Il ministero della salute tedesco confessa: 2.707 persone in Germania sono morte dopo una vaccinazione anti covid, 6.221 vaccinati hanno dovuto essere ricoverati in ospedale e un totale di 57.146  persone sono risultate positive dopo la puntura. In sostanza più del 5 per cento delle persone la cui morte è stata attribuita al covid quest’anno e deceduta dopo almeno un dose di vaccino.  Questi dati naturalmente non sono stati rivelati in maniera ufficiale e spontanea, ma comunicati a un giornalista che non si è accontentato dei bollettini ufficiali e che del resto non poteva essere facilmente ignorato essendo uno dei più noti in Germania. Si tratta infatti di Boris Reitschuster, autore di numerosi libri, traduttore in tedesco di Michail Gorbačëv, collaboratore di giornali prestigiosi come Washington Post, Guardian, Frankfurter Allgemeine, Wiener Zeitung e Münchner Merkur  docente presso l’Istituto di politica ed economia internazionale  Haus Rissen  di Amburgo, considerato uno dei maggiori esperti europei in fatto di Russia. dunque di certo non complottista o un ribelle, Questo per ottemperare al compito gravoso per chi dice cose vere di giustificare ogni singolo passo, mentre i ballisti sono esonerati da qualsiasi verosimiglianza.

Naturalmente c’è sempre un scusa pronta per giustificare cifre che fanno paura e che in ogni caso sono qualcosa di mai visto per una campagna vaccinale: in questo caso è che una sola dose di vaccino non conferisce abbastanza immunità e che anche dopo la secondo occorre aspettare dalle due alle quattro settimane per ottenere una copertura sufficiente. Questo sarebbe indicato dal fatto che sui 57.146 casi di covid post vaccinale 44.059, cioè il 77 per cento, sono stati diagnosticati dopo una sola dose e  13.087, cioè il 23 per cento dopo la seconda. Ma non conoscendo né il numero totale dei test effettuati dopo la prima e la seconda dose di vaccino, né i dati di moltiplicazione dei test medesimi è impossibile valutare la consistenza di tale argomento.  Una cosa però è certa che appena due anni cifre del genere avrebbero portato all’immediato ritiro del vaccino e comunque evidenziato la sua scarsissima utilità nei confronti di una malattia stagionale per la quale rischia di fornire una copertura solo quando l’ondata virale è passata.

Ma c’è di più: dai dati si evidenzia il fatto che la malattia contratta dopo il vaccino abbia un decorso molto più grave di quella contratta senza : delle 44.059 persone risultate positive dopo la prima dose 28.270 si sono ammalate, ovvero il 64% , contro un 5 % in assenza di vaccino, mentre  4.562, ovvero il 10 per cento sono state ricoverate in ospedale e 2.045, ovvero il 4,6 per cento,  sono morte. E qui viene il dato più inquietante Delle 13.087 persone vaccinate anche con la seconda dose, ma risultate positive , 4.999 si sono ammalate, ovvero il 38%,  1.659 , il 13% sono andare in ospedale, mentre 662, cioè il 5,1 percento, sono morte. Come si vede se con la seconda dose il numero di ammalati post vaccinali diminuisce,  è anche vero che aumenta la gravità della malattia, un effetto esattamente contrario a quello che le i produttori di vaccini affermano. Ma anche qui l’unico argomento è il solito disco rotto del ritardo nella formazione dell’immunità e bla bla bla, senza però tentare di spiegare come mai dopo la seconda dose, quando comunque tale immunità dovrebbe essere superiore la gravità della malattia aumenta: il lato oscuro delle vaccinazioni si allarga ogni giorno di più.

C’è poi da capire come mai in Germania ci sono cifre che costituiscono la metà di quelle europee con un quinto scarso degli abitanti e i 3/4  di quelle Usa che tuttavia hanno una popolazione 4 volte maggiore. Il minimo che viene da pensare è che i criteri di conteggio siano diversi o meglio ancora che i livelli e le modalità dei falsi non corrispondano. E meno che corrispondano con le balle dell’informazione mainstream.