Quando dentro un dramma si perde del tutto il senso del ridicolo, allora vuol dire che ci si trova davvero nei guai, che la miccia verso la guerra è sempre più difficile da spegnere. L’ossessione americana per la Cina  sta raggiungendo livelli  inimmaginabili peraltro accortamente gestiti dall’amministrazione e propalate dai media di servizio con l’obiettivo di accusare Pechino di spionaggio e dunque di creare una sindrome cinese in una popolazione dove tra realtà e videogioco i confini sono sempre più labili. Così e bastato che un pallone cinese per la raccolta di dati atmosferici, preso dalle correnti a getto sia arrivato fin sul territorio Usa  scatenando un’assurda frenesia sul fatto che si tratti di u8n atto di spionaggio . Non appena questa mini mongolfiera è stata avvistata nel cielo del Montana c’è stato l’impazzimento mediatico  con una copertura 24 ore su 24, di “Rise of the Balloon”, affermando che era l’alba dell’era dei palloncini.

Ma ecco il punto: il Montana non è al confine con la Cina e l”idea che questo pallone possa spingersi così addentro nello spazio aereo statunitense senza che nessuno se ne accorga per giorni, anzi per settimane ha qualcosa di onirico e di ridicolo; l’oggetto avrebbe dovuto essere rilevato migliaia di chilometri prima. Dunque  questo evento può significare solo due cose: o che gli Usa hanno un sistema di difesa areo poco più che primitivo, oppure il pallone è stato fatto girovagare tranquillamente ben sapendo che non si trattava di uno strumento per lo spionaggio, in maniera  da avere tempo per preparare la campagna di isteria mediatica. Naturalmente il pallone non è stato abbattuto  perché nessuno possa mettere in dubbio questa favoletta idiota, ma la scusa ufficiale delle autorità di governo per far girare indisturbato un presunto sistema di spionaggio è a prova di cretino: si dice infatti che tirare giù il pallone provocherebbe troppi detriti. Mi chiedo quale livello di intelligenza ci voglia per bersi queste panzane. Del resto non comprendo come si arrivi pensare che un’operazione di spionaggio  possa essere affidata a uno strumento in completa balia delle correnti aeree e comunque facilmente visibile sia ai radar che ai binocoli. o anche a occhio nudo.  Ma in fondo anche questo si accorda con l’innato razzismo americano secondo cui la Cina, – come del resto tutti gli altri-  “deve” essere un Paese arretrato, anche se in questo caso è la difesa Usa a fare una figura di merda se solo gli americani fossero in grado di fare 2 più 2 in assenza di permesso superiore conferito dalla Tv o dall’imprimatur di qualche filantropo dei mei stivali.

Tuttavia anche in questo caso è possibile ravvisare l’elemento freudiano che caratterizza tutte le aggressioni americane e forse tutte le aggressioni in genere:  si accusa l’avversario  di fare esattamente di ciò di cui si è colpevoli e così questa grottesca narrazione del palloncino spia corrisponde al realer livello di spionaggio e di provocazione che Washington sta esercitando sulla Cina con raid aerei continua e presenza di navi ufficialmente nei mari prospicienti l’ex celeste impero per garantire la libertà di navigazione a cui nessuno sta attentando, tanto meno i cinesi che sono interessasti alla massima apertura a quelle acque da dove passa una notevole parte del loro commercio. Ma di certo i gangster non hanno bisogno di argomentazioni credibili per esercitare la loro tracotanza. La cosa però davvero preoccupante è che ormai i pretesti diventano via via più insostenibili fino a diventare incredibili come questa storia dei palloncini spia che fra l’altro tralascia il fatto che Pechino dispone di molti e aggiornati satelliti per lo spionaggio. Ma in questa situazione si ha quasi l’impressione che la Cina disponga solo di mezzi rudimentali, cosa che contribuisce ad abbassar il livello di pericolo percepito. da popolazione che mi piacerebbe chiamare deadultizzate, ovvero non più  in grado di esercitare alcuno spirito critico su ciò che viene detto loro.  Tra l’altro secondo voci reperibili sulla stampa Usa è stato avvistato un altro palloncino. Dove? In america latina ovvero in una zona di 20 milioni di chilometri quadrati il che ovviamente fa comprendere che si tratta di una balla allo stato putissimo.

Singolare poi che questo grottesca offensiva anticinese arrivi  dopo che molte voci, raccolte poi in un articolo del Neue Zürcher Zeitung, riguardanti  un’offerta  fatta tramite la Cia a Mosca di una sorta di trattativa di pace riconoscendo alla Russia il Donbass. Si trattava di un’offerta – lo ha spiegato bene la Rand – che avrebbe permesso agli Usa di concentrarsi sulla Cina, ossia sul vero nemico. Certo, questo pensatoio del ministero della difesa americano si è guardato bene dal dire  che l’offerta, poi rifiutata dalla stessa Ucraina, era stata concepita per tentare di ottenere una sorta di tregua e ritardare il crollo della linea Bakhmut/Artyomovsk per la cui difesa gli ucraini hanno subito enormi perdite di uomni e di materiale Nato, Probabilmente a Mosca avranno riposto che “ca nisciuno è fesso”. Cosa che invece non si può dire dell altra parte dove si crede persino ai palloncini spia.