Alla fine Cosentino si è dimesso da sottosegretario all’ Economia oltre che da coordinatore Pdl in Campania.  Qualcuno potrebbe pensare che questa sia una vittoria di chi riteneva scandalosa la permanenza al governo di un personaggio in odore di camorra.
 Purtroppo non è così, anzi anche questa vicenda è in fondo una sconfitta, un  ulteriore segnale del degrado al quale siamo giunti. Cosentino non si è affatto dimesso per le sue vicende giudiziarie e per le dense ombre che si addensavano su di lui. Nemmeno per sogno. Nessuno glielo ha chiesto davvero, nessuno nella destra si è speso  per questo obiettivo, per fare almeno un po’ di chiarezza e pulizia.
No il sottosegretario si è dimesso per una vicenda di candidati, per una contrattazione che non gli piaceva  tra il Pdl e l’Udc in provincia di Caserta. Cosentino non voleva tale Domenico Zinzi  che invece il casiniano Cesa  sosteneva a tutti i costi.
Altro che moralizzare la politica, altro che gesto dovuto: solo una questione di basso mercato elettorale. Basso come il livello al quale siamo arrivati.