Anna Lombroso per il Simplicissimus

La ministra Lamorgese ci fa sapere che i teppisti che hanno dato l’assalto indisturbati alla sede della Cgil non potevano essere fermati. Ma non per ragioni di opportunità, non perché la provocazione è, d’abitudine, se non favorita, certamente benvista allo scopo di delegittimare piazze scomode.

Macchè,  a raccomandare cautela, prudenza e tolleranza è stata la considerazione che «c’era l’evidente rischio di una reazione violenta dei sodali con degenerazione dell’ordine pubblico».

Tradotto significa che se vi presentate a una manifestazione pacifica con mazze di ferro e muso feroce, vi siete guadagnati la licenza di menar le mani, pestare gli avversari, sfasciare sedi del sindacato in un crescendo incontrastato.

Se poi avete la testa rasata, se digrignate i denti e berciate scompostamente per mettere paura, se siete tatuati con i marchi della vostra militanza, allora potete star tranquilli, le forze dell’ordine gireranno la testa dall’altra parte, dedicandosi a obiettivi meno preoccupanti.

Eh si perché se esprimete la vostra indole alla leadership in forme che rievocano il passato, potete star tranquilli alla stregua dei fascisti educati  che da sempre vi hanno mandato avanti a preparargli la strada verso il potere indiscusso, speculatori, manager bancari malfattori, amministratori infedeli, imprenditori criminali, militari bellicosi, accademici al servizio di razze superiori.

Lo fa intendere la ministra a proposito della volontaria inazione della polizia davanti a quello che ha definito il “deciso protagonismo” del leader romano Castellino, “soprattutto nell’intervento a piazza del Popolo quando ha espresso la volontà di indirizzare il corteo verso la sede della Cgil.

Per quello gli avveduti responsabili dei servizi di sicurezza hanno scelto “di non procedere coattivamente nei suoi confronti”, perché in quel contesto c’era l’evidente rischio della reazione violenta  della sua “soldataglia”.

Adesso abbiamo finalmente la risposta agli interrogativi di questi giorni, c’è una spiegazione quanto mai razionale dell’inazione della polizia quando un gruppo di qualche centinaio di persone proveniente da Piazza del Popolo ha potuto  arrivare alla sede della CGIL senza trovare ostacoli sul suo cammino, adesso possiamo anche immaginare che proprio per non gettare benzina sul fuoco, la sede del sindacato sia stata lasciata   senza neanche un paio di camionette di sorveglianza, mobilitate anche davanti  consolato della Repubblica di San Marino.

Adesso possiamo verificare perché la marcia su Roma è avvenuta proprio come ce l’ha raccontata il cinema, senza colpo ferire e non perché lo sparuto manipolo metteva una gran paura, ma perché a quelle macchiette ridicole era stata fatta strada, aperte le porte, spalancate le braccia da parte del re imbelle, dei poteri economico e finanziario, delle istituzioni tremanti in cerca di rassicuranti uomini forti che allestissero un regime.