I governi di Israele non hanno mai confessato un crimine di guerra, nonostante i moltissimi commessi durante un arco di tempo di tre quarti di secolo,  ma in compenso l’esecutivo messo in piedi da Netanyahu ha annunciato con orgoglio che  commetterà un crimine di guerra. Il ministro  della Difesa israeliano Yoav Gallant ha descritto i palestinesi come “animali ” e ha promesso di “agire di conseguenza”, mentre gli aerei da combattimento hanno scatenato una massiccia campagna di bombardamenti indiscriminati sulla Striscia di Gaza, sganciando  oltre 1000 tonnellate di bombe nelle ultime venti ore su ospedali, moschee, condomini, e case residenziali. E poi parlando con i giornalisti ha aggiunto; Ho ordinato un assedio completo sulla Striscia di Gaza. Non ci sarà elettricità, né cibo, né carburante, tutto è chiuso. Stiamo combattendo gli animali umani e ci comportiamo di conseguenza”.  Forse la mamma non gli ha spiegato che queste cose non si dicono e forse nemmeno si dovrebbero pensare.

Non credo ci sia bisogno di commentare ulteriormente questa frase e del resto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha detto che l’esercito sgancia centinaia di tonnellate di bombe negli attacchi nella Striscia di Gaza, e che “l’enfasi è sui danni e non sulla precisione”. Quindi sparano nel mucchio con l’intenzione di sterminare i palestinesi non di combattere Hamas che costerebbe molti morti, Nel regime di codardia che si è affermato in occidente durante il maledetto secolo americano questo è perfettamente lecito. E naturalmente merita le bandierine israeliane che vengono proiettate sui palazzi dei burattini, come se in pericolo fosse Israele. E qui possiamo toccare con mano la fenditura (oddio senza offesa, la frase mi è partita così) tra due “memi” contrapposti e allo stesso tempo usati nell’ambito del medesimo discorso: da una parte l’idea di uno stato potentissimo, armato fino ai denti e dotato di servizi come il Mossad che è onnisciente e dall’altra uno stato debolissimo la cui esistenza può venire minacciato da un attentato o da qualche centinaio di miliziani. Così quando vengono uccisi palestinesi o vengono cambiate le regole del gioco riguardo agli insediamenti si mette l’accento sulla potenza, ma non appena gli altri osano alzare la testa ecco che viene fuori il diritto di Israele ad esistere.

Naturalmente gli unici che davvero non dovrebbero esistere sono quelli che fanno un uso sfacciato di questo doppio modulo di giudizio, senza di loro, politici, giornalisti, intellettuali d’accatto, il mondo sarebbe un posto migliore. Ad ogni modo ora il governo Netanyahu vuole occupare tutta Gaza e punirla “come non è mai stata punita prima” ma il fatto è che Israele non ha smesso di punire Gaza dal 1948, nemmeno per un momento. Dopo 75 anni di abusi, lo attende ancora una volta lo scenario peggiore possibile. Le minacce di “appiattire Gaza” dimostrano solo una cosa: non abbiamo imparato nulla. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha una responsabilità molto grande per quanto accaduto e deve pagarne il prezzo, ma tutto ciò non è iniziato con lui e non finirà dopo la sua scomparsa. non è che lo dico io, lo dice il più noto giornale israeliano, sopravvissuto, all’ondata di integralismo al cui confronto l’Islam impallidisce,  Haaretz che incolpa proprio il premier  di aver creato le promesse di tutto questo con la sua politica di “annessione ed espropriazione pur perseguendo una politica estera che ignorava palesemente l’esistenza e i diritti dei palestinesi”. 

E prima o poi dovrà anche pagare l’ignobile burattinaio che ha creato questo nuovo incendio per tentare di allontanarsi dal primo nel quale si è ustionato gravemente. Se proprio si dovessero cercare “animali umani” è lì che bisogna cercare.