A volte accadono miracoli, le conversioni o forse semplicemente si strappa il sipario di incoerenza e malafede delle elites occidentali e vi si può vedere attraverso: pensate che dopo averci ammorbato con la post verità e con il complottismo nel quale ricadono in pieno anche i semplici dubbi sulla dinamica piuttosto singolare degli attacchi terroristici degli ultimi anni, adesso la stessa allegra compagnia di servizi, stato profondo Usa e informazione al soldo ha deciso che ciò che era pazzesco e impossibile in Occidente, ovvero che ci fosse qualche zampino sconosciuto del potere nelle stragi, diventa invece più che plausibile per quanto riguarda l’attentato a San Pietroburgo.
Così abbiamo appreso da Luttwak e abbiamo letto sui giornaloni del Washington consensus che la bomba nella metropolitana potrebbe essere stata in realtà un auto attentato messo in atto da Putin per aumentare il proprio consenso interno e stringere la popolazione attorno a lui, soprattutto dopo che un truffatore di nome Navalny, ammaestrato in Usa, e di casa presso l’ambasciata Usa, fulcro dell’arancionismo di importazione, ha portato in piazza qualche migliaio di persone, nemmeno diecimila in tutta la vastissima Russia. In linea puramente teorica potrebbe anche essere così, non sarebbe certo la prima volta che accade, ma questo è chiaramente un argomento “complottista” che fino a ieri mattina era demonizzato mentre oggi viene all’improvviso riabilitato e posto al centro della deficience occidentale. Con una differenza fondamentale però: che mentre gli attentati dall’11 settembre in poi sono stati di effettivo supporto a progetti di cancellazione della democrazia, di controllo della popolazione, restrizione della libertà costituzionali e rilancio di oligarchie politiche ormai compromesse, rendendo quanto meno plausibile sospettare lo zampino del potere o di una parte dello stesso, specie a fronte di narrazioni sconcertanti e lacunose degli eventi, la medesima cosa non è verosimile in Russia dove Putin gode di un saldo e vastissimo favore popolare che supera il 75%. In questa cornice l’attentato avrebbe solo l’effetto negativo di mettere in luce le debolezze e la fragilità del Paese mentre ogni giro di vite sulla popolazione in funzione anti terrorismo ( quello che spera Washington in realtà) non avrebbe che effetti negativi. Per questo la logica vorrebbe che l’attentato sia stato compiuto da uomini di quella galassia terrorista creata e supportata da un occidente che vede Putin come fumo negli occhi.
Dunque la pista indicata dai depistatori globali è semplicemente priva di senso. Senza dire che in questo caso non ci troviamo di fronte alla maggior fonte di dubbi e di interrogativi, ossia allo schema sempre uguale da 15 anni a questa parte, quasi fosse un format che francamente fa ormai acqua da tutte le parti: individui che avrebbero dovuto essere stati attentamente sorvegliati proprio in virtù dell’ossessione securitaria con cui viene barattata la libertà, vengono invece lasciati liberi di organizzare la strage, ma subito dopo, con un tempismo straordinario, vengono identificati perché i servizi si ricordano improvvisamente di loro o anche perché gli attentatori stessi lasciano i loro documenti in bella vista, mentre successivamente vengono regolarmente uccisi, spesso senza necessità quando il minimo sindacale di una vera lotta al terrorismo consiglierebbe di far di tutto per catturarli vivi e comprenderne legami, moventi, finanziatori, suggeritori. Una cosa che probabilmente si vuole assolutamente evitare.
Certo una percezione della realtà anche minima e una elementare conoscenza degli eventi potrebbe facilmente trasformare questi fini dicitori della menzogna globale in cazzari con poca immaginazione, ma purtroppo l’antropologia neo liberista, ha lavorato tra l’altro proprio contro le idee chiare e distinte, in favore di un anodino guazzabuglio schizofrenico e incoerente nel quale il vero diventa esclusivamente tale per forza di ripetizione, per cui qualsiasi contraddizione o salto logico è consentito, talvolta fatto proprio anche contro ogni interesse e sensus sui. Se no apparirebbe evidente l’accelerazione dei tentativi di mettere in crisi la Russia la cui resistenza all’accerchiamento si è rivelata di gran lunga superiore alle previsioni dei sottili strateghi americani e che è persino passata al contrattacco. Nonostante le fanfare la situazione non può essere risolta sul piano militare e allora si cerca di agire sul fattore interno e soprattutto su Putin, un gigante rispetto ai nanetti di Washington. Non a caso l’attentato è stato compiuto proprio nel giorno in cui era in città, quasi ad indicare che è lui personalmente sotto tiro e che la sua permanenza al potere è un fattore di insicurezza.
