Due o tre giorni fa sono saltato dalla poltrona assistendo a uno spot di non so quale tipo di polpetta vegetale venduta come il santo graal del mangiare sano anche se è impossibile sapere a quali procedimenti industriali vengono sottoposti questi alimenti e da quali coltivazioni provengono gli ingredienti di base  Ma non è questo che mi ha fatto sussultare  bensì la cornice che accompagnava il prodotto: non c’erano peti di mucca, metano e Co2  attorno a questa polpetta  tutta vegetale, dunque mangiandolo si combatteva  il riscaldamento globale. E poi si aggiungeva, caso mai non si fosse convinti, la domanda idiota degli ultimi tre anni;  non credi nella scienza? Mentre uno scoiattolo rimane stupito e inorridito. da tale possibilità. Racconto questa cosa per mostrare che esistono filiere aziendali disposte a diffondere false verità e nello stesso tempo  a propalare un’idea della scienza non come dibattito in progressione, ma come una sorta di immutabile testo sacro. In realtà quella del riscaldamento catastrofico di origine antropica è solo un’ipotesi formulata su “modelli” ideati molti anni fa e sulla quale non converge affatto la maggioranza degli scienziati del clima:  ma la mobilitazione dei media mainstream che hanno come padroni gli stessi che si apprestano a sfruttare la narrazione del cambiamento climatico per imporre un loro neo medioevo, fanno credere che si tratti di una verità assoluta, In realtà il 70 per cento dei ricercatori non si esprime o è contrario a questa tesi anche se negli ultimi dieci anni si è tentato in maniera truffaldina di diffondere l’idea che tutti fossero d’accordo e che appunto lo dicesse la scienza.

Nel frattempo, mentre la campagna anti Co2 di carattere meramente politico viene assumendo un’intensità ossessiva, si vanno accumulando quintali di prove sul fatto che la quantità di Co2 in atmosfera non è correlata alla temperatura, o quanto meno non lo è al di sopra  di certe concentrazioni e che anzi sia  l’anidride carbonica ad aumentare con l’alzarsi delle temperature e non viceversa.  Le indagini paleo climatiche sono particolarmente impietose mostrando la mancanza di correlazione fra temperature e  concentrazione di Co2, visto che ci sono state glaciazioni con alti livelli di questo gas  in atmosfera e periodi invece molto cadi con basse concentrazioni. Oltre a questo anche il presente comincia a recalcitrare di fronte alle ipotesi catastrofiche visto che negli ultimi dieci anni si va di nuovo estendendo la banchisa artica e si anche fermata la perdita dei ghiacciai groenlandesi. Ma queste cose ovviamente vengono escluse dai media e dunque la gente non le conosce.

Tuttavia  in qualche modo è probabile che qualcosa cominci a non funzionare in questa favola: negli Usa per esempio si cominciano a rifiutare i cibi in qualche modo “artificiali” che vengono proposti sul mercato ,  come ad esempio la finta carne fatta con sostanze vegetali, il che tutto sommato è un buon segnale visto che la catastrofe climatica viene utilizzata per smerciare meglio questui prodotti e per distruggere l’agricoltura tradizionale così da costruire un ‘industria del cibo fondata totalmente sugli ogm, sugli insetti e  su allevamenti cellulari venduti alla gente come un salvezza per il clima, ma che in realtà permettono solo profitti molto superiori, minimi investimenti e speculazioni miliardarie  Le due maggiori aziende americane che producono finta carne, Impossible Foods e Beyond Meat  stanno infatti implodendo. Agli inizi dell’anno  scorso, entrambe le società stavano cavalcando l’onda, con un posizionamento privilegiato sugli scaffali dei supermercati, tanto che  persino  Burger King fu spinta ad un “Impossible Whopper” al suo menu. E c’erano segni anche di ulteriore  espansione grazie a nuovi prodotti che simulavano finte salsicce e bocconcini di pollo. Ma dal qualche mese, singolarmente quasi in contemporanea con le proteste degli agricoltori nel mondo occidentale che sono in pericolo di esproprio causa Co2,  è cominciato un vero e proprio crollo delle vendite che ha raggiunto il 22 per cento per entrambe  le aziende di cibo artificiale con conseguenti licenziamenti. Secondo alcune società di analisi questo è dovuto al fatto che l’espansione del mercato tra il 2021 e il 2022 ha portato anche molti consumatori a rifiutare questi prodotti,. Tuttavia è una spiegazione non del tutto convincente anche perché dopo anni di clamore e di attenzione su questi prodotti, la marea sta scemando con una rapidità straordinaria: si può legittimamente pensare e sperare che il rifiuto non colpisca il prodotto in sé o anche la sua insana filosofia di mangiare della imitazioni di qualcos’altro, ma anche tutto il contesto, diciamo così, narrativo – pubblicitario  in cui vene inserito e di cui il salvataggio climatico è una base portante ancorché grottesca-  Più anidride carbonica c’è in atmosfera più la massa vegetale cresce (14 per cento negli ultimi dieci anni) il che permette non solo di avere più cibo, ma anche di contribuire al raffreddamento della terra come è dimostrato dal fatto che nelle aree di maggiore rinverdimento le temperature sono scese da 0,14 a 0,59 gradi a seconda delle aree.