Racchiuso tra montagne inaccessibili al buon senso, il Napolistan vive giorni frenetici e angosciati, per il colpo di stato strisciante che molti temono sia nelle intenzioni del presidente Rinzallanuto II. L’agenzia giornalistica Pampers, che pare abbia fonti molto affidabili nel palazzo, da giorni si sta occupando della vicenda in toni che si fanno via via più allarmati e allarmanti. Già da anni il presidente aveva cominciato a suscitare dubbi e perplessità negli ambienti più evoluti del Paese e aveva recentemente fatto scalpore la bizzosa pervicacia con cui la massima carica dello Stato, ha difeso la sua privacy telefonica, dichiarando inviolabile la sua cornetta, una cui riproduzione è poi stata posta nel tempio dove è onorata la Dea Mafia quella con otto braccia per parte.
Ma adesso, dopo la sua rielezione all’età di 122 anni, resa possibile dalla cittadinanza onoraria di Shangri -La, si addensano nubi nere sulle istituzioni, sopratutto da quando il presidente ha voluto a tutti i costi associare al governo Ali Babà e i quaranta ladroni, però anche l’ottava reincarnazione del Ma -dai Lama chiamato un po’ da tutti faccia di bonzo. Sono cose che lasciano molto perplessi noi occidentali e tuttavia suonano abbastanza normali nel Napolistan.
C’è tuttavia un limite. La Pampers fa sapere che ieri Rinzallanuto ha smentito ciò che aveva detto coram populo sul fatto che l’esecutivo appena nato grazie proprio al suo apporto, fosse a termine. Ora sostiene che ciò sia ridicolo e falso, che non c’è nessun termine, nonostante sia stato riportato universalmente e se la prende con un giornale in particolare, quello che gli sta più antipatico perché meno corrivo nei suoi confronti. Siamo a una svolta autoritaria che si evidenzia anche attraverso queste smanie e questi capricci? Secondo Dasist Alzheimer, uno dei politologi più noti del Paese, anche se di chiara origine tedesca, il pericolo c’è eccome, non fosse che per i sintomi di una perdita di controllo e di lucidità che potrebbe avere qualunque esito.
D’altronde l’ambasciatore di Shangri-La nella repubblica del Napolistan, ha fatto sapere che al presidente Rinzallanuto potrebbe essere tolta la cittadinanza onoraria. “Non ci sembra più il caso”, è la laconica dichiarazione.
Cito da Wikipedia, alla voce Presidente della Repubblica:
“Al fine di garantire la sua autonomia e libertà, è riconosciuta al presidente della Repubblica la non-responsabilità per qualsiasi atto compiuto nell’esercizio delle sue funzioni. Le uniche eccezioni a questo principio si configurano nel caso che abbia commesso due reati esplicitamente stabiliti dalla Costituzione: l’alto tradimento (cioè l’intesa con Stati esteri) o l’attentato alla Costituzione (cioè una violazione delle norme costituzionali tale da stravolgere i caratteri essenziali dell’ordinamento al fine di sovvertirlo con metodi non consentiti dalla Costituzione). In tali casi il presidente viene messo in stato di accusa dal Parlamento riunito in seduta comune con deliberazione adottata a maggioranza assoluta, su relazione di un Comitato formato dai componenti della Giunta del Senato e da quelli della Camera competenti per le autorizzazioni a procedere. Una volta deliberata la messa in stato d’accusa, la Corte Costituzionale (integrata da 16 membri esterni) ha la facoltà di sospenderlo in via cautelare.”
Oggi sul blog di Grillo c’è un lungo articolo di Paolo Becchi che sembra accusare il presidente Napolitano in forma non diretta di almeno uno dei due reati sopra citati. Tuttavia, anche in questo articolo, non si sente la determinazione dei 5 Stelle a fare un passo qualsivoglia verso un’eventuale procedura di impeachment. Quindi questo articolo prelude a qualcosa o non prelude a nulla, se non a salvarsi la coscienza con un “noi l’avevamo detto”?