donora_smogQualche giorno fa un sedicente gruppo indipendente di ricerca americano, finanziato con borse di studio di origine governativa, ha sostenuto in una ricerca che certamente porterà a qualche citazione per le loro carriere, che in Cina muoiono 4000 persone al giorno a causa delle emissioni di particolato particolarmente sottile il PM 2,5  dovuto alle centrali elettriche a carbone. Dunque oltre un milione e seicentomila morti in un anno, vale a dire 200 mila in più di quanto ne calcola l’Oms per tutto il globo, celeste impero compreso.

La ricerca ha qualcosa di davvero straordinario perché i membri del gruppo di ricerca non hanno mai messo piede in Cina, le rilevazioni sulle quali si basano sono tutte di origine satellitare e il calcolo delle 4000 morti al giorno (naturalmente indirette) è puramente ipotetico, basato sul niente, tanto più che è davvero difficile pensare che una ventina di centrali in tutto l’immenso territorio cinese possano compiere una tale strage. Purtroppo ai ricercatori è sfuggito il piccolo particolare che la Cina sta qualche hanno chiudendo le sue “fabbriche elettriche” a carbone sostituendole con centrali a gas e che l’ultima avvelenatrice chiuderà irrevocabilmente l’anno prossimo.

Forse si voleva evitare di far notare che Pechino ha preso questa decisione anni prima di Obama che oggi la sventola ai quattro venti, facendosi irreprensibile difensore dell’ambiente, al solo scopo di mantenere in vita l’industria del frackingxhe se possibile è ancor più inquinante salvo che per Wall Street? O che in ogni settore, da quello agricolo a quello industriale la Cina sta adottando tecnologie pulite e che il “Paese di mezzo” è quello di maggior crescita delle energie rinnovabili? A volte succede con sconosciuti gruppi di ricerca “indipendenti”.

A volerla dir tutta il particolato Pm 2,5, che penetra in profondità nei polmoni, è diffuso ovunque grazie alle attività industriali, ai riscaldamenti e alle auto che  pur con tutti i filtri del mondo continuano a non riuscire a fermare le particelle più piccole e più pericolose, per non parlare dei motori a benzina a iniezione diretta che pare siano particolarmente prolifici di particolato. Ed ecco perché il sindaco di Parigi ha intenzione di vietare le auto diesel in tutta l’area metropolitana. Comunque sia mi aspetto che prima o poi qualche gruppo di ricerca indipendente e non dipendente si occupi del numero di morti per ragioni di profitto nel nostro caro occidente.

Del quale peraltro sappiamo pochissimo anche sotto questo aspetto: chi sa che nel dicembre 1952 a Londra morirono per smog in tre giorni 12 mila persone (duemila più di quelle rimaste vittime dei bombardamenti tedeschi) e altre 100 mila si ammalarono gravemente? Qualcuno ha fatto il calcolo delle morti premature dovute a quell’evento negli anni successivi? No di certo a guerra fredda incipiente sarebbe stato inopportuno. E chi ricorda il nome di Donora, una cittadina vicina a Pittsburg, una delle centinaia di piccoli centri americani assediate dai fumi, dove fluoruro di idrogeno e anidride solforosa prodotte da una fabbrica di zinco della Us Steel, stagnanti a causa di una inversione termica, uccisero un centinaio di persone nell’immediato. Forse non si tratta di un gran numero, anche se in seguito si scoprì che settemila persone avevano avuto gravi danni alla salute tanto da portare a morte precoce:  tutto su una popolazione di 14 mila abitanti, una proporzione mostruosamente superiore a quella  cinese supposta dai nostri indipendenti. Ma la strage in questo caso è ancor più significativa perché essa fu dovuta al rifiuto della Us Steel di fermare la fabbrica, corporation che dopo i tragici fatti ebbe la faccia di affermare che si era trattato di “un atto di Dio”.

Solo che allora (era il 1948) la tragica vicenda fece scattare un dibattito che portò per fasi successive al Clean Air Act, ovvero ai primi controlli sulle emissioni. Adesso invece non si sa più nulla, tutto resta nel limbo dell’informazione mancata, nella pancia del circuito affari – politica. E quando qualcosa arriva arriva all’opinione pubblica, rimane alla lunga inefficace: i responsabili come nel caso dell’Eternit diventano benefattori dell’umanità a piede libero o come nel caso dell’Ilva sono liberi di continuare  la loro attività di avvelenatori. E tra un po’ senza nemmeno più controlli efficaci come vuole la legge del guappo di Rignano e dei suoi soci che sono notoriamente per l’aria sporca. Tra l’altro suscitando sospetto e opposizione anche quando non ce n’è ragione, altro fattore di cui gli inquinatori approfittano per svalutare tutte le resistenze.  Per il resto ci occupiamo della Cina o dell’India.