catturaOgni sconfitta sul campo trascina con sé anche quella della narrazione che ha accompagnato la guerra: così non stupisce se le tesi dell’informazione occidentale, già poco credibili prima di Aleppo, si vadano via via sgretolando e adeguando mentre gli ufficiali Nato catturati  nelle ultime 2 settimane  (128 pare, escludendo quelli delle petro monarchie del Golfo, così ripartiti: 22 americani, 16 britannici, 21 francesi, 7 israeliani e 62 turchi) chiariscono il ruolo guida occidentale nella battaglia, mentre  si scoprono gli immensi arsenali di armi occidentali ( vedi qui) di cui erano dotati i cosiddetti ribelli, mentre vengono alla luce i depositi di cibo negati alla popolazione e si cominciano a trovare prove delle atrocità commesse dai tagliagole assoldati per simulare la guerra civile con la scoperta delle fosse comuni e dei corpi torturati.

Persino l’ l’Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, composto  da un solo individuo che sta a Londra, ma che l’informazione main stream ha sempre considerato come vangelo comincia a cambiare registro (lo cambia cioè  l’intelligence per cui lavora) che l’altro ieri ammette una strage fatta dagli aerei turchi con 72 morti tra cui 21 bambini mentre non attribuisce più vittime all’azione dei caccia russi. E qui e là compaiono persino foto dei festeggiamenti della popolazione di Aleppo per il ritorno del sanguinario tiranno Assad che peraltro ha festeggiato assieme a loro.

Soprattutto anche ciò che in passato era stato trascurato e nascosto torna ad emergere dal silenzio. Parlo nello specifico delle centinaia di migliaia di documenti resi noti da Wikileaks nel 2010 e nei quali figurano anche cablo e messaggi finora del tutto trascurati, che dimostrano come fin dal 2006 gli Usa progettassero attivamente la spartizione della  Siria, vale a dire 5 anni prima della cosiddetta guerra civile e 9 prima dell’intervento diretto annunciato nel 2013 da Obama come risposta all’attacco con i gas da parte delle truppe di Assad, rivelatosi poi un falso clamoroso. In realtà il 13 dicembre del 2006 un cablo William Roebuck, al tempo incaricato d’affari presso l’ambasciata degli Stati Uniti a Damasco, rivela che già si era nel pieno della discussione su come destabilizzare il governo siriano. Roebuck elenca al dipartimento di Stato le vulnerabilità del Paese a cominciare dalle reazioni di Assad alle resistenze che un certo ambiente tradizionale e corrotto faceva alle riforme economiche introdotte (per la verità assai blande), per proseguire con la questione curda e focalizzandosi soprattutto sulle tensioni  fra sciiti e sunniti che suggerisce di estremizzare. Insomma raccomanda  che gli Usa “colgano le opportunità”derivanti da queste situazioni. In pratica mentre in pubblico Washington lodava le riforme economiche di Assad e condannava gli estremismi religiosi, di nascosto invece cercava con ogni mezzo di sfruttare le reazioni alle riforme delle vecchie aree di privilegio e di allargare il solco tra le diverse correnti dell’Islam.

Anzi è lo stesso incaricato di affari che raccomanda  di sfruttare al massimo i timori degli ambienti sunniti riguardo all’influenza dell’Iran sugli sciiti cercando di coinvolgere nella questione anche Arabia Saudita ed Egitto così da esaltare le divisioni settarie  e dare avvio alla disgregazione del Paese. ( qui il report completo)  Come giudicare allora la faccia di bronzo della Casa Bianca la quale nel 2014 dichiarava che  “il carattere confessionale tra sunniti e sciiti della guerra civile in Siria è stato uno sviluppo sfortunato ?” Eppure questo universo di sfacciate menzogne sarebbe passato come verità senza l’intervento mirato e strategicamente raffinato della Russia che ha cambiato tutte le carte in tavola e messo all’angolo Washington. Messo all’angolo e  messo in luce le divisioni della governance americana, così evidenti da indurre persino Kerry ad ammettere che gli “errori” della aviazione Usa nel colpire i siriani invece che l’Isis, furono dovute ala desiderio di mandare all’aria l’accordo che lui stesso aveva siglato con Lavrov: “Abbiamo avuto divisioni nelle nostre file che  hanno reso l’applicazione dell’accordo estremamente difficile.”

Certo non tutto si potrà sapere perché adesso chi sa è in pericolo  e terrà la bocca chiusa come indica  il provvidenziale e tempestivo “suicidio” di Yves Chandelon, un belga  revisore generale della Nato che stava indagando in proprio sui finanziamenti al terrorismo islamico. Ma una cosa è certa: chi è comportato nella maniera più rozza e servile è proprio l’Europa dell’oligarchia che non solo è stata megafono di una narrazione bugiarda, ma ha aggiunto in proprio altre balle narrative, come quelle di chiedere sdegnosamente ai feroci Assad e Putin, per bocca dell’ormai impresentabile Mogherini, corridoi umanitari che già esistevano ed erano gestiti dalla Croce Rossa internazionale. L’arroganza si è definitivamente trasformata in ottusità.