Alle volte, lo confesso, riesco a trovare motivo di compiacimento in mezzo al dramma: accade quando qualche previsione si realizza dandomi la speranza che anche la dissoluzione dell’era contemporanea col suo alto tasso di idiozia intellettuale, politica e morale, sia ormai definitivamente cominciata. Uno dei motivi per cui avevo fatto il tifo per Trump era che il personaggio nella sua spontanea rozzezza avrebbe finito per decostruire in poco tempo l’immagine dell’America messa in piedi a forza di negazioni, bugie, silenzi, distorsioni, riti political correct, quella che faceva l’esatto contrario di quanto ufficialmente predicava, ponendosi così alla testa di un era della narrazione al riparo della quale le elites di potere globale hanno messo mano allo scasso della democrazia e più ancora all’idea di progresso sociale.
E infatti adesso abbiamo gli Usa senza infingimenti, senza decorazioni retoriche in similoro o in similnero: protervi nella difesa assoluta delle rendite di posizione, violenti, sempre alla cova di un razzismo originario, inaffidabili come amici, opachi come padroni. Abbiamo gli Usa che ci chiedono di portare a 100 milioni al giorno le spese militari come vassallatico, strappando questi soldi ai nostri salari, ai nostri diritti, al nostro welfare per conferirli direttamente alle industrie belliche degli States, imposizione già arrivata ma questa volta paradossalmente in nome di un’alleanza che secondo lo stesso richiedente è ormai obsoleta; gli accordi con l’Iran sono stati stracciati dal giorno alla notte come se, tra l’altro, essi fossero stati presi solo dagli Usa; si continua a foraggiare Poroshenko e i suoi nazisti, a mandare soldati in Africa per sostenere i propri regimi, a fare la guerra in Siria. E infine il neo presidente si prende beffe della Ue a guida tedesca invece di fingere la più alta considerazione come passato. La realtà rimane la stessa, ma Trump ne sta cambiando la percezione illusoria: la globalizzazione voluta da un’elite tesa all’affermazione dell’oligarchia non va più bene quando rischia di relativizzare gli Usa e quindi il tycoon si libera di qualche zavorra neoliberista pur di evitare la discesa inarrestabile della mongolfiera a stelle strisce.
E’ bastato questo, uno strappo della narrazione dall’alto, venuta direttamente dal padrone, per cambiare quasi tutto nell’atmosfera atona e allo stesso tempo feroce della Ue: ciò che fino a ieri era tabù diventa proposta come l’Europa a molte velocità divenuta la nuova filosofia della Merkel; dopo aver letteralmente massacrato la Grecia perché non uscisse dall’euro, ora ci si appresta a sbatterla fuori dalla moneta unica. E sono due esempi di come si sia aperto il pozzo della realtà: l’Ue già prima era una costruzione incerta dove era permesso ad alcuni di Paesi di fare concorrenza fiscale agli altri, dove il surplus commerciale tedesco, ben oltre le regole, era accettato tranquillamente, dove gli sforamenti della Francia oltre il 3 per cento del deficit venivano tranquillamente permessi, dove alcuni Paesi potevano non accettare le sentenze della Corte europea di giustizia, dove la Bce poteva infrangere le regole bancarie per favorire Deutsche Bank e via dicendo, mentre chi ha fatto le spese di tutto questo sono stati i Paesi mediterranei i cui ceti politici erano più fragili e avvinti nelle spirali del capitalismo di relazione, di lotto e di salotto.
