MILANO 29/03/2012 - DECIMA PUNTATA DEL PROGRAMMA TV RAI

Tutto secondo copione: la riduzione delle tasse e in particolare l’eliminazione di quella sulla prima casa erano un ballon d’essai di puro sapore berlusconiano che Renzi ha inventato per riuscire a risalire i sondaggi nonostante la sua impossibilità visto che nel 2016 scatta il fiscal compact, che l’economia è cresciuta di un nulla, comunque meno del previsto e molto meno del propagandato, che lo scenario globale rallenta invece di crescere, che insomma non ci sono né i soldi, né le condizioni per una misura del genere nonostante un brutale taglio da 10 miliardi sulla sanità.

Però come avevo osservato un mese e mezzo fa il gruppo dei consigliori di Renzi ha giocato le sue carte non sulle possibilità di arrivare a un effettivo taglio delle tasse, ma proprio sulla sua impossibilità: lo stop ovvio e atteso di Bruxelles ha dato il destro al guappo di presentarsi come oppositore dei diktat europei quando in effetti non ne è che l’esecutore e di sostenere come un geloso campione della sovranità che i tagli di tasse li decidiamo noi. Purtroppo non è così perché l’Europa può imporre a parziale compensazione degli eventuali tagli l’aumento dell’Iva e il governo di questo Masaniello di cartapesta può peraltro introdurre altri balzelli al posto dei vecchi. Con un risultato paradossale: quello di far aumentare e di molto la tassazione, specie quella odiosa sui consumi che colpisce direttamente i ceti più poveri, di dare un nuovo colpo all’economia nazionale e al tempo stesso di conferire al guappo di Rignano la patente di eretico dell’austerità.

Mal che vada egli potrà sempre addebitare all’Europa la mancata abolizione della tassa sulla prima casa che era comunque impossibile alla luce dei conti, con un ritorno di immagine, indecorosamente supportato dai media mainstream, a fronte di una pura smargiassata mediatica.   E’ come se uno promettesse un milione di euro quando ne ha solo mille e poi dicesse che la banca gli ha impedito di prendere i soldi. Tutto questo illustra alla perfezione lo scadimento della politica ad avanspettacolo o nel migliore dei casi ad illusionismo reso possibile grazie al potere del cane da guardia passato dalla parte degli intrusi, ovvero dai media ormai in mano a pochi oligarchi delle notizie. Basta semplicemente non svelare il trucco e il pessimo prestigiatore diventa premier.