Questa notizia non la troverete nel mainstream perché essa è proibita dai padroni del medesimo: oltre 1.100 scienziati del clima di tutto il mondo, guidati dal premio Nobel per la fisica Ivar Giaever hanno firmato un documento in cui viene decostruita la pseudo emergenza climatica e si afferma che la scienza è degenerata in una discussione basata su credenze, e su modelli astratti non su solide evidenze. Insisto sulla questione climatica perché sono convinto che sarà essa a diventare la narrazione centrale dell’oligarchia permettendo di rendere accettabili e anzi virtuosi tutti i sacrifici e gli scassi sociali. l’impoverimento e la carenza che sono invece parte di una funesta “visione” portata vanti dal capitalismo finanziario. Cominciano perciò col dire che 1100 scienziati e ricercatori del settore sono un numero enorme vista la difficoltà nel mondo accademico di raccogliere sovvenzioni per qualsiasi ricerca sul clima che si discosti dall’ortodossia politica: siamo di fronte alle stesse cose denunciate durante la pandemia, anche se ovviamente più limitate perché a nessuno viene imposto un vaccino contro il riscaldamento globale- tuttavia l’intreccio fra università, riviste di settore, investimenti privati di fatto privilegia o spinge una tesi sulle altre a causa della sua convenienza economico – politica. E’ sempre stato sempre così, ma fino a che gli interessi erano contrastanti e contrapposti con forze più o meno uguali, c’era uno spazio di libertà per la ricerca, ma da quando tutto è concentrato in pochissime mani le cose sono cambiare radicalmente , esattamente come è successo per i media.
Ciò che il documento mette in rielevo è che i “modelli” climatici sui quali si basa l’ipotesi del riscaldamento globale in fase catastrofica dipendono completamente da ciò che in questi modelli è stato inserito, ipotesi, congetture, vincoli e perché no, anche suggestioni. Credere al risultato di un modello climatico significa in sostanza credere a ciò che i modellisti hanno inserito, ovvero a ciò che essi credono. Ci dobbiamo dunque liberare dall’ingenua fede modelli climatici immaturi e In futuro, la ricerca sul clima dovrà dare maggiore enfasi alla scienza empirica.
E ora lascio spazio al documento che ha un titolo semplice e inequivocabile: “Questa non è un’emergenza climatica” :
Fattori naturali e antropici causano il riscaldamento
L’archivio geologico rivela che il clima della Terra è variato da quando esiste il pianeta, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa di recente, nel 1850. Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.
Il riscaldamento è molto più lento del previsto
Il mondo si è riscaldato significativamente meno di quanto previsto dall’IPCC (l’agenzia dell’Onu, gestita con fondi privati, che detta legge esattamente come fa l’Oms ndr) sulla base della forzatura antropogenica modellata. Il divario tra il mondo reale e il mondo modellato ci dice che siamo lontani dal comprendere il cambiamento climatico.
La politica climatica si basa su modelli inadeguati
I modelli climatici presentano molte carenze e non sono nemmeno lontanamente plausibili come strumenti politici globali. Esaltano l’effetto dei gas serra come la Co2 . Inoltre, ignorano il fatto che arricchire l’atmosfera con Co2 è benefico.
La Co2 è il cibo vegetale, la base di tutta la vita sulla Terra
La Co2 non è un inquinante. È essenziale per tutta la vita sulla Terra. La fotosintesi è una benedizione. Una maggiore quantità di Co2 è benefica per la natura, rendendo più verde la Terra: una maggiore quantità di Co2 nell’aria ha promosso la crescita della biomassa vegetale globale. È anche un bene per l’agricoltura, aumentando i raccolti dei raccolti in tutto il mondo.
Il riscaldamento globale non ha aumentato i disastri naturali
Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale intensifichi uragani, inondazioni, siccità e simili disastri naturali, o li renda più frequenti. Tuttavia, vi sono ampie prove del fatto che le misure di mitigazione della Co2 siano tanto dannose quanto costose.