Del resto quelle regole, imposte proprio dall’affrettata creazione della moneta unica, in realtà contraddicevano il senso stesso dell’Unione, né avevano un significato economico, ma erano solo gli strumenti per indurre cambiamenti politici in senso reazionario: una volta venuto meno, per disaccordi in famiglia, lo sbirro globalista d’oltre oceano che faceva da sostegno, tutta la costruzione continentale comincia a rivelarsi un terribile e drammatico pasticcio. Bisognerebbe prendere atto della situazione e approfittarne perché almeno tutto questo serva a imporre le condizioni di un’amichevole quanto profonda ristrutturazione dell’edificio, senza aspettare che l’insensatezza di fondo, assieme allo scontro di interessi o al loro perseguimento senza tregua, porti a un crollo improvviso e catastrofico. Purtroppo mai come in questo caso è il condizionale la vera e concreta antipolitica.
” Insomma, è stato un fallimento di tutta la classe dirigente italiana ad ogni livello”
Mi sembra una solida ed oggettiva base di ragionamento. Solitamente nelle discussioni che capitano anche al di lä di questo blog, ciasciuno tende a trovare il capro espiatorio nella propria personale controparte,
Per cui, il piccolo imprenditore accusa la banca che non gli fa credito, come se le banche fossero enti benefici e non aziende capitalistiche che quindi badano solo ai profitti, anche il piccolo imprenditore bada solo ai profitti quando sottopaga il dipendente
Per la banca, e il familismo del piccolo imprenditore ad essere il vero problema. Quando il piccolo imprenditore va a chiedere un credito alla banca, questa gli dice di si, ma a condizione che tui ti fonda con altri imprenditori simili che io banca conosco in quanto da me finanziati. In genere, la risposta del piccolo imprenditore e del tipio ” io voglio essere padrone a casa mia”, e tale fatidica frase per la banca giustifica la condanna a morte a priori di tale malcapitato.
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Ho una certa esperienza della Germania, in tale nazione si parla molto di “italianizzazione della economia tedesca”, intendendo che i grossi konzerne industriali si basano sempre piu sul basso costo del lavoro e sempre meno sulla innovazione della tecnologia produttiva Ma non e un malcostume immotivato o una abdicazione opportunista come pensa la Lombroso ( la economia non e stata mai mossa dal moralismo)
A leggere la stampa economica, i konzerne hanno difficolta ad applicare la rivoluzione industriale 4.0. Questa non e, come dice Confindustria a Cernobio, una svolta nella logistica ( gli imprenditori italiani minimizzano per avere finanziamenti senza assumersi impegni)
La rivoluzione in causa significa che nella produzione i pezzi autoorganizzano il proprio assemblaggio dialogando con magazzini, altri siti produttivi, richieste on line da disparati postio del mondo, modificando continuamente ed in tempo reale le prioritä del proprio assemblaggio
I costi di tali tecnologie sono stratosferici, e perfino i piu grandi konzerne lamentano di essere costretti ad introdurre queste innovazioni senza avere nemmeno ammortizzato i costi degli impianti di generazione precedente. E estremamente acceso un dibattito che verte sulla necessitä di aiuti pubblici per tali innovazioni, ma per lo stato sarebbero aiuti a perdere perche la innovazione in progress e non si ferma mai riproducendo il problema
Alla fine i finanziamenti pubblici stanno arrivando (chi e contrario come la Merkel, talvolta intravede in tali aiuti un ulteriore elemento di “italianizzazione). Gli aiuti alla rivoluzione 4.0 in Germania saranno varati perche tale paese teme di restare indietro rispetto agli Usa che pure, indirettamente, gia finanziano tali processi.