chi vuole , legga:
https://comedonchisciotte.org/apocalisse-zombie-sara-il-nostro-futuro/
Sull’importanza degli Stati nazionali ho trovato un’interessante intervista a Domenico Moro, economista e sociologo:
D. Le istituzioni del capitalismo internazionale (UE, BCE, FMI) dettano le ricette, i governi cucinano le stesse minestre con ingredienti differenti. E’ proprio così? E qual è il ruolo degli stati nazionali in questa fase allora?
R. Il fatto che ci troviamo in una fase di capitalismo globale non significa che gli stati nazionali perdano la loro funzione e il loro ruolo. Anzi, è proprio la globalizzazione ad acuire i contrasti e la concorrenza fra capitali che si avvalgono dell’appoggio degli apparati statali. Gli stati e i capitali sono uniti quando si tratta di attaccare i lavoratori europei, e divisi quando si tratta di spartirsi le risorse e i mercati. Quindi, mentre gli stati deboli e economicamente dipendenti si disgregano, gli stati più forti e imperialisti si rafforzano e sono più attivi di prima a livello internazionale e militare per la conquista di mercati di sbocco ai capitali e alle merci eccedenti e per la spartizione delle materie prime della periferia. Ciò vale anche per l’Europa, in cui si assiste alla crescita delle divergenze e dei contrasti fra gli stati-nazione che la compongono su molti temi, dall’economia, alla sicurezza, all’immigrazione, ecc. Gli stati europei hanno delegato, e in quanto stati sovrani in modo non definitivo, soltanto alcune funzioni di carattere economico, allo scopo di bypassare i parlamenti nazionali e realizzare quelle controriforme generali che altrimenti, senza l’integrazione europea, non sarebbe stato possibile realizzare.
https://www.lacittafutura.it/economia-e-lavoro/globalizzazione-e-decadenza-territoriale.html
“Il fatto che ci troviamo in una fase di capitalismo globale non significa che gli stati nazionali perdano la loro funzione e il loro ruolo.”
Se ci troviamo in una fase di capitalismo globale, è ipotizzabile che gli stati nazionali abbiano già perso la loro funzione e il loro ruolo di guida. A rigore, Infatti, è lo stato nazionale che dovrebbe assegnare una funzione e un ruolo al capitalismo e non viceversa! Il fatto che si consideri il capitalismo ineluttabile, per cui gli stati si devono “adattare” giocoforza alla nuova realtà, è una riprova che l’unico sovrano in campo è il capitalismo che, non a caso, detta legge a tutti gli stati. Il che ovviamente mette in gravi difficoltà i politici e gli specialisti di geopolitica molti dei quali devono ricorrere a particolari arrampicature di specchi per conciliare l’inconciliabile. L’Italia, dopo il 1945, è diventata una colonia americana ma non lo si doveva far sapere. La sovranità degli stati ora è scomparsa ma non lo si deve far sapere. Ho paura che gli specialisti siano soprattutto specialisti nell’arte di far credere che tutto vada bene e che questo sia il migliore dei mondi possibili.
Temo che anche in passato gli Stati e gli imperi fossero degli strumenti che avevano lo scopo di proteggere e di favorire l’accumulazione di capitale.
Fernand Braudel ha scritto che il capitalismo è nato quando il denaro dei ricchi ha incontrato la forza militare dello Stato.
Quando, ad esempio, nel 1882 il Regno Unito occupò l’Egitto muovendo flotta ed esercito, non lo fece per la gloria dell’impero o per tutelare gli interessi dei comuni cittadini britannici, ma quelli della famigli Rothschild che aveva investito somme ingenti nel Canale di Suez.
