Difficile essere sempre coerenti nelle narrazioni perché c’è sempre qualcosa che sfugge e che lascia trasparire lo scenario sottostante o l’artificialità del racconto. Così succede che mentre Germania e Austria hanno il maggior numero di letti di terapia intensiva in Europa e probabilmente nel mondo, rispettivamente 33, 9 e 28,9 ogni 100 mila abitanti contro una media continentale di circa 16, la percentuale di occupazione di tali letti è suppergiù uguale a quella di Paesi assai più sguarniti, come ad esempio Spagna e Italia. Come è possibile? Perché così tante persone in più devono essere curate nelle unità di terapia intensiva rispetto ai paesi con capacità significativamente inferiori? I farmaci sono peggiori, i medici meno informati, le persone più deboli?
Ovviamente niente di tutto questo è vero. Il problema è sia terapeutico che economico: da una parte infatti gioca l’ideologia vaccinale che vieta di usare farmaci e trattamenti efficaci che se usati tempestivamente impediscono il ricovero e le conseguenze gravi rendendo più difficile l’imposizione di obblighi vaccinali, ma anche il complesso di misure liberticide . Tali trattamenti sono molti dall’ultimo arrivato, il nitazoxanide a molti altri come si può vedere nella tabella in basso che comprende gli studi compiuti, quelli in essere, il numero di persone coinvolte e l’efficacia dimostrata.
Ma mettere pazienti supposti covid nelle terapie intensive anche quando non ne avrebbero alcun bisogno, oppure attribuire al coronavirus le conseguenze di tutt’altre patologie, significa per gli ospedali e anche per il personale ricevere consistenti contributi pubblici aggiuntivi oltre che la bevolenza di Big Pharma per i vertici consenzieti: così non stupirà apprendere che almeno in Germania molti pazienti fanno la spola tra i reparti normali e la terapia intensiva. Se tutto nella narrazione pandemica è incoerente, gli interessi di Big Pharma e della sua ideologia vaccinale si innestano in maniera logica e conseguente con quelli, magari più spiccioli, dei sistemi e della burocrazia sanitaria. Proprio questa convergenza ha reso solida una narrazione che in realtà è tenuta assieme con lo sputo. Fatto sta che solo adesso passato parecchio più di un anno che si comincia a parlare con molta difficoltà di protocolli per le cure domiciliari nonostante l’abbondanza di presidi terapeuti molto efficaci
A inizio pagina, dove dovrebbe esserci l’intestazione per accedere all’home page, c’è solo uno spazio nero, almeno io non riesco a vedere altro: problemi con la nuova impaginazione?
“Uccisi da malattie non trasmissibili. È il paradosso di questa pandemia”
di Claudio Risé per La Verità, pubblicato da AE
24/03/2021
La storia del primo anno d’età del Covid 19 in Italia è una dimostrazione dei guai che affliggono l’uomo moderno, spesso fino a farlo morire, e non solo di coronavirus.
Il fenomeno principale è stato, anche quest’anno come negli ultimi trenta, il fatto che i grandi killer dei nostri tempi non sono più le infezioni, con i loro virus e batteri, ma le Malattie Non Comunicabili (NCD, Non-Communicable Disease) che indebolendo l’organismo consentono la diffusione di batteri e virus. Sono queste malattie la prima causa del 70% delle morti, e non vengono trasmesse attraverso infezioni ma siamo noi a svilupparle nel nostro corpo, indebolendo così la forza del nostro sistema immunitario. Ciò avviene con l’attenta e interessata assistenza del sistema dei consumi, che influenzando gli orientamenti culturali, politici e economici determina gran parte della nostra vita, dai comportamenti alimentari all’uso di sostanze e droghe, alla sedentarietà, alle convinzioni morali, sessualità e tutto il resto.
Sono state infatti le malattie indotte da questi comportamenti distruttivi che hanno indebolito e intossicato gravemente nel corso dei decenni anche l’organismo della gran parte dei morti “di Covid”. I quali, prima di venire a contatto con il virus, erano nella stragrande maggioranza dei casi ammalati dell’una o l’altra delle micidiali NCD: il diabete, i disturbi cardiovascolari, le malattie polmonari croniche (asma compresa), i tumori, le malattie degenerative. Sono loro, le NCD, a produrre, ogni anno, la grande maggioranza dei decessi per malattia in tutto il mondo sviluppato. Come sono state loro ad aver minato l’organismo delle vittime del Covid, generalmente anziane (ma a volte anche giovani). Lo fanno lentamente, attraverso le semplici scelte della vita quotidiana: quanto mangiamo, quanto stiamo fermi invece di muoverci, quante fatiche fisiche ci evitiamo, quante porcherie inaliamo nei polmoni, e così via. (L’ho raccontato in: Sazi da morire; San Paolo, 2016).
Il Coronavirus sars-covid-19 è stato l’ultimo attore in scena, ma il fenomeno clinico cui è dovuto il disastro è molto più antico, ha già fatto enormi danni, ed è destinato a durare. Si tratta dell’estrema debolezza delle difese immunitarie dell’uomo contemporaneo e dei comportamenti che la provocano. Un fenomeno visibile almeno già dalla fine degli anni ’80, e annunciato dall’epidemia dell’Aids fra le minoranze sessuali e dei tossicodipendenti per via iniettiva. Col Covid 19 ci si sarebbe dunque potuto aspettare che nella prevenzione e gestione dell’epidemia venisse affrontata la causa, i comportamenti all’origine della debolezza del corpo di fronte al virus: la sedentarietà, l’eccesso di zuccheri, la povertà dell’alimentazione industriale, le intossicazioni da sostanze, i comportamenti a rischio. (Anche questo sarebbe: Transizione ecologica). Ma di tutto ciò le Autorità sanitarie, dal ministro della Salute in giù, non hanno fatto parola, pretendendo di curare il fenomeno senza occuparsi della sua causa. Non l’hanno fatto perché sono essi stessi aspetti del problema, con la loro cultura burocratica e opportunistica, i loro ridicoli consulenti, la loro lontananza stellare dal mondo della cura individuale e dalla conoscenza di cosa provochi la salute e la malattia nella persona umana.
Riferimento e proseguimento:
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/uccisi-da-malattie-non-trasmissibili-e-il-paradosso-di-questa-pandemia
Breve commento.
A. Prevenire è molto meglio che curare, ma prevenire come si deve si traduce in molti meno profitti stellari miliardari per Big Pharma!!
B. “Una popolazione in buona salute è una maledizione per Big Pharma”, Ing. Alberto Medici
“L’aspirina riduce il rischio di Covid grave: dagli studi al lavoro del Comitato Cura Domiciliare Covid-19, le evidenze”, di M. Carraretto per QuiFinanza
23 marzo 2021
https://quifinanza.it/info-utili/video/aspirina-covid-comitato-cura-domiciliare-covid-19/473769/