico era invece nato in Italia  nel pieno del mediterraneo e sebbene abbia retto a lungo il Sacro romano impero non era tipo da crociate, nemmeno tutto sommato di quelle del Nord che riguardarono le aree slave e baltiche dove ancora si praticavano religioni pagane oppure dove dominava il rito ortodosso, In questi due personaggi e nella loro storia divergente , nel successo dell’uno e nel fallimento dell’altro,  si potrebbe sintetizzare la differenza tra la Russia e il resto dell’Europa. Anzi già prima di Nevsky papa Onorio III si occupò del proseguimento delle guerre tra la Finlandia e la Repubblica di Novgorod, una dei più importanti stati medioevali russi, incorporato poi dal Granducato di Mosca.. ll pontefice  autorizzò il vescovo di Finlandia a stabilire un embargo commerciale contro i “barbari” che minacciavano il cristianesimo in Finlandia, qualcosa che vediamo accadere anche oggi che la Russia sta attivamente contestando sul campo la pretesa occidentale di essere l’impero planetario. I tentativi di smantellare la Chiesa ortodossa a est, in particolare a Pskov e Novgorod, incoraggiati caldamente da Gregorio IX, raggiunsero il culmine nel 1240. In quell’anno, ebbe inizio un piano militare noto come campagna livoniana in Rus’.  Dopo due anni di lotta, nel 1242, lo scontro culminò nella celebre battaglia del lago ghiacciato sul Peipus, dove gli occidentali, polacchi, danesi,  svedesi e baltici guidati dai cavalieri teutonici furono duramente sconfitti da Alexandr Nevsky il quale si servì dell’intervento degli arcieri a cavallo mongoli per respingere la cavalleria nemica e costringerla a ritirarsi nei luoghi dove il ghiaccio era più sottile e tendeva a rompersi  sotto il peso delle pesanti armature. Dodici anni dopo la sua ‘alleanza con l’orda d’oro pose fine per il momento ai tentativi di assalto da occidente. Da notare in tutto questo che la religione ortodossa veniva perseguitata a nord, mentre al sud con le crociate che conosciamo più direttamente  si cercava di salvarla dall’Islam o quanto meno questo faceva parte dei pretesti ufficiali a dimostrazione che l’occidente non si è mai dato regole, ma ha solo cercato di imporle agli altri.

Solo dopo molti anni, dopo di  fronte alla crescente potenza russa  nel 1700 ci provarono seriamente sia i prussiani che ci guadagnarono una breve occupazione di Berlino e soprattutto gli svedesi, che collezionano sconfitte su sconfitte e persero anche la grande guerra del nord. Poi nell’ottocento fu la volta di Napoleone con la sua grande armata formata da 1 milione e duecentomila uomini provenienti da tutto l’occidente. Nel secolo successivo ci furono prima gli assalti contro l’Unione sovietica in via di formazione, poi il tentativo di Hitler, del fascismo italiano e dei corpi di volontari provenienti da tutta Europa, tentativo peraltro supportato almeno nella prima fase dall’anglosfera in un ambiguo gioco delle parti e delle alleanze. Adesso è la volta diretta degli Usa nascosti sotto le spoglie dell’Ucraina, ancora una volta accompagnata dalle sanzioni che pure il Papocchio attuale approva dalla milonga di san Pietro anche se in questo caso come un prigioniero legato al carro del potere Usa. In realtà quest’ultimo assalto era stato preparato da tempo e doveva svolgersi su molti fronti: l’oscura vicenda dell’11 settembre doveva fornire il pretesto per penetrare nell’Asia centrale attraverso l’Afghanistan, il pazzo presidente georgiano Saakashvili che finì per rovinare. tutto doveva fornire la base per investire il Caucaso, poi il cattivo raccolto di grano in Russia nel 2010 e dunque le difficoltà alimentari dalla Siria al Nordafrica hanno fornito la scusa per impadronirsi di questa fetta di mondo, anche se poi in Siria è andata malissimo  e infine la rivoluzione colorata in Ucraina era stata preparata per fare da fronte principale. In questo piano figurava probabilmente ( ma è un  avverbio eufemistico) anche un colpo di stato in Turchia in realtà sventato dai servizi segreti russi. Come sappiamo molti di questi piani, alcuni dei quali non ho nemmeno citato per brevità sono completamente o parzialmente falliti e tuttavia la crociata antirussa, preparata da un controllo di popolazione e scasso delle libertà costituzionali per imbrigliare eventuali opposizioni,  è stata egualmente lanciata prima che le economie di carta costruite nell’anglosfera entrassero in crisi per logica propria .

Ma si può già intravedere il risultato disastroso di questa ultima crociata: comunque vadano le cose gli Usa non sono riusciti a fare ciò che era vitale per i loro interessi ossia fare in modo di poter affrontare la Russia e la Cina separatamente. Sono invece riusciti a creare un fronte unico così vasto da poter anche controbattere con successo la potenza dell’economia finanziaria occidentale. Le sanzioni come è accaduto ottocento anni fa non sono servite e non diversamente dai tempi di Nevsky  la Russia ha  le spalle coperte in Asia da un altro potente impero. C’è un lago ghiacciato simbolico che attende l’occidente e ancor più l’Europa che insegue i fantasmi dell’antica potenza fino al proprio suicidio.