Ci sono notizie che si nascondono e che sembrano interessare solo addetti ai lavori anche se rivestono l’importanza dei preludi, se poi queste notizie sono anche tra quelle che si vogliono nascondere, ecco che bisogna avere il metal detector per scovarle nell’informazione generalista. Questa è una di quelle o almeno credo perché è rimasta sotto il tappeto: lo yuan digitale – di fatto nato quest’anno – è stato utilizzato per la prima volta per regolare una transazione petrolifera come ha annunciato ha annunciato lo Shanghai Petroleum and Natural Gas Exchange. PetroChina International ha acquistato 1 milione di barili di greggio lo scorso 19 ottobre pagando con la moneta cinese digitale: il venditore e il prezzo della transazione non sono stati resi noti., ma tanto per dare un’idea il 19 ottobre il  prezzo  del “paniere OPEC” di petrolio di 13 produttori era di 95,72 dollari al barile. In precedenza lo yuan – ma non ancora quello digitale – è stato usato per pagare Gnl alla francese Total Energie e pochi giorni fa per un’analoga transazione con Engie. Sembra poco, ma appena dieci fa gli Usa tagliavano la testa a chi cercava di pagare in divise diverse dal dollaro, come è accaduto a Gheddafi. Ora invece devono ingoiare il rospo.

Sebbene l’uso di moneta digitale sia da prendere con le molle, in questo caso prevalgono le considerazioni geopolitiche  che vedono man mano diminuire le transazioni in dollari e indicano che probabilmente il governo cinese propenderà per l’uso di questa valuta prevalentemente negli scambi internazionali e commerciali piuttosto che personali.  Comunque sia non è un caso che sempre il 19 ottobre, la First Abu Dhabi Bank  ha annunciato  di aver firmato un accordo sulla valuta digitale con la Bank of China, la banca commerciale statale, in occasione del terzo Belt and Road Forum for International Corporation, che si era concluso il giorno prima. E nell’ambito del quale Abu Dhabi  ha firmato  un accordo con l’India i per regolare le transazioni petrolifere in rupie.

L’accordo sul petrolio greggio segna anche un passo importante nell’uso dello yuan sul mercato internazionale e nel movimento globale verso la de-dollarizzazione. Nei primi tre trimestri del 2023, l’utilizzo dello yuan negli accordi transfrontalieri è aumentato del 35% su base annua, raggiungendo l’equivalente di  1,39 trilioni di dollari di cui oltre 250 miliardi con la moneta digitale: adesso è stato rotto il ghiaccio anche con il petrolio e si può immaginare che un’altra falla si sia aperta sulla barca del petrodollaro.