Diventa pero evidente che il capitalismo ha delle sperse tecniche propedeutiche tanto grandi da non poter essere ammortizzate, sicche sono impossibbili i priofitti, a meno che tali spese propedeutiche non siano assunte dallo stato. Ma cio decreta che il capitalismo e un morto che cammina, incapace di riprodurre da solo il proprio processo, in pratica e mantenuto dallo stato che poi scarica su di noi lo inevitabile deficit pubblico
Tra l altro, cio spiega pure perche la Germania non vuole ridurre il proprio enorme avanzo commerciale, deve coprire con questo un deficit pubblico che non puö essere che crescente nel tempo. Perche sempre piu il capitalismo richiedera allo stato di pagare le spese propedeutioche alla produzione, che un tempo esso capitalismo remunerava con i profitti. Per approfondire quese dinamiche, che portano il capitalismo ad essere imptroduttivo ed incapace di investimenti e profitti, basta leggere löa stampa economica dei paeysi davvero all apiocec dello sviluppo capitalistico ( ed es in Gernmania la Wirtscahft Woche)
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I processi vanno osservati fuori dal moralismo autorazzista tipo ” gli imprenditori italiani preferisccono i profitti facili della finanza all´impegno produttivo ( Lombroso). In una prima fase, sono crollate le economie dei “paesi in via di sviluppo”, gia a partire dai primi anni 80
Poi e crollato il capitalismo di stato sovietico (1989)
Sono poi crollati alcuni paesi petriferici del capitalismo “core” ( irlanda, grecia e simili)
Ma, la crisi si avvicina gia cda tanto come stagnazione ai paesi al vertice dalla impalcatura capitalistica (i il Giappone, ma anche italia e francia),
Dulcis in fundo, ed e cosa appalesatasi recentemente, perfino gli Usa , dietro statistiche bugiarde sono un paese con la disoccupazione oltre il 20% ed in piena crisi, ed e prevedibile che in conseguenza di cio si indebolisca anche la Germania ( comunque messa molto peggio di come ci raccontano)
Finiscve che tra qualche anno chi rimpiange il BCP-LK, o pensa che “gli imprenditori preferiscano la facile finanza invece di produrre”, appariranno davanti al capitalismo morto ed alla societa disgregata come i primitivi che volevano rianimare i guerrieri uccisi con canti e ed incensi
Pur collocata dagli USA sul maggiore scranno della UE, la Germania non ha mai mostrato di credere realmente in questa costruzione. Nel 2003 tramontava l’illusione del governo francese di poter usare l’euro per acquistare direttamente materie prime sui mercati internazionali, poiché l’invasione USA dell’Iraq servì appunto a punire Saddam Hussein per il fatto che vendeva petrolio in cambio di euro invece che di dollari. Nello stesso 2003 il governo tedesco lanciò il piano Hartz per ridurre i salari in Germania. Il governo tedesco non si accontentava quindi del vantaggio che l’euro consentiva alle merci tedesche, ma apriva addirittura una corsa a comprimere il costo del lavoro in modo da accumulare il maggior surplus commerciale possibile.
Ciò indica che i governi tedeschi non hanno mai creduto alla sopravvivenza dell’UE e dell’euro; e che l’UE e l’euro, nati come armi da guerra contro la Russia, venivano usati dalla Germania anche per deindustrializzare il suo principale concorrente commerciale, cioè l’Italia, non a caso bersaglio preferito della Commissione Europea.
http://comedonchisciotte.org/dopo-i-sacrifici-per-entrare-nelleuro-e-i-sacrifici-per-restare-nelleuro-i-sacrifici-per-uscire-dalleuro/
Appunto, il pesce grosso (germania) mangia quello piccolo (italia). Gli stati sono tra loro in concorrenza come i capitalisti, il capitalismo non e altro che questo.
L´talia era colpita da quella che era la speculazione internazionale, chi ricorda la maxi-manovra di Amato neri primi anni 90? Per stabilizzare la lira bisognava ripetere periodicamente massacri simili.
Anche perche perfino lo stato piu sovrano del mondo non puö imporre agli altri stati un cambio da se deciso ( tranne in parte gli Usa), per lítalia la svalutazione della lira dovuta alla speculazione internazionale si poteva evitare solo con le manovre stile Amato
Si penso che l´euro proteggesse meglio la lira, ma il retropensioero dei “capitalisti produttivi italiani ” era che a cio avrebbero aggiunto la svalutazione dei salari reali, cosi da mantenere un vantaggio competitivo rispetto alla Germania
Con una moneta stabile e forte, ma con i salari fortemente svalutati, i capitalisti produttivi italiani credevano di battere ogni concorrenza.
