10822592_10152469163361003_1870146126_n-e1418029653664Ci sarebbe da passare un magnifico Natale anche in mezzo all’assillante e quasi maniacale stridore degli avvoltoi che cercano di staccare brandelli di tredicesima, che promettono felicità, successo, eccitanti esperienze o facile umanità con pochi euro sotto il segno dell’ Xmas che penetra come un blob qualsiasi argine di buon gusto. Si, dovrebbe essere un bel Natale dopo la straordinaria vittoria del No che ancora una volta ha arginato il manifesto piduismo delle classi dirigenti italiane, incapaci di focalizzare il momento di passaggio e dopo la riconquista di Aleppo da parte dei russo – siriani che certifica il definitivo passaggio dall’ordine monopolare che è stato la base sulla quale l’integralismo liberista ha fatto strage di speranze e distrutto l’Europa a quello multipolare, periglioso certo, ma in grado di scompaginare passo dopo passo le narrazioni del pensiero unico rendendo più fragili le concrezioni potere che esso ha costruito come una barriera corallina a disposizione degli squali.

Ma per essere davvero un bel Natale bisognerebbe dimenticare quanto sarà lento il cammino verso una nuova stagione, quanti e quali sono stati i guasti prodotti in questi 40 anni, quanto il potere si sia impadronito di ideali per utilizzarli contro di essi vedi la globalizzazione che ha completamente spiazzato e annichilito una sinistra ancora in qualche modo abbarbicata alle situazioni e ai conflitti  di un secolo prima , quale difficoltà vi sia a rimettere in gioco vecchi confini come se il gioco politico fosse ancora quello di un tempo, con quale forza la borghesia afferente si aggrappi all’idea che tutto possa tornare come prima e abbia timore di disturbare il manovratore che lo tiene in scacco dandogli da bere questa speranza, con quale facilità si sia sgonfiato il vecchio fronte anti berlusconiano di fronte alle etichette fasulle che designano un vino ancora peggiore e come questa caduta sia particolarmente evidente in quel ceto che vive e vivacchia con le briciole del potere. al punto che le insinuazioni maschiliste oltre che risibili sulla Raggi – è solo un esempio di giornata – sembrano essere apprezzate dallo stesso ambiente donnista (chiamarlo femminista sarebbe un’offesa a quello vero)  che prima difendeva persino le ministre delle famose cene dalla loro bistrattata oralità.

C’è un mondo e una cultura da ricostruire, mentre nel contempo impazza la volgare e deprimente antropologia liberista, con le sue parole d’ordine primitive, i sogni, le emozioni, lo sballo, gli imperdibili eventi, il benessere da palestra, il comprare compulsivo, l’esistenza comprovata solo dagli oggetti, la vacuità che segna un eterno presente.  Ma nonostante tutto Buon Natale.