Anna Lombroso per il Simplicissimus
Qualche maligno aveva profetizzato che con l’elezione di Marino “piangeranno i romani ma staranno meglio alcuni pazienti”. Altrettanto abbiamo pensato che la distrazione permanente dell’eterno candidato, potesse risparmiare i fiorentini da certe sue inappropriate esuberanze: facciate à la manière di Michelangelo, parcheggi sotterranei a duecento metri dall’area pedonalizzata di piazza del Duomo, solo i primi di una serie, quello sciagurato Piano Strutturale che ha messo in soffitta i proclamati propositi di volume zero, le vivaci e dinamiche destinazioni d’uso del Regolamento Urbanistico, la scarsa rintracciabilità dei proventi degli affitti del patrimonio artistico e così via.
Le notizie di questi giorni dal fronte del “partito dei sindaci”, grazie a quel patto sottoscritto da tre campioni: Marino, Renzi, Orsoni, non promettono niente di buono. Ieri Marino dopo essere andato con il cappello in mano a implorare dal Governo, autorizzazione e licenza di aumentare le tasse per coprire della ghiaia dei nostri sacrifici, la voragine incolmabile del buco di bilancio, è andato – non in Consiglio Comunale, che continua a non convocare, tanto non c’è niente da deliberare – ma in radio, a smentire possibili incrementi delle imposte. Ma il vero scoop della sua comparsata, insieme ad alcuni adempimanti simbolici di dubbia attendibilità: raccolta differenziata, che così non c’è bisogno di discariche e inceneritori, completerò la Metro prima che sia finita la Napoli- Reggio Calabria, complimenti, consiste nella promessa inquietante che se vincerà lo scudetto la Roma, lui, proprio lui, si esibirà in uno spogliarello “come la Ferilli”.
Il fatto è che da qualsiasi esperienza arrivi, chi sfiora il potere subisce una aberrante mutazione, si persuade si essere superiore per elezione divina a un popolo credulone, imbecille e imbelle, ignorante e immaturo, che si può imbonire a suon di slogan populisti, di promesse cialtrone, di menzogne inaccettabili. Sarebbe davvero ora di dimostrare che non è così, anche se così è stato con il vecchio illusionista in parrucchino, con le salvezza dei cretini in loden.
Ma non è probabile se il profeta della Leopolda non contento di attingere consensi plebiscitari tra i persuasi e i persuasori della più stantia ideologia padronale, tra i sostenitori dell’indilazionabilità della riforma della giustizia, tra i sempliciotti del credo del rinnovamento tramite riduzione della democrazia, tra i fan del contenimento di pubblico e statale in favore dell’occupazione di privato e localistico, ha voluto aggiungere un pizzico di infamia oscurantista, memore dell’aiuto provvidenziale che gli è venuto dalla militanza in Comunione e Liberazione, convinto del successo che potrebbe recargli offrire un omaggio simbolico al fronte più iniquo e meno compassionevole, più crudele e meno cristiano del trasversale partito clericale.
Anche in questo caso sarebbe utile guardarsi dai cattivi testimoni di parole che Voltaire non ha mai pronunciato, persuasi che libertà significhi restringere le libertà di tutti in favore del predominio di valori di pochi.
L’oscena determinazione di un sindaco peraltro molto assente di destinare una porzione del cimitero cittadino a accogliere feti e ”prodotti abortivi”, quindi embrioni, preembrioni e blastocisti, non rappresenta un atto pietoso per dare degna sepoltura a “piccoli angeli” che comunque e ovunque ne hanno diritto, ma entrare a gamba tesa nella materia della personalità giuridica dell’embrione, denuncia la vigliacca determinazione a ingenerare sensi di colpa in donne che devono affrontare una scelta tremenda, rivela l’indole a interpretazioni e manipolazioni di parte di una legge della Stato, per accettare un dettato confessionale e settario.
Non ha nulla a che fare con la libertà – ma neppure con la misericordia – imporre una morale confessionale come etica pubblica, spacciare per pluralismo democratico il finanziamento a scuole e istituti privati e religiosi, né tantomeno impregnare strumentalmente di contenuti teologici la biologia. Per non dire della rivendicazione di dare a convinzioni confessionali la funzione di criteri di orientamento in materia di processi deliberativi che portano a norme vincolanti per tutti i cittadini.
L’ acrobazia acchiappa voti di un candidato così spregiudicato, da motivare l’ecumenico appoggio plebiscitario che gli viene dalla destra e dalla poco diversamente tale, naviga nel marcio delle Binetti, delle Roccella, dei Giovanardi, dei Buttiglione, di chi traveste da professione di fede il più sgangherato cinismo nell’imposizione della propria verità come naturale, umana e scientifica, traducendo un codice religioso in codice secolare, indiscutibile e non negoziabile. L’effetto non è solo quello di ostacolare e mettere in discussione processi democratici, non è nemmeno solo quello di prestarsi a una deriva che avvilisce l’autodeterminazione delle persone, donne che devono abortire, uomini e donne condannati a una esistenza senza dignità, non tratta nemmeno soltanto dell’indole all’ingerenza autoritaria nelle vite degli altri, ma è anche la più o meno consapevole volontà di riportare temi pubblici, civili, condivisi, comuni nel contesto privato, fino alla opacità, alla segretezza, alla clandestinità. Per costringere alla vergogna. Beh anche in questo caso la vera vergogna sarebbe ubbidire, sarebbe accettare, sarebbe approvare.
comunque,visto che vi si potrà seppellire qualunque cosa purchè serva a rendere colpevoli le donne e a rimandarle indietro,gli spedirò i miei assorbenti usati…in fondo oggi pure quelli hanno le ali!