La politica climatica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche
Non c’è emergenza climatica. Pertanto, non c’è motivo di panico e allarme. Ci opponiamo fermamente alla politica dannosa e irrealistica di zero emissioni nette di Co2 proposta per il 2050. Se emergeranno approcci migliori, e sicuramente lo faranno, avremo tutto il tempo per riflettere e riadattarci. L’obiettivo della politica globale dovrebbe essere “prosperità per tutti” fornendo energia affidabile ea prezzi accessibili in ogni momento. In una società prospera uomini e donne sono ben istruiti, i tassi di natalità sono bassi e le persone hanno a cuore il proprio ambiente.
Certo è sconcertante che si viva dentro un’emergenza ambientale per l’inquinamento della terra e degli oceani che mette in pericolo una grande parte della vita da cui dipendiamo, ma che invece di affrontare questi problemi evidenti ci si perda dietro a catastrofismi non molto più seri degli annunci della fine del mondo.
porkerie Naziste dall’ uKraina, alla faccia del Pseudo riscaldamento globale …
https://visionetv.it/centrale-nucleare-di-zaporizhzhia-la-battaglia-mortale-e-il-fall-out-non-e-lunica-posta-in-gioco/
MAH …
https://twitter.com/DottFrasier/status/1560731845909778432
Musica :
Buongiorno, io il sabato lavoro e voi no. Quindi, perche’ mai non dovrei prendervi per dei boccaloni? Difatti, ho aspettato un giorno per vedere se nessuno di voi si fosse accorto che…
– Augustinus Johannes “Guus” Berkhout (nato nel 1940) è un ingegnere olandese che ha lavorato per l’industria petrolifera e del gas e come professore.
Berkhout ha iniziato la sua carriera lavorando per Shell. Tra il 1976 e il 2007 è stato professore di acustica, geofisica e gestione dell’innovazione presso la Delft University of Technology. Dal 2000 al 2002 è stato presidente di una commissione che si occupava delle norme solide previste all’aeroporto di Amsterdam Schiphol, da cui si è dimesso dopo aver ritenuto che l’indipendenza della commissione fosse minata dal Ministero dei trasporti e della gestione delle acque. Nel 2019, Berkhout ha co-fondato l’organizzazione scettica sul clima Climate Intelligence Foundation (CLINTEL).
Nel 1964 Berkhout iniziò a lavorare per la Royal Dutch Shell. Nel 1976 tornò alla Delft University of Technology e divenne professore di imaging acustico e controllo del suono.[4] Nel 1987 divenne anche professore di geofisica.[1] Nel 1998 è entrato a far parte del consiglio dell’università, si è dimesso nel 2001, prima della fine del suo mandato, a causa di divergenze con altri membri del consiglio nella visione del futuro dell’università.[3] Nel 2001 è diventato professore di gestione dell’innovazione e si è ritirato dall’università nel 2007.[1] Berkhout si è pronunciato contro l’aumento dei processi burocratici nelle università.[5]
Durante la sua permanenza all’Università di Delft, Berkhout è stato il fondatore e direttore scientifico del Delphi Consortium, che fa ricerca sismica per un consorzio di compagnie petrolifere e del gas.
OVVERO: TOTALMENTE INCOMPETENTE, LEGATO ALLE LOBBY DEI COMPBUSTIBILI FOSSILI E QUINDI, SEGUENDO I METODI COSPIRATORII A VOI CHIARI, FIGLIO DI SOROS, BIDEN E GATES MESSI ASSIEME
– Marcel Crok, partito che laureato in chimica e poi passato a fare il giornalista divulgativo “freelance”. Ha fatto parlare di se’ per l’indagine ideata e proposta ed attuata su quell famosa rappresentazione (leggi: risultato di misurazioni) detta “la mazza da hockey” tirata fuori da Mann del IPCC nel 1998, aggiustata l’anno appresso e finalmente riaggiornata l’anno scorso, 2021. Per quanto la beceraggine di dire: “Eh! Ma nell’anno Tizio e nell’anno Caio vedi che calure!” sia comprensibile, la cosa che conta e’ che le misurazioni confermano tutte, ma proprio tutte, quando vengono portate avanti con i metodi ed il rigore che provvede di credibilita’ le informazioni ed esse pertinenti, insomma tuttisssime, questo:
https://www.eea.europa.eu/ims/global-and-european-temperatures
Insomma, e’ davvero da pazzi o da illusi affidarsi ad altre rappresentazioni, soprattutto quando queste sono prodotte in maniera sbagliata e con metodi opachi, tipo Battaglia/Scafetta, o da personale non competente, tipo Battaglia/Scafetta. E questo non lo dice io mio pregiudizio – che esiste e mi porta qui – ma una maggioranza schiacciante degli studi.