Un tempo gli italiani di sinistra (vecchio PC) erano sempre a favore dell’Unione Sovietica. In altre parole ogni evento veniva valutato con il concetto che l’Unione Sovietica non poteva mai fare nulla di male o, se lo faceva, era solo per difendersi da chi la voleva distruggere. Anni dopo si ebbe modo di vedere all’opera un’Unione Sovietica che non aveva bisogno di nemici esterni, era capacissima di distruggersi da sola tradendo clamorosamente i propri principi e dimostrando così, implicitamente, di non aver mai creduto in essi. L’avventura comunista, a prescindere da chi l’aveva voluta, pianificata e finanziata, era stata solo un’epocale farsa-tragedia i cui risultati si contano in termini di milioni di morti e centinaia di milioni di ingannati, il popolo russo in prima battuta ma anche chi, come me e altri, aveva creduto per decenni che la vecchia URSS fosse quello che diceva di essere.
Al suo posto è subentrata la nuova Russia, ossia un paese perfettamente capitalista o, se si vuole, neoliberista, il che è anche peggio. Non capirei quindi tutte queste simpatie se non per il fatto, da me pienamente condiviso, che chi ha l’ardire di rompere le uova nel paniere agli Stati Uniti acquista immediatamente un’aura di coraggio e di “eroismo” di cui abbiamo tutti bisogno per continuare a sperare. Però la cosa finisce lì, nella soddisfazione di un momento, perché un’analisi obiettiva della Russia di oggi non rivela neanche un piccolo segno di abbandono della direzione neoliberista già intrapresa. In realtà, è il mondo tutto che va ormai nella stessa direzione dimostrando che la regia è in effetti unica.
Rispondo anche a Learco sul fatto che gli stati esistono ancora. Per me è sempre più difficile considerarli esistenti. Stiamo assistendo ad uno sfaldamento graduale ma comunque impressionante, per velocità e risultati già raggiunti, di tutti i vecchi e gloriosi stati. I poteri che prima erano detenuti fermamente da ogni singolo stato, la riserva di sovranità che prima era considerata un punto fermo, una soglia rossa da non varcare, è ormai talmente annacquata e dispersa in mille rivoli da consentirci di parlare di vestigia di sovranità, di rimasugli di sovranità ma non di sovranità piena e reale. Un paese sovrano non ammette che dei sistemi satellitari possano sorvegliarlo dall’alto e quindi distrugge questi satelliti. Un paese sovrano non accetta soldati di altri paesi sul proprio suolo e li considera come degli invasori, non degli alleati, e li combatte. La polemica sugli ingiusti favori di cui godrebbero gli immigrati nel nostro paese, scoppiata su questo blog nei commenti ad un recente post, ha messo in luce come molti di noi ancora non si rendano conto che un romeno o un polacco sono più dei concittadini che degli immigrati in quanto ormai tutti facciamo parte, volenti o nolenti, dell’Unione Europea. Continuiamo cioè a vivere la rimozione e la contraddizione di ragionare in termini di patria quando la patria ha già deciso di espatriarci da essa aderendo all’Unione Europea!
Ovviamente, non per il fatto che la sovranità italiana è stata intaccata, corrosa, sospesa a mezz’aria, tradita, ripudiata o che non è mai realmente esistita, che allora non si può vivere una vita normale. In fondo gli stati continuano ad esistere come scheletri vuoti di carne e di sostanza spirituale, stati-burocrazia, come è scritto in uno dei commenti anonimi a questo post, stati-robot perfettamente in grado di farsi pagare le tasse, assicurare l’ordine pubblico, erogare servizi sempre più limitati, privatizzare tutto il privatizzabile, creare istituzioni e leggi-fotocopia di quelle americane e piano piano buttare a mare e disperdere tutto ciò che ci contrassegnava come paese, come cultura e come identità italiana.
PS Riposto qui il mio commento che per errore ho inserito più in basso come se fosse una risposta a un altro commento. Sorry!
Sulla questione dell’unica regia della politica mondiale avevo letto un’intervista al Gran Maestro Gioele Magaldi che affermava qualcosa del genere, visto che secondo lui Putin, la Merkel, Obama e tutti i grandi della politica appartenevano alle stesse grandi logge massoniche da cui ricevevano gli ordini.
