Gennady Chestyakov ( nella foto) il braccio destro di Zaluzhny, capo delle forze armate ucraine e uno dei più quotati  successori di Zelensky è stato fatto saltare in aria con una granata consegnatagli come regalo di compleanno. Le spiegazioni ufficiali , come al solito grottesche, cercano di minimizzare il fatto definendolo un “incidente”, ma è evidente che Kiev si avvia verso una notte dei lunghi coltelli dove le opposte fazioni si scontreranno ormai apertamente. E il tempismo di questi eventi conferma in pieno che non si tratta più di azioni isolate, ma di lotte intestine tra gruppi strutturati: la bomba regalo per dirla così è arrivata dopo che  Zaluzhny ha pubblicato un articolo su The Economist, nel quale aveva espresso preoccupazione per la situazione fortemente degradata e  dubbi sulla strategia di consumare le truppe rimaste in attacchi insensati.  Zelenskyj  lo ha immediatamente censurato e poco dopo ha annullato le elezioni, un chiaro segnale ai suoi “partner occidentali” che se non gli danno ciò che vuole potrebbe fare follie. 

Il tragicomico duce di Kiev insiste sul continuare ad attaccare ad oltranza nella convinzione che finché c’è segno di vita non verrà abbandonato dai suoi burattinai: in effetti tutto questo riflette esattamente la diversa impostazione tra lo stato maggiore che fa ragionamenti militari e Zelensky che invece punta tutto sulla percezione  degli eventi sia all’interno che tra i grandi donatori occidentali. Una strategia che ha avuto successo perché pur passando di sconfitta in sconfitta l’Ucraina è sempre stata data per vittoriosa e persino nell’area critica c’è chi ha spettato fine ottobre per dichiarare definitivamente per fallita la mitica controffensiva, quando invece è stato chiaro fin dal primo giorno che si trattava di un carnaio insensato che avrebbe portato a un solo risultato ovvero  all’esaurimento delle risorse in mezzi e uomini dell’Ucraina. Questa tragica logica meramente narrativa ha travolto l’occidente e Zelensky sa  che ora ritirarsi da Avdeevka sarebbe un colpo finale alle  speranze, peraltro del tutto inconsistenti,  di avere qualche possibilità di sconfiggere la Russia. Sa che gli aiuti finirebbero perché le opinioni pubbliche occidentali si sentirebbero tradite da ciò che un’ informazione indecorosa ha fatto credere per due anni: perciò tutti staccherebbero la spina.

Zaluzhny, quale comandante in capo ha tradito questa strategia rivelando tutta la gravità della situazione e allora gli è arrivato un avvertimento con un atto che equivale a quello della testa di cavallo mozzata messa nel letto. E del resto girano una serie di voci secondo cui, in assenza di nuove promesse di aiuto occidentali, Zelenskyj avrebbe trasformato l’intera operazione in un  “Piano B” epocale composto da diverse nuove iniziative. La prima delle quali ovvero la sospensione delle elezioni è già stata realizzata. Poi verrebbe una revisione completa dell’alto comando e dello stato maggiore che ha già visto il licenziamento del capo di tutte le forze speciali ucraine, il generale Khorenko, un riorientamento in senso nettamente terroristico della strategia militare e la piena mobilitazione del Paese peraltro già tentata e già fallita visto che è stato possibile raccogliere solo il 13 per cento degli uomini e delle donne che si sperava di poter mettere in divisa . La netta impressione che si trae da tutto questo è che Zelensky non sia più completamente in sé, ammesso che mai lo sia stato, che cominci a confondere la propria propaganda con la realtà perché se anche gli Usa e l’Occidente tornassero a rifornire a pieno l’Ucraina di armi, non ci sarebbero più uomini a cui affidarle.

La fine è vicina, tutti lo vendono ormai con chiarezza e in questa fase finale non è per nulla escluso che vi possa essere un contatto con le centrali dell’intelligence russa: più le cose si avvicinano alla fine, più topi fuggono dalla nave che affonda e persone che non hanno mai avuto una vera lealtà,  diventano disposte a cambiare schieramento per paura o per avere un’amnistia o altre cose in cambio. Ad ogni modo è chiaro che l’Ucraina si sta spaccando in due fazioni principali:  la banda i Zelenskyj a cui si può ascrivere anche Andriy Yermak capo dell’ufficio presidenziale e vera eminenza grigia del regime,  rappresenta la linea neoconservatrice dello Stato profondo americano, legata direttamente agli interessi globalisti. Proprio ieri sul suo account X ufficiale Yermak, anche lui ebreo, ha annunciato il suo incontro con il figlio di George Soros, che ora gestisce l’impero del male paterno. L’altra fazione è al contrario molto più possibilista e si sta coagulando attorno all’opinionista Arestovich e probabilmente attorno allo stesso Zaluzhny che a questo punto teme di essere il prossimo a ricevere una bomba regalo e potrebbe essere tentato di eliminare il problema agendo per primo.