E mai vi sia permesso dire che io ostracizzi le verifiche sperientali o strumentali, Ioannidis ci ha costruito una carriera, importantissima per la veridicita’ del metodo scientifico, prima di finirne vittima insieme a Vinay Prasad. Elisabeth Bik e Leonid Schneider lo fanno ogni giorno, mostrando le frodi (immagini copiate da altri lavori, immagine falsate, risultati falsati, pressioni dei professoroni per attribuire agli assistenti – che devono stare zitti senno’ fuori e addio alla carriera – le proprie falsita’). E purtroppo, per motivi legati alla industria delle pubblicazioni e all’industria del potere accademico, con pochissimi risultati. Questo e’ un esempio di quando la caccia alla frode ha funzionato:
https://www.mdpi.com/1999-4915/13/10/2056 Ovviamente, Blondet(t) esibiva tale studio come roro colato e non ha assolutamente aggiornato le proprie pagine. Devo ritervi perche’? Ve lo meritate: Blondet(t) e’ fraudolento, un lucratore che parla di “gender”, di “agenda mondiale”… insomma, un Fesso. Alberto Capece Minutolo se ne sbatte del vero, o della onesta’. Prima aveva qualcosa da dire, mo’ cerca di far soldi colle bugie per quelli come voi.
Quindi, con che diritto vi abeverate al nome di Ivar Giaever? Non sapete nulla di ‘sto tizio, non sapete che prende soldi dall’Heartland Institute, che per voi dovrebbe essere zolfo liquido secreto dai Poter Forti. Heartland Institute e’ finanziato dalla Exxon e dai fratelli Koch. ‘Cazzo volete di piu’ per raderlo al suolo. Poteri Forti? La’, guarda, la’…
Per scolpire nel titanio la prostituzione di Alberto Capece Minutolo, vi basti pensare che – e non ho nemmeno controllato ma potete farlo voi – come gia’ successo infinite volte, nella lista dei cosiddetti 1100 “scienziati” non troverete nessun climatologo. Molti dentisti, diplomati Scuola RadioElettra, professori di contabilita, giardinieri… Ripeto: nessuno. Ripeto: Scafetta/Battaglia non sono climatologi, Seneff non e’ una climatologa, Berkhout non e’ un climatologo.
É proprio vero …
https://twitter.com/ZioKlint/status/1560688055585067016
É proprio vero …
https://twitter.com/ZioKlint/status/1560688055585067016
coinciden$$e …
https://twitter.com/ZioKlint/status/1560688055585067016
Ma va’ ?
https://twitter.com/Potemkin959/status/1560234281800278019
E c’è chi Ancora invia armi alluKraina filo nazista…
https://infosannio.com/2022/08/19/zaporizhzhia-putin-a-macron-rischio-catastrofe-nucleare/#comments
La ragione – l’unica che non contempli il sufismo di Rene’ Guenon e il conto bancario del Mago Otelma – per la quale il lavoro di Lennart e’ stato bocciato, due volte, e’ scritta qui:
“The referee’s report says that the paper “does not make any significant attempt at explaining or understanding the differences [in the data from the various reports], it rather puts out a very simplistic negative message giving at least the implicit impression of ‘errors’ being made within and between these assessments, e.g. by emphasising the overlap of authors on two of the three studies. What a paper with this message should have done instead is recognising and explaining a series of ‘reasons’ and ’causes’ for the differences.” Se gugol ve lo traduce, qui un racconto della storia:
https://www.theguardian.com/environment/2014/may/16/rejected-climate-science-paper-environmental-research-letters (The Guardian, neh, mica ByoBlu).
Ha poi firmato per la Global Warming Policy Foundation – un gruppo lobbistico composto principalmente da economisti, se ne avete sentito parlare (cio’ di cui dubito), dall’anno scorso Net Zero Watch – e poi nel 2014 se ne e’ andato pure da li’. Dopo due settimane. Che sia stato intimidito e’ puglia per lo strame delle vostre intelligenze. Assai piu’ probabile che dopo aver firmato sul registro di noti fregnacciari la cerchia di colleghi, o ex, amici, insomma, l’abbiano spuzzato assai, tipo ignorarlo in pubblico. Oppure: “The short take on this is that Prof. Bengtsson ran into a wall of disgust from his colleagues which took him by surprise.”