Sul perchè Putin è tanto odiato dall’elite americana ho trovato un articolo:
“La più grande questione irrisolta rimane però quella identitaria. La volontà americana di inglobare la Russia nell’Occidente cozza con la visione del mondo che Putin, strategicamente, sta proponendo al mondo: promuovendo un conservatorismo storico e valoriale, il leader del Cremlino attribuisce maggiore attenzione al patriottismo russo, alimentando il mito della propria persona in quanto salvatore dei russi e difensore della nazione. Non curandosi dei giudizi americani circa le sue alleanze con alcuni stati canaglia – come l’Iran, la Siria e la Corea del Nord – sta sviluppando l’idea di Eurasia, cioè di un progetto di unione economica tra i due continenti che riponga la Russia al centro di una nuova entità. All’interno della quale la tutela della sovranità nazionale sia il principio fondante dell’integrazione reciproca. E al cui interno non importa se uno Stato sia democratico o meno, purché venga rispettato il principio di non ingerenza.”
http://www.occhidellaguerra.it/ecco-perche-gli-usa-odiano-putin/
“Se la matrice dell’attentato è ufficialmente “islamista” (il Kirghizistan ha fornito diverse centinaia di volontari al Califfato negli ultimi anni), il tempismo dell’attentato lascia però supporre una regia molto sofisticata, che si colloca al di sopra della semplice manovalanza fondamentalista : la bomba, infatti, semina il panico a San Pietroburgo nelle stesse ore in cui il presidente Vladimir Putin e l’omologo bielorusso Aleksandr Lukashenko sono in città per un vertice. L’attentato è un “pizzino” inviato all’odiato Putin ed “all’ultimo dittatore d’Europa”, Lukashenko: i servizi atlantici possono colpire anche San Pietroburgo, in qualsiasi momento, anche con il presidente della Federazione Russa in città. Ma allo stesso tempo l’attacco terroristico è un colpo inferto al presidente russo in vista delle prossime presidenziali del 2018: la popolarità di Putin poggia sul ristabilimento dell’ordine e della sicurezza in Russia dopo il caos dell’era Eltsin ed il sanguinoso episodio di San Pietroburgo è quasi un affronto personale per l’ex-colonnello del KGB. Non è casuale la velocità con cui è stata riaperta la metro già il giorno seguente, così da dimostrare l’immediata capacità di reazione dello Stato.”
http://federicodezzani.altervista.org/esplosione-alla-metro-di-san-pietroburgo-presidenziali-russe-nel-mirino/
“I media occidentali hanno nuovamente lanciato una massiccia campagna di diffamazione e di falsificazione per attribuire alle forze dell’Esercito siriano la responsabilità di un presunto bombardamento con armi chimiche avvenuto martedì nella località di Jan Sheijun, nella provincia di Idlib, in una zona sotto il controllo dei terroristi.
La notizia di questo evento sarebbe stata fornita dall’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani (OSDH) con sede a Londra, una fonte collegata ai ribelli siriani (fonte di parte) che alcune agenzie occidentali come AFP e Reuters citano sempre nelle loro corrispondenze sulla Sira.
Secondo la OSDH, decine di persone sono risultate ferite e ci sono state diverse vittime per effetto di un bombardamento che l’agenzia ha cercato di attribuire all’aviazione siriana.”
http://www.controinformazione.info/nuova-campagna-di-falsificazione-occidentale-contro-la-siria-ed-il-suo-esercito-nazionale-il-pretesto-per-una-intervento-di-usa-e-israele/
Che Putin sia piu’ simpatico (nel significato etimologico del termine) è comprensibile. Basta paragonarne la fisionomia e le parole con le facce da culo (o da cane rabbioso), delle controparti di sappiam ben dove.
Inoltre, in un modo o nell’altro, la Russia attuale ha salvato la pelle al laico Assad e ha cercato di opporsi, con azione militare peraltro molto contenuta, all’assoluto dominio e sterminio del Medio Oriente condotto dagli usa, dall’apparato talmudista e dai traditori islamici arabo-oligarchi.
Rimane il fatto – da quel che si legge qua e là – che i ladri del commonwealth sovietico vegetano e circolano liberamente in Russia e altrove. Ne è possibile comprendere – che io sappia – l’orientamento ideologico attuale della Federazione Russa.
Socialista? Apparentemente no, se, sempre da quanto si legge, la salute pubblica non è gratuita e universale come lo era nell’USSR d’antan.
Il Sig. Casiraghi giustamente nota, “… la domanda che Mr. Simplicissimus ed altri commentatori dovrebbero secondo me porsi è la seguente: se tutto questo non ha nulla a che fare con la geopolitica, con che cosa ha a che fare?”
Una possibile e tentativa risposta si può dedurre dal progetto Coudeneuve-Kalergi, fondatore dell’Unione Europea e anticipatore di un’Europa senza stati, senza nazioni, con un’unica razza simile agli egizi rappresentati negli affreschi delle Piramidi. Razza governata e comandata da un’elite che Kalergi vorrebbe talmudista, nel suo trattato leggibile anche in rete.
