Anna Lombroso per il Simplicissimus
Si sa che il 5 per mille è una quota dell’IRPEF che lo Stato ripartisce su indicazione dei cittadini-contribuenti al momento della dichiarazione dei redditi.
Ne possono beneficiare oltre ad organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, onlus e cooperative, fondazioni, enti di istruzione e ricerca sanitaria, istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, istituzioni che svolgono attività di ricerca sanitaria con orientamento traslazionale, associazioni sportive dilettantistiche” e organismi impegnati in “attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici”, oltre ad alcuni enti pubblici: Comuni, Istituti universitari e di ricerca; Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e altri istituti sanitari pubblici con finalità di ricerca ad orientamento traslazionale; Istituti controllati dal MIBACT e dotati di autonomia speciale.
Queste informazioni di base facilmente reperibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate, fanno capire che salvo per gli enti espressamente indicati dal contribuente, spetta ai dicasteri di riferimento effettuare una selezione dei meritevoli di aiuto pubblico, secondo criteri che riconoscano il contributo culturale, pedagogico, ambientale e di carattere umanitario della loro attività al servizio dei cittadini.
Nulla da ridire, no? se tra le organizzazioni che rispondono ai requisiti nel rispetto dell’articolo 1, comma 154, della legge 3 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015), è stata giudicata ammissibile alle risorse della ridistribuzione operata dal Ministero dei Beni Culturali del 5xmille per gli enti di volontariato e pure del 5xmille destinato a quelli di ricerca e divulgazione scientifica, la Fondazione Bettino Craxi, un vero giacimento culturale, secondo il gergo in voga ai tempi della Milanodabere, riconosciuto di “notevole interesse storico” e di “eccezionale interesse culturale e/o artistico” dalle competenti Soprintendenze e che “svolge attività di elaborazione e promozione culturale in campo nazionale ed internazionale, prevalentemente nell’ambito delle scienze storico-politiche ed economico-sociali, attraverso convegni, conferenze, seminari, incontri di studio, pubblicazioni e presentazioni”.
Presieduta da Margherita Boniver, una delle vestali del culto del politico e dell’uomo Craxi, nelle due sembianze di leader di governo e di perseguitato costretto all’inumano esilio, la Fondazione ha scelto come target privilegiato giovani studiosi intenti a una ricerca storica incentrata sui valori politici e civili e sulla personalità e l’esempio di vita dello “statista”, “custode della storia del socialismo”. Ai quali assegna borse di studio e aiuti in modo che contribuiscano alla divulgazione “dell’Opera Omnia di Bettino Craxi”, dagli anni della formazione agli esordi nella vita politica milanese, dalla prima elezione a parlamentare ai primi passi della scalata alla segreteria del Partito Socialista fino alla Presidenza del Consiglio negli anni 1983-1987.
Per anni tra i bersagli preferiti delle campagne di moralizzazione del Paese ormai precipitate nel dimenticatoio e neglette anche dai profeti dell’onestà, erano gli enti inutili che traevano fondi dalla greppia pubblica, per la sopravvivenza di burocrazie e consigli interni, collegi di probiviri e comitati scientifici, dediti alla devozione post mortem di oscure personalità e al sostegno concreto di viventi produttori di convegni a platea ridotta, pubblicazioni semi clandestine e presentazioni con rinfresco di samizdat. Per anni quindi abbiamo avuto modo di indignarci per le risorse spese al fine di recare annualmente una rosa rossa allo Spielberg in omaggio all’eroe Maroncelli.
Ma questo avveniva prima che un’opinione pubblica disillusa, investita del ruolo di società civile virtuosa in aperto contenzioso con un ceto politico vizioso e corrotto, assegnasse al terzo settore i poteri sostitutivi in materia di welfare, il ruolo di tutela dei beni comuni a cominciare dall’ambiente grazie a campagne e scampagnate di ecologia “domestica”, la funzione di custodia di valori culturali e morali trascurati e esiliati dalla scuola, normalizzando la sostituzione della solidarietà con la pietà, della partecipazione democratica con la delega in bianco.
E prima che a decidere qualità culturale e morale di enti e associazioni fosse una autorità “superiore” indipendente dal controllo degli stessi cittadini che hanno stanziato parte delle loro tasse per la promozione e la valorizzazione di principi, memoria collettiva, storia e beni comuni.
Non c’è da stupirsi se questa autorità, l’inossidabile e inamovibile ministro Franceschini, ha voluto addirittura aumentare la dazione prevista a favore della Fondazione riconosciuta anche come Istituto culturale, che passerà da 50mila a 130mila euro all’anno – con un balzo del 160 per cento – per il prossimo triennio fino al 2023, contribuendo con i nostri quattrini all’opera di riabilitazione del leader e di beatificazione dell’esule perseguitato dal primo manifestarsi dell’antipolitica forcaiola e giustizialista, e alla pubblicità per i suoi evangelisti, apocrifi compresi: il 30 aprile verrà presentato davanti a un prestigioso parterre il libro di Filippo Facci sulle monetine del Raphael dal titolo 30 aprile 1993. L’ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica.
