La Russa, le beau

Anna Lombroso per il Simplicissimus

Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, durante una cena elettorale del Pdl a Milano a sostegno della ricandidatura di Letizia Moratti ha esternato a proposito dei canoni estetici cari alla maggioranza, che, è universalmente noto, hanno assunto la qualità di criteri e requisiti per la selezione del personale politico. .”Dicono che Berlusconi fa eleggere solo le donne belle – ha affermato La Russa, prendendo la parola dal palco dell’hotel Quark al termine della cena – Non è vero, ci sono alcune elette non belle anche da noi, ma certo non raggiungono l’apice della sinistra, di donne di cui non faccio il nome”.
Donne e buoi, dice il proverbio e a suo tempo il premier aveva rassicurato i suoi elettori: le sue scelte sessuali erano sempre state compiute all’interno dei recinti nel centro destra.
E adesso sappiamo perché. D’altro canto è indubbio che a quelli della maggioranza si addicono ben precise tipologie di femmine delle specie. È fino troppo facile indovinare la loro antropologia, i rozzi primitivi con tutto il rispetto per il pensiero selvaggio, sono loro e per le loro attitudini comportamentali che hanno come riferimento le quindicine prima della vituperabile Merlin: le donne tutte puttane, salvo mamme sorelle e spose, con una particolare cura per le cornute, meglio se oche, obbligatoriamente remissive coi boss e tracotanti in TV, ubbidienti e fidelizzate, come quadri di una società di vendite piramidali, possibilmente avide quindi più facilmente corruttibili, di manica larga e non solo per quanto riguarda i discutibili costumi del califfo, indulgenti e protettive proprio come le rispettabili tenutarie di un tempo con le sciacquette, ma invece severissime con omosessuali, coppie “irregolari”, coppie regolari desiderose di mettere al mondo figli grazie ai prodigi della scienza, individui che sfrontatamente vogliono vivere e morire con dignità.
Si è fin troppo facile e altrettanto facile immaginare anche consultando la Navicella così come i settimanali di regime, quali siano i canoni estetici più graditi e desiderabili. I tagli alla sperimentazione e alla ricerca hanno risparmiato sicuramente istituti privati nei quali nuovi demiurghi producono eterna giovinezza tramite chimica e chirurgia, per conseguire una specie di somatizzazione del potere in corpi politicamente corretti per la maggioranza, per il monopolio dello spettacolo e per il popolo del tele-elettori.
Quello che piace a La Russa è un conformismo anzi una “rispettabilità” somatica, probabilmente caratterizzata da espressioni perennemente stupefatte dal botulino, bocche incontrollabili nel perenne gonfiore, seni immoti irrigiditi in un raccapricciante turgore. Si tratta di corpi e facce che incarnano insieme un ideale estetico, quello del rigetto della caducità, che riguarda la morte ma anche la fine del potere e del successo, e la disponibilità illimitata di denaro, che può acquisire illimitatamente tutto compresa la bellezza il fascino la seduttività e quindi il consenso.
Chi non è così è condannato alla marginalità. Oppure è comunista.
Francamente mi sono sempre sottratta alla scelta dogmatica: severa perentoria bruttezza di Teresa Noce o grazia molto criminalizzata di Iotti. Ho sempre rifiutato quella manichea inclinazione a soffocare forme sotto tessuti cari al KGB, costringermi in mutandoni ascellari, rifiutare la femminilità come una colpevole ammissione di debolezza e la bellezza come una dichiarazione di frivolezza per non dire di incantevole idiozia.
E tante volte mi è successo di dolermi di certe virili severità di compagne che si travestono da maschio per rendersi credibili, in politica o nella professione. Rivendico da sempre di poter vivere pienamente la mia libertà e dignità di persona nell’essere donna.
E di donne belle e guerriere nelle file della sinistra ce ne sono e ce ne sono state.. semmai è la sinistra che latita. Così come la vera bellezza, quella legata all’armonia e all’accettazione di noi stessi, alla naturale vitalità sembra proprio latitare invece tra quegli automi nell’esercito dell’ubbidienza e dell’omologazione.
Pare ormai assodato però che le procedure per la selezione del personale da avviare alle cariche elettive e ai ruoli dirigenziali del partito dell’amore, sono mutuate dai casting di striscia la notizia e dalle “chiamate” per le “eleganti” e sobrie serate di Arcore. In tal caso carattere preferenziale dovrebbe essere la rispondenza ai canoni estetici di Mediaset e del suo padrone. Ma allora perché, a sentire La Russa, nei ranghi del Pdl sono state accolte anche le brutte? Non ci crederete ma magari stanno là come “quote cozze” a rappresentare competenza, efficienza e preparazione.