Si ,si, è vero, ecco …
https://twitter.com/intuslegens/status/1559877457674702848
Il diossido di carbonio fa bene alle piante!
La $ien$a (!), perdindirindina …
https://twitter.com/madforfree/status/1560277520704245760
MAH …
https://twitter.com/Potemkin959/status/1560520867951644672
Direi che l’effetto rinverdente della CO2 (sulle piante terrestri) è ad oggi, purtroppo, soltanto “potenziale”, siccome un’attività antropica CERTA (non un modello, ma attività economica rilevata dai satelliti), la DEFORESTAZIONE per produrre pascoli, da tempo erode e comprime i grandi polmoni verdi, prima tra tutte l’Amazonia, ma anche in Indonesia le monocolture da olio vengono impiantate dopo avere disboscato la giungla pluviale.
Un’altra cosa forse trascurata è che l’effetto della CO2 sul fitoplancton a scheletro carbonaceo potrebbe non essere positivo per niente come non lo è sul corallo. Bisognerebbe capire quanta parte del fitoplancton abbia scheletro siliceo e quanto carbonaceo.
Cmq nessuno scienziato credo abbia mai definito la CO2 inquinante, “gas serra” è un termine più appropriato, al pari del vapore acqueo.
Mah …
https://twitter.com/ilconterosso1/status/1560652145770110979
Ma fossi un pochetto prevenuto?
Si ,si, è vero, ecco …
https://twitter.com/intuslegens/status/1559877457674702848
É proprio vero …
https://twitter.com/ZioKlint/status/1560688055585067016
Era uno dei climatologi più famosi al mondo, poi ha messo in dubbio il global warming e l’hanno costretto a licenziarsi
Tre settimane fa (21.05.2014) aveva stupito il mondo della scienza annunciando il suo passaggio alla Global Warming Policy Foundation (Gwpf), think tank londinese nato per mitigare le posizioni allarmiste in tema di riscaldamento globale. La scelta di Lennart Bengtsson, climatologo svedese tra i più famosi al mondo e per anni direttore dell’Istituto di meteorologia Max Planck di Amburgo, non era affatto passata inosservata vista la caratura dello studioso, uno tra i più importanti del “warmist establishment”, per certi aspetti il più influente mai passato al fronte “negazionista”.
Ma neanche un mese dopo lo scandinavo è dovuto tornare sui suoi passi dando le dimissioni dal Gwpf, a causa delle troppe pressioni ricevute dagli ex colleghi: «Non sarei in grado di portare avanti il mio normale lavoro e sarei troppo preoccupato per la mia salute e sicurezza», spiega il climatologo ottantenne nella sua lettera di dimissioni.
«NON ME LO SAREI ASPETTATO». È una sorta di fatwa quella che gli è stata lanciata, fatta di intimidazioni professionali, colleghi che hanno ritirato il loro appoggio a progetti condivisi e studi. Lo racconta lo stesso Bengtsson, stimato fino a poche settimane fa dalla comunità scientifica di tutto il mondo per i suoi lavori pionieristici sui modelli di sviluppo per prevedere le variazioni del clima.
Ora, invece, «non vedo altra soluzione se non dimettermi» per uscire da una situazione «che mi ricorda i tempi di McCarthy: non mi sarei mai aspettato nulla di simile da una comunità tanto pacifica in origine come la meteorologia». A Londra non l’hanno presa bene: David Henderson, presidente del Gwpf, ha protestato contro «lo scioccante grado di intolleranza e il rifiuto del principio della libera ricerca scientifica».
MODELLI SCIENTIFICI E REALTÀ. Il passaggio di Bengtsson dalla parte degli “scettici” sul global warming era stato dettato da ragioni ben chiare: lui stesso, in un’intervista allo Spiegel, diceva di aver costruito la sua carriera da ricercatore su previsioni e modelli, e di essersi accorto col tempo quanto fosse diventata importante «la verifica dei risultati dei modelli, così da assicurarne la credibilità. È frustrante che gli scienziati del clima non siano capaci di validare in modo corretto le loro simulazioni. Il riscaldamento della terra è stato ben più debole dalla fine del 20esimo secolo di quanto mostrano i modelli climatici».