E dire che avevamo detto in tanti che la condanna dell’autoritarismo e delle acrobazie anticostituzionali del Presidente del Consiglio Craxi, che avevano aperte le porte al golpista/affarista del ventennio successivo, dovevano essere sottoposte al giudizio dei tribunali, si, ma anche a quello della storia, una storia indipendente dall’uso di parte, mentre ancora una volta le tasse dei cittadini finanziano l’agiografia e la manipolazione.
Sarà un sollievo per Grillo che ha scoperto in un colpo solo le nequizie della giustizia a orologeria e manettara e i dolori dell’amor paterno ferito e oltraggiato, venire a sapere che alleati di governo conservano ancora i valori del rispetto per i padri veri e putativi, che se qualche figlio in controtendenza si è mangiato Crono e qualche tesoretto in capo al Conto protezione, altri invece sono determinati a conservarne e celebrarne immagine e reputazione, così come onorano la giustizia se si piega e adatta alle regole dell’interesse disuguale e in conflitto, alla criminalizzazione degli ultimi per incoraggiare i penultimi e assolvere i primi.
3. “La corruzione è un’ammaccatura sul paraurti “, lectio magistralis del Dott. Marco Cattaneo per Basta con l’Eurocrisi
1 luglio 2019
https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2019/07/la-corruzione-e-unammaccatura-sul.html
Vedasi anche i miei tre ultimi post all’articolo appena segnalato, ne riporto i titoli:
A. “Italia Quarta Potenza Mondiale nel 1991. Trova le Differenze”, Prof. Massimo Bordin per Micidial Blog
B. “Corruzione, debito pubblico e costi della politica non c’entrano. L’austerità sì”, Daniela Corda, referente economico di Rete MMT Sardegna.
C. “Crisi e corruzione in Italia”, Prof. Alberto Bagnai per Goofynomics Blog
4. Breve Conclusione.
Lungi da ma voler santificare Bettino Craxic che come tanti politici di governo dei paesi occidentali dell’epoca non era uno stinco di sato, ma farne un capro espiatorio, quando già allora l’Italia era un paese a sovranità fortemente limitata e fondamentalmente già allora eterodiretto , significa nella migliore delle ipotesi essere degli ingenui.
5. Cordiali saluti e buona giornata.
Fabrice
3. “La corruzione è un’ammaccatura sul paraurti “, lectio magistralis del Dott. Marco Cattaneo per Basta con l’Eurocrisi
1 luglio 2019
https://bastaconleurocrisi.blogspot.com/2019/07/la-corruzione-e-unammaccatura-sul.html
Vedasi anche i miei tre ultimi post all’articolo appena segnalato, ne riporto i titoli:
A. “Italia Quarta Potenza Mondiale nel 1991. Trova le Differenze”, Prof. Massimo Bordin per Micidial Blog
B. “Corruzione, debito pubblico e costi della politica non c’entrano. L’austerità sì”, Daniela Corda, referente economico di Rete MMT Sardegna.
C. “Crisi e corruzione in Italia”, Prof. Alberto Bagnai per Goofynomics Blog
2. Antonio Di Pietro: eravamo arrivati anche al PCI poi l’inchiesta fu fermata dai servizi segreti deviati.
Antonio Di Pietro è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso di ECG, format condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
Febbraio 2017
Su Mani Pulite, Di Pietro smentisce chi dice che non si sia voluta fare chiarezza sul PCI: “Tangentopoli si fermò davanti al Partito Comunista? Chiacchiere di chi non ci vuole stare. A parte che tangentopoli c’è ancora oggi, non si è mai fermata. E’ l’inchiesta di mani pulite che si è fermata, e il perché lo spiega il Copasir, che dice che mani pulite è stata fermata da una operazione di delegittimazione portata avanti da sezioni deviate dei servizi segreti su ordine di altissime cariche dello Stato. Noi siamo arrivati fino ai segretari amministrativi di tutti i partiti e in alcuni casi anche ai segretari politici.
Riferimento e proseguimento:
https://www.dettiescritti.com/storia/3656/
1. Rino Formica: l’America ci azzoppò con Silvio, Fini e D’Alema
Siamo nel 1992 e sulla scongelata frontiera Est-Ovest si moltiplicavano i punti di fuoco, l’impero russo si stava decomponendo, il dopo-Tito era un’incognita e le mafie dell’Est rischiavano di saldarsi a quella siciliana. L’Italia traballa, mette a rischio equilibri strategici e a quel punto Clinton decide di mandare da noi, non il solito Paperone che ha finanziato la campagna elettorale del Presidente, ma un grande ambasciatore di carriera, uno che ha già trattato con colonnelli e terroristi, capace di salvaguardare gli interessi strategici americani. Bartholomew capisce che l’Italia è sull’orlo della guerra civile, che democristiani e socialisti sono inutilizzabili e punta su Berlusconi, D’Alema e Fini, leader dal passato “ingombrante”.
