Anna Lombroso per il Simplicissimus
Con prevedibile periodicità di tanto in tanto qualche Augusto Marpione interrompe il suo dorato letargo per chiamare a raccolta la corporazione degli “intellettuali” in modo che somministrino la loro lungimirante saggezza, dimostrata con l’appassionata e ammirata adesione al sindacalismo territoriale della lega, costola della sinistra, al pragmatico dinamismo di Craxi, alla punitiva austerità dei sobri prestati al governo, alla rottamazione di Renzi (propagandato da un venditore ambulante di psicoanalisi “un tanto al metro” come Telemaco, il figlio giusto, capace di guidare la modernizzazione), prendendo a frustate morali e civili la plebe irriconoscente, pelandrona e volontariamente dedita al più bieco servaggio tramite il consueto ricorso a illustri appelli, con in calce esimie firme di venerabili maestri, di giovani enfant prodige della petizione, soprattutto di soliti stronzi.
Non mi permetto di scomodare il povera Gramsci frequentato grazie a Wikiquote, né Bobbio, finito nel novero dei disfattisti e nichilisti, gufi e professoroni, quei ”professionisti della cultura che pretendono di fare a pugni con la realtà e l’innovazione” come ebbe a dire l’inarrivabile bullo, in favore di profeti del Si estratti dalla tomba per servire la causa di recenti giovani golpisti. Gli usignoli dell’imperatore sono passati dai gorgheggi degli editoriali sui corrieroni ai 140 pigolii su Twitter, con uguale sicumera, pari arroganza e usuale negazione di ogni correità, si tratti dell’esimio filosofo transitato con disinvoltura dalla collina dello Steinhof alla cadrega di doge, di deputato, di europarlamentare, di consigliere regionale, devoto di volta in volta di Potere operaio, del Pci poi Ds, sempre in posizione critica e solinga preferendo a tutte la compagnia di se stesso, unico degno di venerazione e autorizzato a esprimersi in favore di una “riforma” che definì contemporaneamente una schifezza, si tratti del Moccia del Marxismo, Fusaro, si tratti dell’eterno teoreta della bora, Magris, folgorato sui tavolini del Caffè Italia dalla semplificazione, si tratti del cantore vernacolare della Costituzione Benigni pronto a farne carta da macero, dell’immarcescibile Galli Della Loggia, entusiasta del renzismo, del nuovo uomo della provvidenza e della sua missione di abiura del postcomunismo per lavorare alla costruzione di quella politica realmente riformatrice; e poi giù giù, altre mezze figurine del negazionismo della responsabilità di testimoniare e rappresentare sfruttati, deboli, altre “pennette” rinunciatarie di pensiero, critica e ragione, i Pisapia, i Serra, il caravanserraglio della Rai sul tappetino di Fazio o elogiatori dell’astensionismo e dell’aventinismo come virtù morali e cifra di menti superiori e quindi necessariamente sdegnose, quali il profeta dell’abdicazione Roberto Esposito, seguito da uno stuolo di fan selezionati tra gli speculatori teorici da tastiera, fino a oscuri sebbene molto più titolati insegnanti delle medie, contagiati dalla smania di riconoscersi in un ceto dal quale cervelli del passato darebbero entusiastiche dimissioni.
In questi anni avevamo vissuto una fase beata, il consenso al regime aveva determinato una produzione di interviste omaggio condotte da redattori genuflessi, ma pure una eclissi di appelli che avevano fatto sperare che l’adesione al pensiero forte li portasse all’estinzione.
Macché, eccoli i dinosauri svegliarsi nel jurassic park della cerchia degli influenti laddove non esiste più cultura sostituita da nozionismo e gerghi tecnici, non esiste più informazione sostituita da un affastellarsi di comunicazioni grezze, non esiste più verità sostituita da divulgazioni parziali e contraffatte, non esiste più libertà sostituita dalla somministrazione dall’alto di regalie e licenze arbitrarie.
Sono tornati ringalluzziti dalla possibilità di ritagliarsi un posto in prima fila dalla parte della ragione, quella di chi vuole vincere facile nella guerra contro la volgarità plateale, l’ignoranza esibita anche tramite il disuso dei congiuntivi e dei condizionali, la approssimazione e l’incompetenza fino a pochi mesi fa guardati con tenera indulgenza quali manifestazioni di giovanile e appassionata intraprendenza. Ma anche dall’opportunità offerta di affacciarsi dalla loro torre d’avorio, egotica e snobistica, per ritrovarsi con rinnovato spirito di appartenenza al ceto aristocratico nella tenzone – virtuale e teorica – contro la marmaglia, contro il maledetto populismo, contro quel sentiment che hanno contribuito a generare, suscitare, legittimare a forza di puzza sotto al naso, di ripugnanza per le miserabili rivendicazioni che affiorano dal fango delle periferie a di Rio Bo che non vogliono gli “altri”, proprio come a Capalbio (in quella dolce Maremma dove vive uno dei più celebrati esponenti della cricca: ne abbiamo scritto qui: https://ilsimplicissimus2.com/2016/11/24/la-vie-en-rosa/) salvo che a loro non è consentito perché il brutto è meglio sia confinato nelle geografie del brutto, come la povertà, la malattia, la disperazione.
La fine del lavoro non ha prodotto la fine della fatica. Ma questi non conoscono né l’uno né l’altra e mi viene da dare ragione a una mente luminosa napoletana appartenente a una generazione nella quale pensiero critico, ironia leggera ancora circolavano e che della professione di intellettuale diede la folgorante definizione di quelli cui piace stare comodamente “int’o liett”, con preferenza, c’è da dire, per i triclini delle abbuffate del declino dell’impero romano.
