Stamattina ho scritto della sconfitta delle sinistre a Madrid a causa della loro assoluta subalternità alla narrazione pandemica, ma dopo qualche ora mi tocca menare qualche colpo anche in direzione contraria, ossia in quell’area di piccole imprese che sono le vittime principali delle “misure” anticovid e dove si evidenzia il fatto che la protesta non riesce più a trovare una sorta di solidarietà di categoria e che l’operazione culturale di atomizzazione della società perpetrata negli ultimi 40 anni dal neoliberismo è perfettamente riuscita. Certo non siamo più in Spagna, ma in Piemonte, ma non credo che faccia troppa differenza: i carabinieri con uno spiegamento di forze che non sarebbe stato giustificato dalla presenza di terroristi kamikaze armati ha chiuso la “Torteria” di Chivasso la cui proprietaria Rosanna Spatari si era rifiutata di rispettare gli assurdi ordini di chiusura e i divieti di assembramento. E per questo si era beccata non so qualche multe: ma le sanzioni non bastavano certo a un potere che deve terrorizzare non essendo in grado né di spiegare, né di dimostrare l’efficacia e la sensatezza dei suoi divieti. Anzi portato idealmente alla sbarra dovrebbe ammettere di aver fatto esattamente il contrario di quanto prescrivono le evidenze scientifiche così come accade in tutto il mondo occidentale. E infatti non si può dimostrare che l’apertura dell’esercizio sia all’origine di un solo caso di Covid.

Tuttavia se Rosanna Spatari avesse avuto l’effettiva solidarietà dei commerciati della zona, quanto meno quelli della stessa categoria, se molti altri avessero seguito il suo esempio, la Torteria non sarebbe stato affatto chiusa perché come si sa il numero è forza e di fronte a una disobbedienza generalizzata avrebbero lasciato perdere o modificato le “misure” locali che tanto sono un’imposizione autoritaria priva di senso e non avrebbero retto di fronte a reazioni decise.  Invece, mancando un elementare  spirito di comunanza e di partecipazione i suoi colleghi l’hanno lasciata sola nella speranza che ubbidendo all’assurdo riusciranno in qualche modo a cavarsela. Non è escluso che le “autorità” di questo tipo, dotate ormai di una inettitudine etica senza precedenti, siano arrivate anche al ricatto su attività che magari hanno qualche contezioso o qualche angolo d’ombra, per così dire. E ho l’impressione ( rafforzata da qualche indiscrezione) che questo possa essere avvenuto non solo a Chivasso, ma dappertutto: tuttavia questo è stato reso possibile a causa di una cultura che man mano ha abbattuto qualsiasi spirito di comunanze e di aggregazione che così al minimo rischio e alla minima necessità di lotta viene meno rendendo possibile al potere impallinare una a una le vittime designate. Questo è il risultato dello scempio politico e antropologico che si è compiuto durante la stagione del berlusconismo in cui ognuno ha pensato di poter fare da sé  per sé: nemmeno di fronte al fallimento totale di questi presupposti  c’è la capacità di riattingere a un minimo spirito di solidarietà e anche di consapevolezza del fatto evidente  che più si ubbidisce meno si sarà liberi in futuro. Ma certo per comprendere questo occorrerebbe anche un qualche concezione politica non ancora primitivizzata:  oggi l’unica cosa che non si è riusciti a dividere, l’unica che non si riusciti a isolare è il virus stesso.