Ho un dubbio che non riesco a superare: stiamo assistendo alla tragedia del bandito braccato e catturato che spara sugli ostaggi, ossia gli italiani, oppure siamo all’ennesima replica di una commedia alla centesima svolta di un gioco di ruolo? Che la salvezza di Berlusconi fosse uno dei patti fondativi delle larghe intese è fuori di dubbio, che la situazione sia sfuggita di mano, che l’immoral suasion che qualcuno pensava di poter esercitare sui giudici non abbia funzionato, è cronaca. Ma è logica anche il fatto che dalla drammatizzazione finale, con tanto di dimissioni di ministri ci guadagnano potenzialmente tutti: Berlusconi perché può estorcere la salvezza brandendo il mitra del ricatto e allungando i tempi della resa dei conti, il Pd che ha bisogno di un fatto forte per aggrapparsi a un compromesso altrimenti intollerabile, Letta che può confermare la natura salvifica del suo governicchio del nulla, Napolitano che può appuntarsi l’ennesima medaglia di latta (si fa per dire) al valor della stabilità fasulla. E di certo l’accenno a un possibile indulto, voce dal sen sfuggita, gli regala un podio di assoluto prestigio. Tutti poi sono avvantaggiati dal fatto che nello piscodramma l’aumento dell’Iva, brandito da tutte e due le parti come spauracchio non avrà un padre o un colpevole.
La scenografia posticcia del palcoscenico è sempre la stessa: responsabilità verso il Paese, ma quando si va a toccare con mano si sente bene che è solo tela e acrilico, una sorta di trompe l’oeil che i media ci portano in casa. E’ responsabile un patto che ha tra le sue clausole segrete la permanenza ad oltranza dell’evasore fiscale? Serve a qualcosa un governicchio che da sette mesi cincicschia fra i rinvii, paralizzato dai veti incrociati che i contendenti si scagliano addosso, sorretto da travature di bugie che lo stesso Saccomanni alla fine non potuto fare a meno di indicare? E’ credibile che siano il condannato e i suoi fantocci a manipolare la Costituzione?
No, non serve al Paese e di certo non ne aumenta affatto la credibilità come è evidente anche dalle pressioni che vengono da Berlino per nuove elezioni nella speranza che a spuntala nelle urne siano le posizioni dell’europeismo passivo se non masochistico e qualche leader della neo dc in formazione (vedi qui). Nè certo darebbe sicurezza a nessuno un Letta bis con truppe incerte e raccogliticce, un esecutivo Pd, Giovanardi, Tremonti. Di sicuro le larghe intese non sono affatto una grosse koalition: quest’ultima è tenuta insieme dall’interesse per il Paese che smussa le divergenze, le prime sono incollate dagli interessi, di corrente, di apparato, di partito e del padrone di uno di essi, ma per quanto riguarda il governo reale svolgono una pura funzione notarile, l’unica che del resto sia alla loro portata. Proprio per questo temo che la probabilità di elezioni sia più remota di quanto non si pensi e che alla fine si raggiungerà un compromesso che lascerà Berlusconi senatore a tempo indeterminato e Letta premier. Questa sì che è una bella dimostrazione di responsabilità.
E se fosse una commedia, per dare modo di chiamare il settimo cavalleggeri della troika alla carica? Visto che i nostri non sono capaci o non osano massacrarci ulteriormente, forse preferiscono far fare il lavoro sporco ad altri. Non ci si capisce più nulla, i dubbi aumentano in questo disordine politico e mentale.
Già ieri, in mattinata, il complice Napolillipuziano aveva paventato l’indulto o l’amnistia fuori da tutte le prassi istituzionali o costituzionali (il giochino lo sappiamo: deliberano l’indulto o l’amnistia e vi infilano di soppiatto l’emendamentino salva culi-flaccidi). Tutto sembrava ruotare a meraviglia per gli accordi segreti del dopo scandalo dei 101 che affossavano Prodi (dalemiani, veltroniani, renziani e lettiani). “Io salvo le terga flaccide tue, tu salvi il deretano comodamente assiso sulle scranne quirinalizie da sette primavere a me” (il ciel non voglia che i soliti servizi segreti di Pulcinella all’italiana avessero conservato qualche copia della registrazione delle telefonate hot con Nicola Mancino… vivaddio, e, con viva e vibrrrrante fibrillazione dei pannoloni Tena, un bel lunedì, di buon mattino, uscisse in edicola un ‘Libero’ con le trascrizioni delle stesse, per la nota teoria del politilogo da fogna Giuliana la Mignotta, quello “del siamo tutti ricattabili”, ergo “ricattati”). Su queste porcherie si è basato il patto tra ratti, i cui odori mefitici che olezzavano dalla cloaca in cui sono stati furtivamente stipulati, non si sono potuti purificare dall’aere alla fragranza di ciclamino della vulgata ufficiale in cui il gabinetto Letta era stato spruzzato dagli house organ (Repubblica, CorSer, Sole24h, Stampa) profumatori di sozzerie come i becchini fanno coi cadaveri in putrefazione. Ora le puzze escono come da uno stabilimento di incenerimento-compost in cui è andato in avaria l’impianto di purificazione ai carboni attivi. E gli italiani indossano le mascherine.
Si è parlato di riunioni segrete in casa Scalfari [i cialtroni debenedettini, capeggiati dal loro candido-barbuto men(ti-)tore, con una piroetta degna del miglior Baryshnikov, si sono riposizionati su Renzi, dopo averlo bellamente sputtanato in questi mesi, e, novelli S.Pietro, rinnegano di aver mai avuto intendenze con il “pessimo Governucolo Letta” – parole di uno di questi cialtroni – ].
Ieri sera, nello Speciale allestito in ‘fast & furious’ da Mentana, all’ineffabile direttrice dell’Huffington Post, tra gli strafalcioni sintattico-grammaticali e i malapropismi linguistici che le sono abituali, le è di sen sfuggita la seguente dichiarazione (riassumo nei concetti, pur non riportando la dicitura fedele): “vi è stata, nell’ultimo biennio, una ‘èlite illuminata’ che ha imposto la linea politico-economica in questo Paese” (naturalmente non profferito con questa linearità sintattico-logica ma con modalità espressive che stavano tra la Titina De Filippo e il Lello Arena…). Salvo poi autocorreggersi, la buona Lucia Annunziata (miracolata da zerbinamenti in circoli ben strutturati), schermendosi che non si riferiva agli ILLUMINATI di cui favoleggia qualche Adam Kadmon alla matriciana o a chissà quale “gomblotto” nelle segrete stanze (complotti che più ci si accora a smentire che sono in atto, più danno adito al fondato sospetto che esistano veramente).
Questi dilettanti allo sfracelo, oltre a non saper fare i coperchi, non sanno neanche ramare le pentole.
Leggo i commenti in giro per il web e scuoto il capo sconsolato. Per anni ho pensato che l’ Italia fosse un paese progredito. Mi rendo conto che non siamo nemmeno provinciali. Politicamente parlando siamo dei cavernicoli. Ci meritiamo gli “stupidanti” programmi che parlano di politica come un tempo si faceva col calcio nel “Processo del Lunedì”, trasmissione di cui non ho nessuna nostalgia.
Per quanto mi riguarda non sanno che pesci pigliare a scapito di questa nostra povera Italia in mano a degli impotenti senza re e senza Patria. E’ una vergogna che offende gli uomini giusti!!!