Sul global warming ci sono dati ancora poco chiari, per questo non serve costruire politiche nazionali basandosi su previsioni climatiche a lungo termine: «Non ha senso pensare che la nostra generazione possa risolvere i problemi del futuro, per la semplice ragione che non sappiamo quali sono i problemi del futuro. Facciamo un esperimento e andiamo indietro a maggio del 1914: proviamo, dalla prospettiva di quel momento, a elaborare un piano d’azione per i prossimi 100 anni: sarebbe assurdo».
«SOTTOPOSTO A TROPPE PRESSIONI». Quando Bengtsson decise di lavorare con il think tank londinese, il direttore Benny Peiser commentò: «La cosa più significativa è che la sua specialità sono i modelli climatologici. E i modelli al computer, come sappiamo, sono il cuore delle teorie sul global warming. [Bengtsson] è la figura più importante ad ammettere, come molti altri stanno iniziando a fare, che c’è una discrepanza crescente tra ciò che i modelli hanno predetto e ciò che i dati reali sul mondo ci dicono realmente».
Poi però è arrivato l’isolamento scientifico, l’abbandono di tanti colleghi e la marcia indietro obbligata dello stesso Bengtsson: «Sono stato sottoposto a talmente tante pressioni in questi giorni da tutto il mondo che la situazione si è fatta insopportabile».
A chi gli chiedeva negli scorsi giorni se non avesse cambiato posizione rispetto al passato, Bengtsson ha risposto negativamente sostenendo di essersi sempre considerato uno “scettico” ossia, come dovrebbe essere scontato, uno scienziato con un occhio critico, innanzitutto sul proprio lavoro.
Atteggiamento che lo ha portato a mettere in discussione i modelli di previsione del clima, che lui stesso ha contributo ad ideare, in quanto incapaci di riprodurre fedelmente l’evoluzione della temperatura. Se i modelli sono falsificati dalla realtà, ha affermato, dovremmo impegnarci per renderli migliori, non adottare politiche su ipotesi scientifiche non validate empiricamente.
Bengtsson dunque si sottrae alla logica degli schieramenti di tipo calcistico per affermare che uno scienziato deve adottare lo Scetticismo scientifico , cioè “un atteggiamento di analisi critica, guidato dal dubbio rivolto verso tutte quelle affermazioni, teorie o enunciati che pretendono di avere carattere di scientificità, ma che ancora non sono passate al vaglio rigoroso delle regole del metodo sperimentale“. Non si tratta quindi di cambiare idea ma al contrario di essere coerenti con il metodo scientifico. Questo punto è stato ribadito dallo stesso Bengtsson il 21 maggio scorso in un articolo pubblicato sul blog Uppsalainitiativet nel quale tra l’altro afferma:
Quel che c’è di più preocupante è forse l’aumentata tendenza della ricerca sul clima verso la pseudo-scienza. Ciò scaturisce dalla bias nel numero delle pubblicazioni orientate a riportare risultati che supportino una ipotesi climatica, evitando allo stesso tempo di pubblicare risultati che da questa si allontanino…
Se Karl Popper fosse ancora vivo dovremmo certamente fronteggiare delle fiere critiche a questo atteggiamento
Per dire …
https://it.wikipedia.org/wiki/Edmund_Husserl#La_riduzione_fenomenologica
EH …
https://twitter.com/Ingestibile79/status/1560325225321009154
“…ma che invece di affrontare questi problemi evidenti ci si perda dietro a catastrofismi non molto più seri degli annunci della fine del mondo.”: uomo di poca fede!
Senza offesa ( anzi, con ironia…) , GATTO, ma così come lo hai scritto, a me fa venire in mente :
Non mi offendo: ah ah ah! Resta il fatto che anche il mio commento si poteva intendere col senso del filmato.
Poi, tra il serio e il faceto, si dicono le più grandi verità alle quali l’umanità non è più assolutamente abituata: la vita non è un film e proprio Troisi l’ha sperimentato prematuramente purtroppo…
grazie sempre