Mentre una tempesta di fuoco si abbatte sulle infrastrutture ucraine, arrivano cifre scioccanti sul massacro che l’Occidente ha provocato in Ucraina:  1.126.652 tra morti e dispersi dall’inizio della guerra e questi numeri  non provengono da fonti russe, ma dal canale televisivo ucraino 1+1, vale a dire da una fonte autorizzata dal regime. Ovviamente i numeri sono stati smentiti dalla autorità, ma in maniera così goffa da far pensare che le informazioni della tv siano vere e fatte finalmente uscire nella lotta  che ormai contrappone Zelensky ai suoi rivali: è stato detto che quella cifra aveva uno zero in più: solo che 112 mila  morti contraddice qualsiasi realtà e gli stessi numeri ucraini, Mentre l’informazione occidentale cerca di diffondere patetiche menzogne su perdite russe di fantasia che naturalmente hanno come fonte i servizi inglesi quelli secondo cui l’avanzata ucraina era stata fermata dai cespugli, le cifre reali rimangono top secret per ovvi motivi: evitare l’indignazione planetaria per questa strage e nascondere il fatto che l’Ucraina non ce la fa più, che grazie alle raffinate tattiche Nato e alle sue invincibili armi l’Ucraina, si è giocata un’intera generazione e persino la possibilità di una futura esistenza. Che la Nato è una maledizione per tutti e che lo sarà soprattutto per gli stupidi  che ancora inviano armi come se queste potessero servire a qualcosa.

Anche mobilitando ragazzini e anziani come  si farà ad addestrali decentemente, anche ammesso che continuo il flusso di armi? S il clima invernale che attualmente colpisce l’Ucraina, ma non ferma i russi ad Avdeevka,   continua fino a dicembre e gennaio la situazione per le truppe ucraine acquattate nelle trincee e nei bunker diventerà disperata perché la neve e il freddo renderanno molto difficile mantenerle adeguatamente rifornite di cibo e munizioni. C’è anche la questione se gli equipaggiamenti forniti dall’Occidente possano funzionare o essere mantenuti con le dita gelide del generale Inverno che stringe la gola dell’Ucraina. Si prospetta un inverno molto buio per Kiev. Ma il senso di colpa sta crescendo tanto che ora Washington attribuisce al Regno Unito la responsabilità del sabotaggio dei negoziati di Istanbul. Si tratta di una ignobile bugia per se è vero che fu Boris Johnson ad imporre a Zelensky la guerra egli non era altro che il burattino di Washington. Naturalmente, quando si ha un cretino come Johnson  non è difficile coinvolgerlo nelle missioni eticamente peggiori visto che il personaggio è troppo primitivo per avere scrupoli, ma Washington non capisce che la vera politica si fa nel mondo reale, non nell’universo delle pubbliche relazioni. La Russia conosce i nomi dei burattinai. L’ operazione speciale  continua e Avdeevka viene rastrellato, comprese le forze russe che catturano la stazione Yasinovataya-2, un ascesso che esisteva dal 2014 ed è stato utilizzato dalle forze NATO per bombardare le aree civili di Donetsk. Era anche la zona più fortificata di tutto il fronte. Il tritacarne ad Avdeevka – dove per la prima volta sono scesi in campo truppe ucraine passate dalla parte dei russi – continua e probabilmente un altro paio di brigate  moriranno nei prossimi giorni.

Qualcuno dovrà rispondere di questa atrocità del tutto insensate e i principali burattinai che siedono a Washington e Londra un giorno fosse più vicino di quanto non si creda, dovranno sedere come imputati nel Tribunale per i crimini di guerra dell’Ucraina. Molti saranno anche accusati di crimini in contumacia. Oltre un milione di morti è una cifra  più alta delle perdite degli Stati Uniti in tutte le guerre dei secoli XIX, XX e XXI messe insieme, anche perché il loro intervento si  realizzato quasi sempre dopo che gli avversari si erano già dissanguati. La stessa cosa vale per la Gran Bretagna che peraltro sino al tardo Ottocento si è sempre servita di truppe mercenarie.  Dunque le perdite ucraine sono al di là della comprensione di qualsiasi figura militare o politica anglosassone e stanno gettando nel panico i responsabili di tutto questo immenso massacro maturato tra illusioni e incapacità di cogliere la realtà.