Facile estendere gli obiettivi di Kalergi al resto del mondo. Negli USA il processo e’ in progresso avanzato (occhio e croce 60%). Tra parentesi, il Premio Kalergi per il 2016 e’ andato al Papa Bergoglio.
Altro fatto non razionalmente spiegabile è che tutti gli attacchi terroristici in Occidente (e in Russia, a parte l’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara), hanno fatto vittime tra la popolazione, lasciando intatti i responsabili occidentali delle ecatombi nel Medio Oriente e altrove.
E che l’ “ISIS”, un para-stato pseudo-islamico ma misteriosamente fortissimo, armatissimo e chiaramente ben organizzato, combatta altri islamici in nome di una nebbiosa teologia che pero’ ha lo stesso profeta e gli stessi sotto-profeti del nemico. Mentre non ha alcun interesse a combattere il paese talmudista che gode in massa ad ogni genocidio condotto sugli islamici.
Considerato, inoltre, che l’origine storicamente recente dell’orripilanza terrorista e dell’orripilanza del paese eccezionale, parte dal 9/11, il blog http://wp.me/p2e0kb-23L (“Newton, 9/11 and the Free Press”), include un’illustrazione e il link a un video che – almeno dal punto di vista della fisica – dovrebbe essere l’ultima parola sulla dinamica dell’avvenimento.
Non mi sembra che l’elite neoliberista che da anni promuove la globalizzazione abbia intenzione di eliminare gli Stati nazionali.
Ha semplicemente trasferito ad entità sovranazionali alcune funzioni di carattere economico e fiscale per eliminare la resistenza di lavoratori e sindacati, ma molte altre funzioni statuali sono ancora utili ai poteri forti globali.
La Russia era stata messa sotto controllo durente il periodo eltsiniano, ma poi una serie di errori di valutazione hanno portato al dominio di Putin e alla sua uscita dall’orbita della finanza angloamericana.
per me avere simpatia per putin, puo essere solo perche la resistenza della russia indebolisce il dominio mondiale americano, ovvero si crea una contraddizione inter-imperialistica che lascia piu libertà di azione ai pressati ed agli schiacciati,
Ma non eleggerei Putin a simbolo di cio che e bello e desiderabile, gli oligarchi in russia ora sono “patriottici” ma ci sono ancora ed a discapito della gente normale per quanto prima fosse ancora peggio
per me, la gente normale, pur attraverso processi contorti e che forse non si realizzano mai del tutto, si deve par valere da sola, inutile scegliere tra l’orco e belzebù
Quello che succede, dunque, non c’entra nulla con la geopolitica e la domanda che Mr. Simplicissimus ed altri commentatori dovrebbero secondo me porsi è la seguente: se tutto questo non ha nulla a che fare con la geopolitica, con che cosa ha a che fare ?
@ Casiraghi Interessante quesito, ma non saprei al momento, posso solo osservare che nei dati economici che ho da poco postato, risulta che tutto e in crisi tranne la vendita delle armi, vuoi forse riferirti a questo?
“Nel momento in cui Mosca si garantisce Damasco, tessera fondamentale del grande risiko, i jihadisti russi, forze d’elite della legione straniera islamista, vengono rimandati a casa per colpire Pietroburgo, ovvero la città natale del nemico Putin. Ma se Pietroburgo e Mosca sono in questo inizio 2017 i contraccolpi più evidenti della guerra condotta in Siria e sull’instabile linea di faglia tra zone d’influenza russe e americane, ancor più preoccupanti rischiano d’essere i contraccolpi delle battaglie condotte sul fronte economico.”
http://www.ilgiornale.it/news/politica/colpe-dello-zar-non-aver-fallito-colpo-e-tanti-sognano-lenin-1382257.html
Gli innamorati di Putin solo perché è chiaramente più intelligente dei leader europei o americani (che sono, quando va bene, dei più o meno bravi attori e quando va male dei pedissequi esecutori di ordini) dimenticano che la narrativa del terrorismo è stata accettata da Putin e, aggiungo, dai leader cinesi, al cento per cento come testimoniano infinite dichiarazioni ufficiali. Questa narrazione, sostanzialmente simile a quella che vige da noi, svolge per Russia e Cina la stessa funzione di unire il popolo non nel segno del progresso sociale ma in quello della paura utilizzata come collante trasversale che serve ai rispettivi regimi per imporre qualunque tipo di legge liberticida con la certezza che nessuno oserà opporsi. Dal mio punto di vista, però, non può non valere il principio che chi propugna la narrativa del terrorismo esattamente negli stessi termini con cui lo fanno i paesi occidentali è in combutta con loro, anzi è “loro”.