Quando un impero non può scegliersi un alleato forte, preferisce alleati impediti e in qualche modo ricattabili: ecco perché vengono scelti gli eredi Rino Formicadi due sistemi politici totalitari e un imprenditore “compromesso” col precedente sistema. A D’Alema gli americani affiancano il più grande dei persuasori occulti, Francesco Cossiga. Venti anni dopo possiamo dire che, dalla visuale degli interessi Usa, l’intuizione dell’ambasciatore fu geniale, ma aver puntato su tre leader “zoppi” non ha certo consentito all’Italia di recuperare la sovranità perduta allora. Di quella scelta abbiamo pagato le conseguenze.
Assieme alla sovranità politica limitata, in quegli anni si riduce drasticamente la presenza pubblica nell’economia, si privatizza, partiti e sindacati perdono potere. E ancora: tra il 1992 e il 1993 l’Fbi ritiene che la Cia, dopo il crollo del Muro, non abbia più punti di riferimento e in questo quadro si punta a ridurre non solo la sovranità politica ma anche l’autonomia giudiziaria, come Maurizio Molinari ha già scritto in un suo libro. Il capo dell’Fbi arriva a Roma, incontra i ministri dell’Interno e della Giustizia e senza che ne sappia nulla neppure il sottoscritto, al tempo ero ministro, viene deciso che la polizia americana si “affianca” a quella italiana nelle indagini sulla morte di Falcone. In questi giorni si parla di trattativa con la mafia. Ma partecipò anche l’Fbi?
Rino Formica, estratti dall’intervista “Usa, che errore puntato tutto su Berlusconi, Fini e D’Alema”, che l’ex ministro socialista ha rilasciato a Fabio Martini per “La Stampa” il 31 agosto 2012
Riferimento:
https://www.libreidee.org/2012/09/formica-lamerica-ci-azzoppo-con-silvio-fini-e-dalema/
Domande:
la disgregaziione della Yugoslavia con le guerre dei Balcani era stata già prevista dalla CIA due anni prima dal loro inizio, se fossero rimasti in sella Craxi con la vecchia guardia DC si sarebbero comportati nell’occasione come gli zerbini di D’Alema & Company?
in quegli anni si riduce drasticamente la presenza pubblica nell’economia, Prodi, D’Alema e Mario Draghi ne sono i più entusiasti esecutori, se fossero rimasti in sella Craxi con la vecchia guardia DC si sarebbero comportati allo stesso modo?
se Craxi non avesse avvisato Gheddafi che gli amerikani stavano preparando un attentato mortale nei suoi confronti, Craxi sarebbe stato fatto fuori?
se Craxi non fosse stato filopalestinese ma invece filoisraeliano, Craxi sarebbe stato fatto fuori?
Craxi a Sigonella aveva mandato i carabinieri a puntare le armi sui marines per proteggere il commando palestinese dell’Achille Lauro, e pochissimi lo sanno ma l’operazione Achille Lauro era mirata a colpire il Mossad decapitando il “B’nai Brit, il capo dei “B’nai Brit”era quel signore sulla sedia a rotelle che i palestinesi buttarono giù dalla nave, si chiamava Leon Klinghoffer, ovviamente i giornali scrissero la balla che la vittima era un povero paralitico, quindi se Craxi invece non avesse mandato i carabinieri a puntare le armi sui marines per proteggere il commando palestinese dell’Achille Lauro che a sua volta si era macchiato di un’omicidio gravissimo, Craxi lo avrebbero fatto fuori?
Craxi voleva anche nazionalizzare la Banca d’Italia, se Craxi non lo avesse voluto o avesse fatto il vago su questa particolare questione, Craxi lo avrebbero fatto fuori?
Come verranno sperperati…eehhhhehhm , spesi i fondi a debito del recovery fund ?
https://it.sputniknews.com/intervista/2021042210450377-recovery-fund-valpiano-neanche-una-minima-parte-dei-fondi-allindustria-bellica/
Si può leggere :
https://comedonchisciotte.org/forum/opinioni/m-della-luna-abusi-e-bugie-cosi-stanno-riscrivendo-la-costituzione/
Capitalismo for dummies :
Spesa pubblica, senza investimenti pubblici produttivi di benessere collettivo :
Sto paese (p minuscola…) continua con i soliti “”””””””””””””””””””progressi””””””””””””””””””””””””””” ( magari pensa di aver pagato troppo poco l’operato di Craxi, nono stante ogni tre per due il politicante di turno quando necessitano spese pubbliche per il benessere sociale attacchi la solfa del “Non ci sono soldi”, mentre per Craxi e relativa Propaganda beatificante, anche da morto i soldi li si trova… che dire siamo un paese di artisti con numerose e svariate m…e d’artista in ogni dove…).