I politici italiani svendetterro il nostro benessere non a poteri esteri, ma appunto ai capitalisti produttivi italiani (confindustria), assecondando il loro progetto oltre che con l´euro anche con la svalutazione dei salarii e la precarizzazione
A riprova di quanto dico, si ricordi che negli anni 90 la lega, espressione politica dei piccoli imprenditori del nord est, voleva la entrata nell éuro. Addirittura minacciava di scindersi da Roma se il resto dell´italia , non essendo virtuoso a livello di spesa pubblica, avesse impedito alle regioni del nord la entrata nell´euro.
I piccoli imprenditori, e la lega, oggi contrari all euro, a quella epoca lo vollero fortemente, e richiedevano i tagli e sacrifici necessari per entrarvi
Appunto, anche essi pensavano che l éuro sarebbe stato un vantaggio se coniugato ai salari svalutati, pensavano che cio sarebbe stato un vantaggio rispetto alla Germania a loro cosi vicina. I capitalisti produttivi italiani, grandi e piccoli, ragionarono cosi, era la loro forma di concorrenza al capitalismo tedesco
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Ma non pensavano che anche il capitale tedesco aveva in mente di svalutare i salari dei propri dipendenti., e non avrebbero mai potuto prevedere qualcosa do simile perche chi e in concorrenza con gli altri adotta il punto dfi vista proprio e non quello sistemico
Ecco che il capitale tedesco, annullato il vantaggio italiano dei bassi salari, ha prevalso come era inevitabile. Se ci si affida alla guida dei propri capitalisti nazionali italiani, e inevitabile risentire delle loro eventuali sconfitte. Si puo stare sicuri che essi capitalisti nazionali italiani hanno interesse a coinvilgerci nel loro rancore verso i vincitori esteri , per non farci capire che e il capitalismo stesso la causa dei nostri guai,
Infatti i nostri capitalisti produttivi nazionali, avessero vinto come speravano, avrebbero vinto grazie al progetto di svalutare massimamente il salario medio italiano, noi italiani comuni saremmo stasta peggio in ogni caso ( sia con la vittoria tedesca sia con la vittoria italiana)
I salari sono stati svalutati in italia ed in germania, ma noi abbiamo perso perche la germani era gia in origine piu forte di noi. La svalutazione dei salari si e avuta in entrambe le nazioni, ecco perche anche se vince il capitale tedesco , i tedeschi normali stanno molto peggio di prima,
Ora, continuo a chiedermi come si possa parlare fuori tempo massimo do BCP-LK quando la situazione attuale nasce proprio dal fallimento di questo, dal debito pubblico che ci espose alla speculazione contro la lira e per conseguenza alle manovre in stile Amato. La conseguente via di fuga da tali manovre, intravista nella adesione all euro, e lo schifo che ne viene, ebbero in quel deficit la loro inevitabile ragion d´essere ( altrimenti si sarebbe dovuto süperare il capitalismo, solo cosi non ci saremmo rovinati)
In conclusione , e inutile spetrare di evitare gli svantaggi del capitalismo rimanendo nel capitalismo, questa opzione conviene solo a chi si salva svalutando i nostri salari, per salariati, famiglie e comunita in genere ci puö essere salvezza solo fuori dal capitalismo
Una volta che Germania e Italia si sono trovate con la stessa moneta e con gli stessi salari svalutati, la differenza è stata fatta dai prodotti a più alto contenuto tecnologico e dalla capacità di creare maggiori aggregazioni industriali e finanziarie da parte della Germania.
Una volta sparite le protezioni doganali e politiche e la possibilità di svalutare la moneta come ai tempi della lira, il nostro apparato produttivo è collassato (più del 25%).
