Da qualche parte c’è ancora qualche resto della vecchia sinistra che i media nascondono nei cassetti perché non amano mostrare che c’è ancora qualcuno che tenta di pensare e non solo di ubbidire. Così sembra venire da da qualche pianeta sconosciuto e alieno l’appello di Oskar Lafontaine non dimenticato leader dei socialdemocratici negli anni 90 e della like negli ultimai anno, marito infine di Sahra Wagenknecht, una delle pochissime persone che in Germania sappia ancora ragionare al di fuori del dogma neoliberista e delle ritualità atlantiste. il vecchio combattente non l’ha mandata dire: “Il fatto che la Germania non sia un paese sovrano è diventato di assolutamente chiaro quando il segretario alla guerra americano Lloyd Austin ha invitato a una conferenza a Ramstein gli stati vassalli per obbligarli a dare il loro contributo alla guerra in Ucraina. Naturalmente, gli Stati Uniti rivendicano per sé anche la decisione se un paese come la Germania può mettere o meno in funzione una linea di approvvigionamento energetico come il Nord Stream 2″.
Questo però è solo l’incipit, perché Lafontaine approfondisce la sua tesi andando a colpire proprio personaggi politici che sono alle guida di questa disfatta tedesca che è insieme una disfatta democratica e e al tempo tesso nazionale:
“Attualmente, non c’è nemmeno un accenno di una politica estera che metta gli interessi della Germania al primo posto. I leader del semaforo Scholz, Baerbock, Habeck e Lindner sono fedeli vassalli degli Stati Uniti. Scholz sostiene il riarmo ed è orgoglioso di poter annunciare consegne di armi all’Ucraina a intervalli sempre più brevi. Si comporta come se non avesse mai sentito parlare dell’Ostpolitik e delle politiche di distensione di Willy Brandt. La politica estera del FDP è dominata dal lobbista degli armamenti Strack-Zimmermann, che a giorni alterni chiede nuove armi per l’Ucraina.
I Verdi sono passati da un partito uscito dal movimento pacifista tedesco al peggior partito di guerra del Bundestag tedesco. Le affermazioni di Annalena Baerbock secondo cui dovremmo “rovinare la Russia” devono essere definite fasciste. Manca anche il più grande partito di opposizione. In qualità di ex dipendente del colosso finanziario statunitense Blackrock, il presidente della CDU Friedrich Merz è un leale atlantista, richiede ancora più consegne di armi e voleva persino chiudere il Nord Stream 1.
La politica estera tedesca danneggia gli interessi del nostro Paese e non contribuisce alla pace in Europa. Ha bisogno di un completo riorientamento. Se c’è un pericolo di guerra tra potenze nucleari a causa della geopolitica statunitense, allora è compito dei politici tedeschi ed europei fare tutto il possibile per tenere il nostro territorio fuori da questo conflitto. In vista di questa situazione, anche i politici inesperti in politica estera dovrebbero capire che non c’è modo di aggirare l’autoaffermazione dell’Europa. Un primo passo sarebbe spingere per un cessate il fuoco, presentare un piano di pace e mettere in funzione il Nord Stream 2. Il proseguimento dell’attuale politica, invece, porta all’impoverimento di gran parte della popolazione, distrugge interi settori dell’industria tedesca ed espone la Germania al pericolo di essere trascinata in una guerra nucleare”.
Purtroppo egli parla in un contesto allucinante e ormai folle nel quale sembra che non esiste più alcuna relazione tra gli eletti e gli elettori e dunque alcuna forma di democrazia rale. Proprio ieri una dei leader dei versi la guerrafondaia ministra degli esteri Annalena Baerbock alla ” Conferenza Forum 2000 ” che si tiene in questi giorno a Paga ha detto: “Prometto al popolo ucraino: ti staremo al fianco finché avrai bisogno di noi. Voglio consegnare, indipendentemente da ciò che pensano i miei elettori tedeschi, voglio consegnare per il popolo ucraino”. E’ questo il prezzo ce si deve pagare quando si dà il voto agli imbecilli comprati un tanto al chilo da Wef e dal dipartimento di stato Usa.
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