L’ultimo mito che questo pregevole sito non ha ancora fatto cadere è, dopotutto, quello della geopolitica intesa come lotta accanitamente messa in atto da entità statali sovrane per il predominio territoriale sul pianeta. Gli stati, e ce ne siamo accorti da un po’ di tempo, non esistono più e questa loro inesistenza comporta ineluttabilmente l’inesistenza anche della geopolitica come scienza e la sua riduzione a mera narrativa il cui scopo è fondamentalmente quello di coprire il vasto e articolato mondo degli interessi di business sovranazionali che si nascondono dietro ad ogni guerra o macchinazione geopolitica. Da tempo abbiamo mangiato la foglia sulle ONG promotrici di “missioni di pace” armate fino ai denti, sulle guerre per esportare la democrazia, sull’Unione Europea che ci garantirebbe pace e prosperità e su altre simili beate illusioni, mi chiedo però quanto tempo ci vorrà perché questo sito e cento altri siti di “controinformazione” sparsi sulla rete smettano di nascondersi dietro il ditino della geopolitica propugnando spiegazioni raffinate che non spiegano nulla perché il movimento di destatalizzazione che ci sta attraversando e provoca in tutti gli stati vuoti di sovranità nazionale sempre più allarmanti è totalmente incompatibile con il concetto di stati che vogliano prevalere gli uni sugli altri. Quello che succede, dunque, non c’entra nulla con la geopolitica e la domanda che Mr. Simplicissimus ed altri commentatori dovrebbero secondo me porsi è la seguente: se tutto questo non ha nulla a che fare con la geopolitica, con che cosa ha a che fare?
“Gli stati, e ce ne siamo accorti da un po’ di tempo, non esistono più e questa loro inesistenza comporta ineluttabilmente l’inesistenza anche della geopolitica come scienza e la sua riduzione a mera narrativa il cui scopo è fondamentalmente quello di coprire il vasto e articolato mondo degli interessi di business sovranazionali che si nascondono dietro ad ogni guerra o macchinazione geopolitica.”
questo è particolarmente vero negli stati-nazione U.E./NATO, magari in Russia, Cina, Iran, è meno vero.
“di destatalizzazione che ci sta attraversando e provoca in tutti gli stati vuoti di sovranità nazionale sempre più allarmanti è totalmente incompatibile con il concetto di stati che vogliano prevalere gli uni sugli altri. ”
La inviterei a non confondere il concetto di stato con quello di Nazione,il primo solo nella migliore delle ipotesi tutela i valori e i diritti di una nazione, SPESSO NON È ALTRO CHE BANALE BUROCRAZIA, ED IN QUESTO PERIODO IN ITAGLIA etero diretta dagli USA per interposta U.E./NATO, di sicuro LO STATO ITAGLIANO SERVE BEN POCO I CITTADINI ED I CONNAZIONALI…il concetto di Nazione(patria…) viene lungo tempo e particolarmente oggi DEMONIZZATO … UNO STATO SERVO E COLONIZZATO, NON PUÒ TUTELARE E PROMUOVERE L’ EFFETTIVA UNITÀ NAZIONALE.
il divide et impera fra stato e Nazione,e correlato auto razzismo ad esempio, fa parte della strategia della potenza imperiale che ci domina.
Un tempo gli italiani di sinistra (vecchio PC) erano sempre a favore dell’Unione Sovietica. In altre parole ogni evento veniva valutato con il concetto che l’Unione Sovietica non poteva mai fare nulla di male o, se lo faceva, era solo per difendersi da chi la voleva distruggere. Anni dopo si ebbe modo di vedere all’opera un’Unione Sovietica che non aveva bisogno di nemici esterni, era capacissima di distruggersi da sola tradendo clamorosamente i propri principi e dimostrando così, implicitamente, di non aver mai creduto in essi. L’avventura comunista, a prescindere da chi l’aveva voluta, pianificata e finanziata, era stata solo un’epocale farsa-tragedia i cui risultati si contano in termini di milioni di morti e centinaia di milioni di ingannati, il popolo russo in prima battuta ma anche chi, come me e altri, aveva creduto per decenni che la vecchia URSS fosse quello che diceva di essere.