Qualcuno accusa un sistema scolastico non adatto a formare imprenditori, dirigenti e tecnici in grado di competere, altri puntano il dito contro il capitalismo familiare italiano, incapace di creare alleanze strategiche e di dimensioni competitive.
Altri ancora danno la colpa ai politici, che hanno eliminato le difese nei confronti della concorrenza straniera senza prima aver preparato il Paese alla nuova economia globalizzata.
C’è anche la famosa questione del divorzio, voluto da Ciampi e Andreatta, tra Banca centrale e Tesoro che avrebbe fatto schizzare il debito pubblico a livelli stratosferici.
Insomma, è stato un fallimento di tutta la classe dirigente italiana ad ogni livello.
http://www.controinformazione.info/draghi-come-breznev-leuro-irreversibile-come-lurss/
articoli come questo, pur interessante, prescindono da un fatto, ovvero che il capitalismo tende naturalmente al monopolio.
Detto in breve, i capitalisti sono in concorrenza, il pesce piu grande ha piu capitali da investire nella innovazione, e quindi mangia la quota di mercato del piü piccolo facendolo scomparire
E un processo intrinseco al capitalismo, infatti anche il pesce piccolo tende, finche sopravvive, a mangiare quello piccolissimo.
D´altra parte, se sopravvivessero tanti e tanti pesci piccoli, nessuno avrebbe capitali abbastanza grandi da produrre significative innovazioni tecnologiche
E´il bello ed il brutto del capitalismo, finche la sua dinamica progredisce, scompare si il pesce piccolo, ma altrettanto quello grande produce innovazioni utili alla umanitä, si aprono nuovi settori con la tecnologia e la occupazione aumenta.
Ma inevitabilmente, questo processo arriva a creare dei ristretti oligopoli, ed a quel punto in parte resta la concorrenza, in parte i grossi trusts fanno cartello, sostanzialmente l économia diventa un solo unico trust.
Non serve creare un Antitrust ( illusione questa si neoliberista), delle aziende rimpicciolite manterrebbero comunque il piu avanzato livello tecnico, ma senza capitali abbastanza grandi da farlö ancora progredire
Per cui, e inevitabile che dopo secoli di sviluppo capitalistico i pesci piccoli siano residuali, e se non lo fossero, essi stessi nel tempo produrrebbero degli oligopoli, anche all´interno di una economia chiusa.
Una volta che si e consumata la dinamica storica del capitale, e illusorio pensare di tornare ad un economia fatta di piccole imprese dove tutti possano inserirsi, si fermerebbe lo sviluppo tecnologico, anzi regredirebbe perche i pesci piccoli non possono sostituire impianti adatti ai pesci grandi, non hanno i capitali sufficienti
Ecco che ci vuole qualcosa di nuovo, come giustamente dice learco quando parla di socializzazione.E´una risposta che guarda in avanti, non un senplice rimpianto reazionario del BCP-LK. Ci sarebbe tantissimo da dire su questo tema, e so che anche a livello internazionale non mancano studi seri a riguardo.
Ma spesso , come nell árticolo postato da learco, si pensa di risolvere i problemi tornando alle piccole imprese tecnicamente poco produttive. Sarebbe allora una regressione al passato, per questo piace tanto ai piccoli imprenditori impoveriti ( pesci mangiati dal piu grande). Essi rimpiangono attraverso il BCP-LK una situazione che non puo piu tornare e comunque gioverrebbe solo a loro
Ecco il passggio cui riferivo il mio soprastante commento, pur con tutto il disprezzo per Mario Draghzi ed oligopolisti connessi
” Mario Draghi è il rappresentante di una oligarchia bancaria europea che di fatto rappresenta l’ultimo baluardo di una costruzione Europea che si basa unicamente sulle monete, sulla prevalenza del grande capitale, dei mercati finanziari e delle banche. Una costruzione che non lascia spazi agli interessi reali e concreti elle persone, dei lavoratori, delle famiglie e delle comunità, sempre da sacrificare sugli altari dei mercati aperti e della competitività, i veri dogmi dell’ideologia neoliberista che ha appestato l’Europa e buona parte del pianeta.”
purtroppo, come la vecchia narrazione copriva le ben note ingiustizie, queste stesse ingiustizie, per giunta peggiorate, stanno trovando la nuova narrazione che serve a coprirle.
