grilli9436.jpg_415368877Scajola  ha fatto scuola: quando si tratta di case ai potenti scendono i soldi dal cielo, crescono come se avessero il lievito. E poco mporta se appartengano alla masnada berlusconiana, o alla banda dei sobri montisti, il miracolo si ripete. Adesso tocca al ministro delle finanze Grilli, che dopo averci deliziato con il blitz di Cortina per farci sapere che loro, i tecnici, alle tasse ci tengono, ora casca sullo stesso vizietto. Ma non si tratta di un centinaio di scontrini mancanti di brioche e cappuccino: i sobri hanno ben altro per la testa e per la tasca.

Così si scopre che l’ennesimo bocconiano di governo, manda giù prelibati bocconcini fiscali: Grilli sarebbe stato pizzicato in una delle più tipiche operazioni di evasione: l’acquisto di una casa a un prezzo finale dimezzato rispetto al valore di mercato, ma con l’accensione di un mutuo molto più alto del prezzo concordato. Il sobrio ministro nel 2004 decide di acquistare casa e mette gli occhi su un appartamento ai Parioli la cui superficie equivale ad almeno una dozzina di monolocali: 14 camere, quattro bagni e la cucina , senza contare il giardino. Ma lo paga 1 milione e 65 mila euro, invece dei due milioni che solitamente costa un appartamento di quella grandezza in un quartiere “in”. Un’ improbabile occasione o qualche misteriosa manina ha messo il resto? Ma no questa volta è stata la banca ad essere generosa con l’allora ragioniere generale dello stato e gli concede un mutuo di di 1 milione e mezzo, il 41% in più, forse per le piccole spese.  Certo codicilli legali e regolamenti bancari impedirebbero erogazioni di mutui superiori al 100 del prezzo di acquisto, ma sono particolari. Sta di fatto che vendere a prezzi ufficiali molto più bassi di quelli reali è un tipico sistema per l’evasione o per il riciclaggio di denaro. Anzi quasi un classico e si sa che la sobrietà è anche non fare cose bizzarre, avere uno stile.

Ma lui, Grilli, adesso è sdegnato come Scajola e come lui ricorre a giustificazioni sul vago:  “Nella migliore delle ipotesi – scrive – potrebbe essere considerato un pettegolezzo infondato. È poco professionale e sbagliato criticare le disposizioni finanziarie per l’acquisto di un immobile senza sapere nulla degli altri aspetti del rapporto fra banca e cliente che sottende tutte le transazioni commerciali relative a prestiti e garanzie” Notare che Bloomberg  che ha tirato fuori il caso , è in possesso della documentazione, ma è risaputo che i notai hanno il vizio di scrivere negli atti pettegolezzi infondati. Però  il ministro che è in fase di divorzio da una moglie sulla quale pure sono caduti finanziamenti impossibili per qualsiasi mortale (sulla nuova compagna piovono invece prestigiosi incarichi, ma sarà per via del cambiamento climatico) si preoccupa anche di questo aspetto e nella replica si lamenta che la notizia potrebbe influenzare le pratiche di divorzio. Ma non credo, immagino che le’ex moglie capirà bene che questo vorticoso giro di soldi consista solo in pettegolezzi infondati.

Del resto Grilli ha poco da tenere: la quasi totalità dei media ha ignorato la notizia: il ministro  è certamente uno dei prescelti del Monti bis e mica si possono diffondere impunemente questi pettegolezzi. Sarebbe cattivo giornalismo, anzi giornalismo d’evasione. Meglio essere evasivi.