Al suo posto è subentrata la nuova Russia, ossia un paese perfettamente capitalista o, se si vuole, neoliberista, il che è anche peggio. Non capirei quindi tutte queste simpatie se non per il fatto, da me pienamente condiviso, che chi ha l’ardire di rompere le uova nel paniere agli Stati Uniti acquista immediatamente un’aura di coraggio e di “eroismo” di cui abbiamo tutti bisogno per continuare a sperare. Però la cosa finisce lì, nella soddisfazione di un momento, perché un’analisi obiettiva della Russia di oggi non rivela neanche un piccolo segno di abbandono della direzione neoliberista già intrapresa. In realtà, è il mondo tutto che va ormai nella stessa direzione dimostrando che la regia è in effetti unica.
Rispondo anche a Learco sul fatto che gli stati esistono ancora. Per me è sempre più difficile considerarli esistenti. Stiamo assistendo ad uno sfaldamento graduale ma comunque impressionante, per velocità e risultati già raggiunti, di tutti i vecchi e gloriosi stati. I poteri che prima erano detenuti fermamente da ogni singolo stato, la riserva di sovranità che prima era considerata un punto fermo, una soglia rossa da non varcare, è ormai talmente annacquata e dispersa in mille rivoli da consentirci di parlare di vestigia di sovranità, di rimasugli di sovranità ma non di sovranità piena e reale. Un paese sovrano non ammette che dei sistemi satellitari possano sorvegliarlo dall’alto e quindi distrugge questi satelliti. Un paese sovrano non accetta soldati di altri paesi sul proprio suolo e li considera come degli invasori, non degli alleati, e li combatte. La polemica sugli ingiusti favori di cui godrebbero gli immigrati nel nostro paese, scoppiata su questo blog nei commenti ad un recente post, ha messo in luce come molti di noi ancora non si rendano conto che un romeno o un polacco sono più dei concittadini che degli immigrati in quanto ormai tutti facciamo parte, volenti o nolenti, dell’Unione Europea. Continuiamo cioè a vivere la rimozione e la contraddizione di ragionare in termini di patria quando la patria ha già deciso di espatriarci da essa aderendo all’Unione Europea!
Ovviamente, non per il fatto che la sovranità italiana è stata intaccata, corrosa, sospesa a mezz’aria, tradita, ripudiata o che non è mai realmente esistita, che allora non si può vivere una vita normale. In fondo gli stati continuano ad esistere come scheletri vuoti di carne e di sostanza spirituale, stati-burocrazia, come è scritto in uno dei commenti anonimi a questo post, stati-robot perfettamente in grado di farsi pagare le tasse, assicurare l’ordine pubblico, erogare servizi sempre più limitati, privatizzare tutto il privatizzabile, creare istituzioni e leggi-fotocopia di quelle americane e piano piano buttare a mare e disperdere tutto ciò che ci contrassegnava come paese, come cultura e come identità italiana.
“…se tutto questo non ha nulla a che fare con la geopolitica, con che cosa ha a che fare?”
Perfetto, caro Casiraghi, serve un nuovo e originale percorso analitico in grado di sostituire le vecchie mappe geopolitiche, pur sempre determinate in coordinate fisiche, con nuove mappe che abbiano la stessa adattabilità descrittiva della cartina del meteo.
E’ il potere del puro denaro che va mappato, liquido per definizione, non più legato a processi industriali e produttivi più o meno solidamente ancorati a una bandiera o ad un territorio, ma solo vento speculativo a portata di click.
Si può risolvere? Sicuramente si può peggiorare ancora. Quando l’intelligenza artificiale avrà reso obsoleti gli attuali manovali della finanza, cocainomani per causa di servizio, con un paio di algoritmi l’umanità intera sarà fottuta.
Che il prossimo Lenin sia un attuale studente di matematica?
E’ evidente il piano dell’elite finanziaria americana di mettere sotto pressione Putin utilizzando tutti gli strumenti disponibili: ammassando truppe corazzate ai confini, fomentando “rivoluzioni colorate” all’interno e attivando i soliti “terroristi islamici” addestrati e finanziati dagli amici dell’occidente.