Sembra incredibile o forse è invece nella logica dei tempi, ma i cavalli sono trattati meglio degli uomini se non altro sotto il profilo farmaceutico e legale: numerosi proprietari di cavalli australiani hanno intentato un’azione legale collettiva da 53 milioni di dollari contro Zoetis, la più grande azienda che si occupa di farmaci per gli animali,  per non aver avvertito degli effetti collaterali di un vaccino contro il virus Hendra. I proprietari hanno affermato che 1500 cavalli su 500.000 vaccinati avevano subito reazioni avverse, non si erano più ripresi ed erano rimasti menomati.  Il che non è un danno da poco considerando che si tratta di purosangue tra i più famosi e richiesti al mondo, ma cpme si vede non si tratta di cifre molto distanti dalle reazioni avverse nel caso della panvaccinazione umana contro il Covid, anzi in realtà parecchio inferiore. . Ora per chi non lo sapesse e io che di cavalli conosco quel po’ che si vede al cinema, non lo sapevo fino a qualche giorno fa,  Il virus Hendra provoca un’infezione respiratoria, atassia e problemi cardiaci negli equini e si trasmette in Australia e nel sud est asiatico attraverso i pipistrelli ( o meglio attraverso mangime contaminato, dunque è qualcosa di abbastanza simile al coronavirus e comunque alle affermazioni fatte sull’origine del covid.

E i punti di contatto non si fermano qui a quanto pare: gli avvocati dei proprietari dei cavalli vaccinati hanno sostenuto che Zoetis aveva commercializzato in modo aggressivo il vaccino Hendra per tutti i cavalli in Australia in “violazione della licenza e senza adeguati studi clinici per identificare gli effetti collaterali”. Ma cosa ancora più importante è che hanno affermato  affermato che Zoetis ha esagerato i rischi del virus Hendra per l’insieme della popolazione. equina del continente australiano: infatti dal 1994 al 2016 compreso ci sono stati solo 70 casi della malattia il che ovviamente non giustifica affatto una campagna vaccinale a tappeto come quella messa in piedi, Ma l’azienda produttrice del vaccino ha detto che essa  “migliora la sicurezza per l’industria equestre australiana e riduce il tempo trascorso in quarantena”. E poi  – ecco un argomento, peraltro fallace, che abbiamo sentito anche per la popolazione umana “riduce al minimo la possibilità che il virus Hendra muti”. Era la stessa cosa che dicevano per il coronavirus al fine di imporre il vaccino come unica salvezza possibile, salvo oggi terrorizzare con le varianti sempre per vendere vaccini. Se si vuole o meglio se si accetta di essere trattati per fessi, lo stesso argomento può essere usato nei due sensi.

D’altro canto il ritorno economico era notevole sia per la Zoetis, sia per i veterinari australiani perché occorrono tre dosi ravvicinate di vaccino e poi un richìamo ogni anno per un costo che si aggira sui 200 dollari per puntura. Dunque siamo nell’ordine dei 300 milioni di dollari all’anno. Ditemi voi se siete stupiti che l’ Australian Veterinary Association raccomandi la vaccinazione generale contro il virus Hendra a fronte di 70 casi in 22 anni? Ah dimenticavo due cose: la  prima è che la Zoetis era fino al 2012 una branca della Pfizer che rimane comunque la maggiore azionista dell’azienda la quale dal 2014 ha operato in collaborazione con la Fondazione Gates. La seconda è che molte delle 1500 reazioni avverse denunciate nei cavalli australiani si riferiscono alla diminuita resistenza nei confronti di altre infezioni virali. Vi ricorda qualcosa? Se si almeno nitrite perché qui nessuno farà causa per i danni provocati dai vaccini.