Di solito si pensa a Israele come allo stato ebraico, ma esso non rappresenta affatto l’ebraismo nel suo complesso, bensì una sua particolare sottospecie chiamata sionismo e portatore di passioni ultra nazionaliste nazionaliste e  fantasie irredentiste che  aveva trovato nei fascismi europei una sponda a cui appigliarsi. Dal momento che il Likud, il partito di  Netanyahu, deriva da quella matrice di sionismo militante e militare non c’è nessuna meraviglia che i discendenti  abbiano finito con l’assumere comportamenti inaccettabili,  fatto carne di porco dei palestinesi riducendoli  in una grande campo di concentramento come la striscia di Gaza dove nemmeno il lavoro rende liberi.

Tutto questo naturalmente si cerca di tenerlo nascosto e non viene mai fuori tanto che ormai nessuno, a meno che che non abbia una certa dimestichezza con la storia del ‘900 se ne ricorda più. E poi da quando criticare il sionismo equivale all’antisemitismo è calato un silenzio tombale perché tutti hanno paura di violare questo ridicolo tabù che per la sua assoluta stupidità stupidità si adatta benissimo ai nostri tempi.  Tuttavia la realtà si può oscurare, ma non cancellare  e così sappiamo che i gruppi sionisti più importanti che operarono nei due decenni prima della guerra e che poi saranno al centro della creazione di Israele ,Irgun, Betar e Lehi. erano d ispirazione fascista.  Il Lehi, per esempio che era essenzialmente  un’organizzazione paramilitare tentò di allearsi con il Terzo Reich nel 1941, quando quest’ultimo sembrava sulla strada della vittoria. Lo scopo era quella di fondare  “una nuova repubblica ebraica totalitaria” pensando  che la Germania nazista fosse un nemico minore degli ebrei rispetto alla Gran Bretagna, Lehi tentò due volte di formare un’alleanza con i nazisti, proponendo uno stato ebraico legata al Reich tedesco da un’alleanza.  Betar e Irgun invece ricevettero l’aperto sostengo fi Mussolini fatto per il quale le famose leggi razziali piombarono del tutto inaspettate oltre che  vergognose, come una perdita di autonomia e in un certo senso di sovranità rispetto a Hitler fondamentalmente perché al dittatore italiano l’alleanza con i sionisti serviva a indebolire  l’Inghilterra nel Mediterraneo.

Durante una conversazione privata con Nahum Goldman, fondatore del World Jewish Congress, nel novembre 1934, Mussolini espresse ammirazione per Ze’ev Jabotinsky, fondatore di Betar e Irgun,  dicendo a Goldman: “Perché il sionismo abbia successo, è necessario avere uno Stato ebraico con una bandiera ebraica e una lingua ebraica. La persona che lo capisce è il tuo fascista, Jabotinsky”.  Ma l’ammirazione reciproca, si allargava anche ad altri  leader sionisti come Itamar Ben-Avi  che lodavano le azioni di Mussolini . Jabotinsky addirittura vedeva nell’Italia fascista una sorta di  patria spirituale. “Tutte le mie opinioni sul nazionalismo, sullo stato e sulla società furono sviluppate durante quegli anni sotto l’influenza italiana”, scrisse Jabotinsky nella sua autobiografia, riferendosi agli anni della sua formazione ideologica in Italia.  Addirittura nel 1934, questo personaggio e il suo movimento giovanile Betar fondarono una scuola navale a nord di Roma dove si addestrarono molti dei futuri comandanti della marina israeliana. L’Idea Sionistica, la rivista in lingua italiana di Betar, descrisse le cerimonie di inaugurazione di  questa scuola : “Un triplo canto ordinato dal comandante della squadra: ‘Viva l’Italia, Viva Il Re! Viva Il Duce!’, risuonò, seguita dalla benedizione che il rabbino Aldo Lattes invocò in italiano e in ebraico per Dio, per il Re e per Il Duce… ‘Giovinezza’  fu cantato con molto entusiasmo dai Betarim . Non stupisce certo che dopo la guerra i cadetti di questa scuola e buona parte della nascente marina israeliana venissero formati dagli uomini della X Mas

La finisco qui con queste notazioni che prenderebbero pagine intere, ma la sostanza è abbastanza chiara: lo stato israeliano e i suoi comportamenti sono stati in radice condizionati da queste ispirazioni nazionaliste e fasciste che non solo perdurano nel tempo, ma sembrano rafforzarsi. In definitiva si può dare ragione al giornalista palestinese-americano Ramzy Baroud quando dice  “Israele è in realtà radicato nel fascismo, dà l’illusione di rappresentare il popolo ebraico quando in realtà è il sionismo a definire le azioni di Israele”. Ed è straordinario come al contrario della stupida leggina da stracciaculi che l’Italia da nulla ha votato,  in realtà  è proprio: è  il sionismo ad avere tratti antisemiti.