“La gente, soprattutto se sofferente, non stà lì ad approfondire tante cose, prende in odio la Boldrini ed i migranti da lei difesi e si gira verso la propaganda leghista”
La gente se sofferente, VEDE la sinistrata Boldrini e soffre ANCORA DI PIÙ.
La Boldrini cerca rendite politicanti nell’ignoranza dei nuovi immigrati.
Alle classi subalterne italiane NON RIESCE PIÙ A RACCONTARE LA STORIELLA “DEL LUPO”… gli italiani si sono convinti che il lupo sia lei assiemE a compagnia sinistrata cantante, ed entrambe i soggetti Non hanno fatto nulla per smentire detto convincimento.
Viste le notevoli capacità di cianciare della Boldrini; seguendola andrà a finire che si caricheranno gli extra oneri di gestione di un’immigrazione indiscriminata sulle spalle delle classi subalterne… ecco la nuova frontiera per le classi subalterne defraudate da una classe dominante predona: sobbarcarsi gli oneri per l’importazione di ulteriori eserciti industriali di riserva, in periodo di crisi economica.
Peraltro per quel poco che ho letto , a me Non risulta che sulla nave Diciotti ci siano stati maltrattamenti o cose simili…c’è stata più probabilmente propaganda sinistrata.
Bel post di Anna Savonarola Lombroso (è un complimento). Fusari, Cacciari, Delli Loggi, svolgono il vergognoso lavoro che si sono scelti, tengono famiglia.
Però essi sono lupi che non odiano il populismo, il sovranismo etc, Essi odiano gli impoveriti che a tali nuove ideologie si sono rivolti, essi odiano l’uomo. Non diversamente dai Salvini e dai Di Maii, avvoltoi nati spontaneamente ma presto arruolati alle dipendenze degli stessi padroni dei lupi di cui sopra.
Lo scopo è in ogni caso quello di intruppare al carro del Capitale, il burattinaio che propone opzioni falsamente alternative muovendo da dietro le quinte i fili di lupi ed avvoltoi
Ripartire dall’uomo, dagli italiani impoveriti, dalla loro prospettiva autonoma da ritrovare, mai come oggi la prospettiva di classe è tout court la prospettiva umana. Un compito che non è incompatibile con un moralismo alla Savonarola, diventa tale rispetto a moralismi più blandi che non vanno fino in fondo. Fa piacere il passo avanti rispetto al post di sotto richiamato (c’è poi chi è perso a Dio e agli Uomini, a scanso di equivoci non mi riferisco ad Anonimo)
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Sicchè delle critiche, secondo le quali la Lombroso non citava neanche i poveri cristi sulla diciotti, finirebbero per favorire in ultima istanza quelli del bob-ton a la Macron. Rigorismo controproducente ? Sul terreno scelto dalla Lombroso, una breve considerazione
Il più grande motivo che rende odiosa la a Boldrini è che la stessa denuncia i patimenti dei migranti dimenticandosi puntualmente di affiancarvi le sofferenze che ormai riguardano moltissimi italiani. La gente, soprattutto se sofferente, non stà lì ad approfondire tante cose, prende in odio la Boldrini ed i migranti da lei difesi e si gira verso la propaganda leghista
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La Lombroso, nel post finale sulla vicenda diciotti , ha correttamente messo alla berlina le immonde passerelle dei politici a la Macron ed opportunamente ha ricordato i terremotati italiani ancora nelle baracche.
Ma a tali terremotati non ha affiancato gli imigranti bloccati sulla diciotti (non ha cioè nemmeno citato i diretti interessati), se essa estromette tali migranti dal discorso pubblico, cosa crede che rimarrà al lettore medio, che non è tenuto a fare la lettura completa delle Opere Lombrose ?
Il lettore medio di tali migranti si dimenticherà, ed in odio ai politici a la Macron dalla Lombroso messi all’indice, si farà permeare dalla propaganda leghista (tanto più ove fosse un lettore sofferente)
In politica dimenticarsi del qui ed ora significa scadere nel politicismo (sempre), la Boldrini lo fa sistematicamente, credo che Lei lo abbia fatto nel post in oggetto
ormai anche gli scriventi sono sofferenti.. non solo i lettori che temo siano pochi e selezionati per empatia.. da tempo non scrivo per la stampa ufficiale e spesso mi pare di rivolgermi ad amici, anche se mi piacerebbe pensare di rivolgermi a compagni, termine caduto in desuetudine. Il fatto è che da anni so e scrivo che quelli come Salvini ma pure come Bodrini sono la scremarua non per merito della “società civile”, che per mezzi e strumenti di propaganda hanno il potere di estrarre dal profondo vergogne e pregiudizi vizi e attitudini dei quali per un po’ si è provato pudore. Quindi cerco di informare, di indirizzare una fiammella del cerino verso qualche zona d’ombra. Non penso di fare proselitismo, spero che ogni tanto qualcuno sia incuriosito. Non imparttisco neppure lezioni, non redigo il bignami o l’inventario delle vittime a ogni post, spero che quelli che lo sono si riconoscano e comincino a pensare che è il nemico di classe che finora è riuscito a unirsi, invece di dividersi.. anche se pare proprio che valga il metodo di colpire gli ultimi per appagare i penultimi.. condannati allo stesso destino