Proprio ieri ho scritto sulla menzogna sistematica in cui viviamo e che permea ogni aspetto della realtà. Oggi mi tocca darne un ulteriore conferma di fronte alla volontà degli organismi sanitari di rendere in qualche modo credibili i vaccini su cui si addensano parecchie ombre, non solo il numero del tutto inatteso delle reazioni avverse e dei decessi che ha travolto persino il database dell’Ema, ma anche le ombre sempre più dense sulla reale efficacia e i dubbi che scaturiscono dal fatto che i vaccinati continuano ad essere  infettivi e positivi.

A questo punto occorre chiarire che la cosiddetta pandemia poggia su due pilastri di argilla che solo un’informazione completamente asservita può far rimanere in piedi

  1. Test falsi positivi. Il test PCR inaffidabile può essere manipolato per riportare un numero elevato di falsi positivi aumentando la soglia dei cicli di moltiplicazione  (valore CT)
  2. Conteggio gonfiato dei casi. La definizione incredibilmente ampia di “caso Covid”, utilizzata in tutto il mondo, elenca chiunque riceva un test positivo come “caso Covid19”, anche se non ha mai manifestato alcun sintomo .

Sono cose in parte note, anzi divenute ufficiali come la sconfessione dei test Pcr da parte dell’Oms, ma che non riescono ad essere messe assieme per strappare il sipario della mistificazione, eppure senza di esse non ci sarebbe stata nessuna pandemia. Ma adesso si tratta di venire in soccorso dei vaccini e di tutta la narrazione in genere che rischia di vacillare: così  il Cdc americano che non è solo un meccanismo di controllo, ma un produttore in proprio di vaccini, ha trovato una geniale soluzione in due sole mosse: ha dichiarato che per i vaccinati, ma solo per loro, il test pcr non deve superare i 28 cicli di amplificazione così da diminuire la percentuale dei vaccinati che risultano positivi e salvare così la faccia di Pfizer e compagni di merende, ma continuando ad usare moltiplicazioni inutili e assurde per i non vaccinati in maniera da tenere in piedi la narrazione pandemica. Inoltre a partire dal primo maggio se una persona vaccinata non ha sintomi di influenza – pardon covid- o ne ha di lievissimi non sono sarà più considerato un caso Covid, ma continuerà ad esserlo se non è vaccinato.

In pratica si è creato un assurdo sistema di diagnosi a doppio livello che produce il seguente effetto:

Se la persona 1  non è stata vaccinata. e risultata positiva per Covid utilizzando un test Pcr a 40 cicli, dunque privo di senso come dicono l’Oms e persino il dottor Fauci, pur non presentando sintomi di alcun genere, è ufficialmente un “caso covid”.

Se la persona 2 è stata vaccinata, risulta positiva a 28 cicli e ha chiari sintomi di malessere compresa la febbre alta non è un caso covid.

Non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro per illustrare l’assurdità di tutto questo e di una malattia che compare o scompare a seconda di come la si misuri. Però si può aggiungere un esempio ancora più allucinante: se una persona vaccinata  risulta positiva con un test che va oltre i 28 cicli, magari solo 29, viene ospedalizzata e muore non è  un caso covid. Insomma se non lo avete capito i vaccini funzionano solo grazie ai bari incistanti nelle burocrazie sanitarie.