Cose da non credere e che invece bisogna sopportare perché sono la realtà: lo Sfatto quotidiano fa un servizietto di quelli buoni e completi su You Tube sulla vicenda del licenziamenti in massa alla Whirlpool di Napoli. Tanto onore riguardo a una vicenda di lavoro lo si deve solamente al fatto che subodorando aria di rivolta, Draghi è andato a fingere un dialogo con gli operai, quegli orribili personaggi che si oppongono ai voleri di una multinazionale, nonostante la sua ricetta preferita per la ripresa e per la competitività sia licenziare. Certo non significa nulla ma lo ripete da tanti anni che nemmeno più si ricorda perché. Ad ogni modo il suo pellegrinaggio mediatico ha finalmente provocato un servizio e così in mezzo allo sventolare di bandiere il microfono viene messo davanti alla bocca dei soliti sindacalisti confederali, quelli che gli operai li vendono a tariffa, i quali non hanno fatto altro che lodare Draghi per la sua sensibilità e per l’aiuto che ha promesso, il quale aiuto consiste nella promessa di telefonare alla multinazionale per vedere di sistemare le cose.
Figurarsi, posso immaginare che Draghi dica a quelli della Whirlpool, “licenziateli tutti questi che pretendono il lavoro” , ma davvero non saprei figurarmi questo banchiere freddo e un po’, anzi un po’ tanto, meschino, che intercede per gli operai visto che egli stesso dice che bisogna tagliare i rami secchi. Io comincerei proprio da lui che è proprio un’anima morta, però in uno slancio di generosità e di fraternità ha già concesso il massimo, ovvero 13 settimane di cassa integrazione a carico interamente dello stato: fatevi l’estate prima del massacro ed evitate di increspare l’acqua paludosa del Paese. Ma la cosa davvero sorprendente, metafisica, infame che ha detto uno di questi “sindacalisti” abusivi è che Draghi dovrebbe fermare la Whirlpool con lo stesso piglio e nelle stesso modo con cui ha “fermato le multinazionali del farmaco“. Ah si.. e quando? E come le ha fermate? Questo rende perfettamente l’idea della quantità e della qualità, se così si può dire, di un leccaculismo che ormai ha toni quasi mistici e del marcio che esiste nel Paese. Il marcio davanti e dietro al microfono, davanti e dietro la vita degli uomini.
Nel 2020, per la terza volta dal 1954, ovvero da quando è disponibile la serie storica dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, l’Italia si trova in una situazione di deflazione.
Secondo Keith Wade, chief economist e strategist di Schroders, gli effetti del Covid-19 sulle diverse fasce di reddito sono stati particolarmente polarizzati, concentrando l’aumento della liquidità e dei risparmi tra i più abbienti, che continueranno a conservare il proprio capitale piuttosto che spendere.
I mercati continueranno a preoccuparsi, ma l’ipotesi della permanenza dei tassi bassi per un lungo periodo dovrebbe restare valida nel 2021 e potenzialmente anche più in là.
https://www.milanofinanza.it/investimenti-trading/italia-in-deflazione-e-la-terza-volta-nella-storia-202101071156289026
Conservazione del capitale da parte dei più ricchi, tassi bassi per continuare a speculare in borsa col massimo profitto, annullamento dell’inflazione per favorire i banchieri e i loro crediti; sicuramente l’epidemia ha favorito gli interessi delle elites nazionali e internazionali. Un virus arrivato al momento giusto.
esporrò quadri, in celia del mio parlar ampolloso e prolisso. lascio ad esprimere quel senso gioioso che pervade il nostro bel paese, quello mirabilmente descritto nell’articolo, perso in un grottesco, interminabile carnevale d’europa, di cui siam gl’indiscussi campioni, le tele di james ensor. in specie, di questo scorcio sindacale, l’intrigo. volti che paion deformati, ad un’analisi successiva, mostran le fattezze di personaggi nostrani, a cui è d’obbligo tacer il nome per non avere guai .eppure le gallerie son colme di immagini, volti, per cui cercare di identificarvi agenti speciali dai tempi di monti e fornero, diviene più che un’esercizio mentale, quasi una sorta di gioco scientifico nell’indagar la follia del mondo che conta. i soldi, le vittorie, gli eserciti. le persone, quelle autrici di storia morale, civile, eccola sempre rintuzzata, camei da escindere, quasi rimuovere, cancellare tanto deturpano l’onirica scena di godimento lubrico, sin infoiato dei banchieri che han pagato la festa. con il sangue delle vittime, ultima fonte di soldi vaccinali.