All’inizio era tutto pappa e ciccia con la Merkel

“Firmi caro Mario?”

“Firmo cara Angela”.

All’inizio quando si dovevano esporre i problemi del Paese e trovare soluzioni possibili e realistiche, contrattare, difendere l’Italia, ci si è subito arresi alle richieste  altrui, nella straordinaria convinzione che i placebo ideologici portati in tasca per tanti anni facessero davvero effetto. All’inizio erano sorrisi:

“Ho massacrato i pensionati, cara Angela”

“Ma che tesoro che sei caro Mario”.

Oggi che siamo al disastro, che tutto è peggiorato, che la cura si è rivelata inadatta, essendo della stessa natura della malattia, le cose sono cambiate.

“Angela, insomma dammi una mano”

“Carissimo lo sai che proprio non posso”

“Guarda che se non me la dai, una tregua, mi cacciano”

“Questo è un ricatto, caro Mario non lo accetto. Pensa piuttosto a far approvare il Mes dal tuo Parlamento, che non ci sei ancora riuscito”

“Vedrai è cosa fatta, quelli votano tutto”

“Sarà meglio, altrimenti ti mando la troika”

“Dici così dopo che ti ho portato la testa dell’articolo 18? Bella gratitudine, io che figura ci faccio?”

“La tua figura, caro”

Ora  che lo spread naviga alto come un gabbiano che ha paura del mare e che la produzione va a picco come una barca di piombo, ora che non si tratta più di impoverire milioni di italiani, ma , come diceva Jack Lemmon, del suo signor culo, il professore che fino a 24 ore fa sosteneva  che ce la facciamo da soli  va in giro a dire di paventare il disastro dell’Europa, se non ci saranno ammorbidimenti, aiutini, qualsiasi cosa si possa spacciare al Paese come come un successo. Solo adesso dice ciò che avrebbe dovuto dire fin dal primo momento, adesso che ha capito di cominciare a rimanere solo.

Solo poi, ha pur sempre qualche amico, lo stesso di Mancino. Gli uomini soli in questo Paese hanno almeno un telefono amico.  Questo è il bello dell’Italia.