Cit. “La società laica che abbiamo conquistato, con le lotte politiche, rappresenta lo stato dell’arte della coscienza civica collettiva”
Non posso condividere il suo ottimismo, lo “stato dell’arte” che ha raggiunto la nostra società attuale mi sembra più pertinente a poco invidiabili “virtù”. Quanto alla laicità, il trionfo dell’aspetto clericale del potere politico, liturgie annesse, non ha pari nella breve storia della nostra repubblichetta. Quanto al partito-chiesa per eccellenza, il PD ex PCI, non merita neanche commento alcuno.
Magari, giusto per restare in tema, un bel “de profundis”.
condivido quanto argomentato nell’articolo, nella piena consapevolezza che non si tratta di verità rivelata ma dell’analisi, secondo me non superficiale, di una scelta politica operata su temi che la politica deve contribuire ad approfondire e non regolare, peggio: usare come mezzi per scopi altrimenti legittimi. Sono temi personali, non individuali, non certamente appropriabili per un avanzamento di carriera, soprattutto se collocati nel contesto in cui ignoranza e impostura hanno fatto strame di principi e valori, e ogni mezzo è giustificato, ogni fine deve passare l’esame del tornaconto individuale o di gruppo. La società laica che abbiamo conquistato, con le lotte politiche, rappresenta lo stato dell’arte della coscienza civica collettiva, e il pluralismo che comporta è forse il valore più alto. Io ci tengo a preservarlo, e spero che i miei figli e nipoti sappiano rafforzarlo, perché vive ogni minuto della nostra esistenza, qui e ora, non è una stella fissa. Ogni cosa cambia, e la nostra libertà vera è vivere e creare questi cambiamenti. Poi c’è la verità, anzi le verità rivelate. Immutabili. Bene, ognuno è libero di farle proprie. Ognuno, non obbligatoriamente tutti, come d’altronde quelle altre. Che le coscienze restino libere.
nulla e nessuno vieta di dare – oggi e anche laddove non vi sia un’area dedicata- pietosa sepoltura ai feti, ma il destinare un “giardino degli angeli” a ”prodotti abortivi”, quindi embrioni, preembrioni e blastocisti, ha un intento ben diverso dall’umana compassione. E conferma la volontà di manipolare scienze e coscienza per criminalizzare e castigare con ulteriori sensi di colpa in virtù dell’imposizione di una “verità di parte e confessionale”, come naturale e scientifica, traducendo un codice religioso in codice secolare, indiscutibile e non negoziabile.Volontà che lei condivide e conferma nel suo commento. Sulle sue esperienze personali non mi permetto nessuna illazione: ho la buona l’abitudine di giudicare sulla base di quello che l’interlocutore esprime e sostiene
Guardi “gentile” Anna che non mi appartiene uno solo degli aggettivi che mi ha scompostamente regalato nella sua risposta.
Ho già avuto altre occasioni per dissentire da alcuni suoi articoli, rilevando come ora una visione un po’, non me ne voglia, talebana del concetto di libertarismo.
Circa il cammino tremendo che troppe donne hanno intrapreso, non può nemmeno immaginare (perchè non vuole) quanto mi appartenga.
Seppellire un feto anziché gettarlo nei rifiuti speciali credo sia una scelta forte e discutibile quanto si vuole. Ma giusta proprio perchè obbliga a vedere, credenti e non, ciò che si tenta di rimuovere dalla propria coscienza. Proprio ciò che lei sta cercando di fare, rimuovendomi addirittura come lettrice perché infastidita dalla mia “superficialità oltraggiosa”.
Scenda dal suo piedistallo di tomi di filosofia, gentile Anna, e cerchi di avere più sopportazione per chi la pensa diversamente da lei, magari potrebbe accorgersi anche di avere ancora da imparare qualcosa.
Io ci riesco benissimo apprendendo molto, infatti la sto leggendo ancora.
guardi @Marzia, non sono affatto gentile con gente impietosa tanto da divantare incivile, se si permette di esprimere giudizi supponenti e codardi sulle scelte più ardue di una donna.. Non mi legga più per favore, o almeno ci risparmi la sua superficialità oltraggiosa nei confronti di laici o credenti che hanno dovuto intraprendere un cammino tremendo e che devono anche subire intromissioni, prevaricazioni e giudizi infami
La libertà finisce dove inizia la religione.
Ognuno è libero di abbracciarla, a patto di trasformarsi in un fedele credente.
Uh, che affronto!
Seppellire feti morti anziché farli scomparire in un inceneritore assieme alla monnezza ospedaliera.
Incenerirli assieme ai “sensi di colpa” di genitori mancati, che, proprio in ragione del loro tormento, probabilmente non hanno fatto la scelta giusta rinunciando alla gravidanza.
L’ovvia considerazione che nasce di fronte ad una lapide è l’inaccettabilità della morte, ma soprattutto la sua indipendenza dalla volontà interessata di chicchessia, pianti coccodrilleschi a parte.
In altri tempi, ed altri regimi, l’uso delle fornaci per cancellare gli imbarazzanti e inevitabili ricordi di un’umanità scomoda inopinatamente resa alla terra, furono ancora più intensivi.
Chissà, gentile Anna Lombroso, se questo suo scrivere a volte così semplicistico di vicende tanto complesse sul Simplicissimus, non sia che un momento del suo cammino alla Simplicius Simplicissimus, con l’epilogo che lei conosce bene e che le auguro di tutto cuore.
P.S.
Ovviamente non è mia intenzione difendere quel bambolotto di Renzi, temo che la sua iniziativa sia il frutto dell’intuizione di qualche spin doctor che non propriamente sua. Ma tant’è.