Sebbene nella scuola l’italiana l’insegnamento biologico prevalente riguardi la partenogenesi divina, a qualcuno sarà capitato di sentire che la riproduzione sessuata serve a rimescolare il Dna e dunque a garantire la variabilità genetica all’interno di una specie. E’ vero, ma anche in un certo senso fuorviante dal momento che essa serve anche a impedire che prendano piede variazioni troppo distanti dalla media: infatti i fenomeni di speciazione si verificano generalmente in popolazioni piccole e isolate rispetto all’areale della specie. Non vi preoccupate, non si tratta di un manuale sulla riproduzione divertente, com’è stata chiamata, ma semplicemente quello che mi è venuto in mente zappingando su Servizio Pubblico.
Possibile che Santoro non riesca a proporci nulla di diverso dai soliti noti? Passi per Vendola che comunque è in qualche modo “la sinistra” televisiva da svariati anni, ma anche Brunetta e anche Nesi, da tempo immemorabile l’homme de plume di Confindustria? Con tutto ciò che è accaduto e di fronte ai massacri cui sta andando incontro la società italiana, di fronte alla necessità di trovare un nuovo cammino, possibile che ci sia una così modesta variazione sul tema? L’informazione più vivace e diversa si trova evidentemente fuori dall’areale dell’informazione mainstream che non sa che riproporre il vecchio. E dalla quale non nascerà una nuova specie di Italia.
Almeno bisogna dire che questa persistenza dimostra lo stretto collegamento fra l’invecchiamento della politica e il sistema mediatico che ne è in qualche modo il correlato: guai a rinnovare le scalette e a presentare personaggi nuovi, guai ad affrontare una mutazione consistente dei nomi, delle facce e dei discorsi. Solo che questa riproduzione del vecchio non è affatto divertente, stufa e restituisce un senso di inutilità: ecco la differenza fondamentale.
Complimenti ad Adalberto Massimo per questa dettagliata carrellata in cui si dimostra chiaramente su chi e su cosa è fondata l’Italia.
Concordo con il Simplicissimus. Gli ospiti di Santoro sono tutt’altro che sul pezzo. Brunetta? E’ come chiamare Oetzi, l’uomo del Similaun per presentare le caratteristiche dell’I-Pod 5… Ci eravamo bellamente scordati dell’inutile esistenza di questo tronfio, incompetente ministro per callo, che si vanta di possedere quattromila volumi. Evidentemente, li usa come scalini per affacciarsi alla finestra. Ci sono fior di blogger, aspiranti politici e ragazzi con idee innovative e dobbiamo ancora sorbirci questa combriccola di falliti livorosi ed anche menzogneri? Cambia il mondo e oltre al polpettone della Peritore al TG1 dobbiamo subire i roccolìi inudibili di questi micragnosi individui? Aggiornate le tabelle, Servizio Pubblico, please.
Quando un paese è paese fondato sulle corna, è destinato ad “andare a puttane”?
Virginia Oldoini Verasis, Contessa di Castiglione e moglie di Francesco Veasis Asinari, per ordine del cugino Cavour divenne, a soli 18 anni, una delle amanti dell’imperatore francese Napoleone III (si “sacrificò a sostegno della causa italiana).
Marie-Laetitia Bonaparte-Wise, moglie del ministro Urbano Rattazzi, fu amante di re Vittorio Emanuele II.
Vittorio Emanuele II, a quanto pare, era figlio di Gaetano Tiburzi, detto il “Maciacca”, macellaio fiorentino.
Vittorio Emanuele II, da parte sua, si era parecchio interessato (per così dire) anche della nuora Margherita (quella della pizza, cui il poeta repubblicano Giosué Carducci dedicò una famosa ode, benché la fanciulla non fosse poi così avvenente).
Eugenia di Porcia-Arese fu amante di re Umberto I.
La regina Margherita preferiva principi prussiani e corazzieri al re e cugino Umberto I .
La quindicenne Clotilde di Savoia andò sposa all’attempato Giuseppe Carlo “Gerolamo” Bonaparte, detto anche “Plon Plon”, nipote di Napoleone Bonaparte.
Maria Letizia Bonaparte, figlia di Clotilde di Savoia, sposa Amedeo, fratello di re Umberto I e figlio di Vittoria. Diventando in tal modo anche zia di se stessa, cognata dei suoi genitori e di suo zio Re Umberto I, nipote di suo marito e zia dei suoi fratelli.
Giuseppe Mazzini ebbe 26 amanti, tra le quali: Adelaide Zoagli (madre di Goffredo Mameli), Giuditta Bellerio (vedova del cospiratore Giovanni Sidoli), Susan (moglie inglese del patriota Pio Pancioni), Emile (moglie del carbonaro Carlo Venturi), Sara (madre del sindaco di Roma Ernesto Nathan, figlio di Mazzini?), Jessie White, Anna Courvoisier e altre ancora, quasi tutte sposate.
Sembra, inoltre, che Mazzini sia stato innamorato anche di Goffredo Mameli (affermazione dei giornali dell’epoca, mai smentita da nessuno).
Carlo Pisacane fu amante di Enrichetta De Lorenzo (moglie di suo cugino).
La stessa spedizione del Mille maturò in un clima di infedeltà coniugali.
Giuseppe Garibaldi (53 anni) piantò in asso la diciottenne contessina Giuseppina Raimondi, alla fine della cerimonia nuziale, perché scoperta incinta di uno dei Mille.
Donna Lina Crispi, moglie del ministro Francesco Crispi, scrisse al servitore di famiglia:”Vi ordino di non portare più puttane a don Ciccio”.
Da notare che la dama, prima di sposare il famoso politico, dalla finestra invitava i passanti “a salire su da lei”…
Visti i presupposti, non c’è da stupirsi se questo paese se ne va a puttane…
Propongo un emendamento all’Articolo 1 della Costituzione italiana:
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro… più antico del mondo”.
comunque santoro TRAVAGLIO grandi…..w idv….
Ieri sera dire che è stato deludente significherebbe usare un eufemismo. Brunetta che fa il professorino e tesse le lodi di Berlusconi. Ma cosa succede? Non hanno più altro da farci vedere? Che pena!