Anna Lombroso per il Simplicissimus
Le mamme italiane sono personaggi del romanzo nazionale dei sentimenti. Dice Merlo che comunque ne interpreta sapientemente la fenomenologia come inquietante avanguardia e allarmante testimonianza del degrado della famiglia corrotta dalla Tv cattiva maestra. Mi sono chiesta sul perché mi abbia tanto infastidito la lettura di questo affresco dipinto con tanta disincantata maestria. Di sicuro che mi ha disturbato la descrizione cruda di un fenomeno non certo nuovo ma che ora sembra essere endemico, a nessuno piace stare e guardare i vermi brulicare sul cadavere della morale di un paese, che è anche quello dell’innocenza, e della dignità di ragazzine ancora in età di giocare e di barcollare sui tacchi alti delle madri.
Mi ha un po’ irritato l’accorgimento furbetto di ricorrere a stereotipi, quelli di sicuro effetto nel bene e nel male, anzi nella lotta eterna del male contro il bene, con le mamme maitresse da una parte e le icone dell’archivio nazionale delle eroine, trascurando un bel po’, forse perché non facciamo notizia e non siamo pittoresche, tutte noi donne “normali” di un paese anormale.
Si le lupe contemporanee sono più sfrontate e indegne delle madri delle tante cortigiane che in tutti i tempi sono state allevate a vendersi. Non sappiamo nulla della mamma di Cleopatra o di Messalina, poco di quella di Veronica Franco, mentre conosciamo molto, grazie alla modernità e al pettegolezzo globale, delle avide e dissipate aspiranti “regine madri” probabilmente frustrate per non aver vissuto in proprio i fasti e i frutti dell’imprenditorialità sessuale. I loro sono atti ripugnanti perpetrati nei confonti della persona come dei sentimenti: amore e amor materno, particolarmente riprovevoli proprio perché sorprendenti come, con le dovute differenze, lo è sempre una violenza commessa su un figlio. E sono crimini ancora più perché contengono anche una violazione della dignità e della bellezza di essere donne. E donne libere con le aspettative di un futuro fatto anche di libertà e di libertà di dare e ricevere amore a titolo gratuito.
Per quello ci indignano più dei grigi e anonimi uomini che suppostamene stanno al loro fianco, non sappiamo quanto consapevoli di quanto si consuma nelle loro case ma sicuramente poco reattivi, troppo acquiescenti e arrendevoli di fronte alle loro furie domestiche o più dei bulletti che approfittano delle fortune delle fidanzatine rampanti.
Ma in realtà sono irritata anche da una considerazione che mi gira in testa da tempo e che trova scarsa ospitalità anche nel dialogo che conduco da tempo con altre donne spesso più illuminate di me. È che ci sono le mamme maitresse ma ci sono anche le mamme di Berlusconi la Signora Rosa che qualche danno educativo deve aver commesso per aver formato il prototipo del più avvilente maschilismo e sessismo e del più cieco, arrogante e protervo disprezzo delle donne che si veda in circolazione. E sono figli di mamma uomini sopraffattori, uomini violentatori, uomini molestatori.
Certamente condizionati dal contesto sociale, corrotti da modelli distorti e distorcenti della morale e dei comportamenti, influenzati dal consumismo che fa delle donne un bene effimero da usare e gettare via senza rispetto e senza affettività.
Ma in una società che ha riversato e riversa sulle famiglie e soprattutto sulle donne il peso di tutte le inazioni e impone loro il ruolo sostitutivo di riempire i vuoti sociali e civili, dalla cura all’assistenza e all’educazione, non possiamo dimetterci dalla responsabilità di come prepariamo i nostri figli al futuro e alle relazioni con gli altri. Maschi o femmine che siano. E come li affidiamo al mondo e all’età adulta.
Uso il plurale benché io non abbia avuto figli miei, carnali, e non abbia registrato un formidabile e luminoso successo con un figlio maschio che ho contribuito ad allevare e che ho colpevolmente protetto come la più scriteriata delle mamme ebree castranti. Lo uso perché sento appunto la responsabilità personale e collettiva di interrogarmi su questa inadeguatezza a fare die nostri figli le migliori persone possibili. Ho avuto la fortuna di amare uomini/persone e devo una immensa gratitudine alle loro mamme e vorrei conoscere il loro segreto. Che forse consisteva appunto nell’essere prima ancora che madri e donne, semplicemente persone.
amo le mamme sono le uniche persone al mondo che te ne vorranno bene per tutta la vita e vegliaranno su di te anche dell’aldila come degli angeli custodi infatti per me e cosi’ perche la mia dolcissima mmamma non cepiu ma so che sempre vicino nei momenti del mio soggiorno qindi una mimosa la invero a lei nell’universo!!!!!!!!!!!*********
io guardo con odio e disprezzo sempre e solo ai clienti, o utilizzatori finali. Che sono milioni. Con le donne, se del caso, litigo ferocemente di persona, astenendomi da qualunque commento misogino.