Per alcuni, Trump e solo línizio della avanzata sovranista, questa vince a livello mondiale, quindi perdoniamo a Trump i suoi peccati essi stessi iniziali (poi vuoi mettere, e amico di putin e nemico dell odiata Merkel)
Per altri, bisogna resistere alla ignoranza prepotente di Trump, in nome di un political correct riadeguato ai tempi ( il precedente aveva sottovalutato lo scontento dei perdenti)
Ma come sempre, le due opzioni sono una unica opzione, perche intruppano la gente in due false alternative, alternative che portano entrambe acqua allá accumulazione del capitale. Esse servono solo a distoglierci dall única alternativa vera, il superamento del capitalismo.
Un po come quando ci si divideva tra berlusconiani ed antiberlusconiani, invero si portava in ogni caso acqua alla stessa opzione, la riproduzione degli interessi “neoliberisti”. E lo si e visto che entrambi i corni di questa divaricazione hanno prodotto Renzi
La morale? Inutile sperare nelle fratture interne al campo avverso, esse durano solo il tempo necessario a che una fazione prevalga sulláltra. Ma poi esse si ricompongono in un loro nuovo equilibrio, sempre e comunque funzionale a massacrare lla gente comune
Lúnico cambiamento possibile, e quello per cui la gente comune si organizzi in piena indipendenza, sia ideologica che organizzativa. Ma ciö e difficile, perche il ceto “intellettuale” in genere e pavido e privilegiato, e vuole stare sempre alleato, o sotto lála protettrice, di una delle fazioni in campo
Per cui si rende indipendente al piü dal “neolöiberismo”, o dagli speculatori, ma deve comunque sentirsi protetto almeno dal Buon Capitalismo Produttivo – Leggermente Keynesiano (BCP-LC)
Per non parlare degli “intellettuali” direttamente al soldo della speculazione finanziaria
E chiaro che cosi non cambierä mai niente e si e al seguito di due facce in apparenza diverse ma che costutuiscono una unica medaglia. Non cambiera niente, almeno fin quando le contraddizioni non saranno cosi esplosive da travolgere ogni sopravvivenza della fase precedente
chi vuole , legga:
http://comedonchisciotte.org/senza-futuro-mi-uccido-colpa-vostra-la-lettera-di-michele/
Tutta colpa di quei pensionati che in cambio della salvaguardia delle loro pensioni hanno sempre votato i politici che colpivano i giovani con la precarieta. Devono morire tra merda e stenti ora che le cure sono sempre meno alla loro portata visto che per la loro vecchiaia devono riceverne a caterbe E io, precario con moglie ed un figlio, non posso portare loro neanche a mangiare una pizza porco Giuda I pensionati bisognerebbe bastonarli a sangue tutte le volte che vanno alle feste del PD o si radunano al 1 maggio dietro gli striscioni della sinistra ufficiale che ormai in tutte le sue espressioni organizza solo tanti pensionati schifosi Ed io che ho una laurea con il massimo dei voti e ne sto pure prendendo una seconda ridotto a lavorare per 800 euro al mese porca la madonna e la sera debbo sentire pure tanti stronzi al telegiornale che dicono che li tasso di occupezione giovanile cresce grazie al jobs act Il massimo dispiacere per la vicenda dell fratello di sangue Michele che deve essere arrivato al suicidio per la solitudine e la disperazione cui lo ha condannato anche la paciosa vita dei tanti pensionati