Anna Lombroso per il Simplicissimus

Wikiquote trabocca di massime sulla storia che non insegna nulla. Varrebbero anche per l’esperienza in modo da dare risposta agli interrogativi sull’ostinazione insensata che spinge qualche sventato a sposarsi due o tre volte, qualche ghiottone a mangiarsi la peperonata la sera pur conoscendone gli effetti gastrici, qualche sconsiderato a rivotare per il Pd.

Che l’esperienza non sia buona maestra lo dimostra la fiducia che si ripone nei competenti che confermano di non farne buon uso, o, peggio, di impiegarla per fini personali, e che hanno costellato la loro carriera di fallimenti inettitudine previsionale, basando il loro giudizio e la loro lettura dei fenomeni sul sapere accumulato più che sulla realtà che li circonda, restii come sono ad ammettere che possa esserci qualcosa che sfugge al loro sapiente e occhiuto controllo (ne ho scritto qui: https://ilsimplicissimus2.com/2021/02/14/i-competenti-e-se-fossero-stupidi/).

C’è da immaginare che la loro fama inattaccabile e il loro credito si debbano alla potenza incrollabile  esercitata dalla loro lobby e spiega il successo di produttori di fiaschi a ripetizione e di documentati insuccessi che resistono alla verifica dell’efficacia e del passaggio di un accadimento dalla cronaca alla storia.

E forse spiegherebbe la decisione del presidente del consiglio che interpreta la discontinuità a modo suo e in forma intermittente, tanto da sostituire il capo della protezione civile, il dottore commercialista prestato alle emergenze Borrelli, con quello che c’era prima, Fabrizio Curcio, dimissionario nel 2017 per motivi personali dopo due anni alla guida del Dipartimento.  

Il suo curriculum racconta che è laureato in Ingegneria e che per molti anni aveva lavorato come funzionario per i Vigili del Fuoco,. Ci racconta in un quadretto agiografico il sole 24Ore che da funzionario dei Vigili del fuoco coordina le operazioni durante il Giubileo del 2000 a Roma e affronta il terremoto di Umbria e Marche nel 1997.

Che dopo un’esperienza al Sisde (oggi Aisi, agenzia informazioni e sicurezza interna) – del quale c’è da temere farà tesoro – approda alla Protezione civile con Guido Bertolaso, crescendo  di ruolo e responsabilità quando Franco Gabrielli lo sostituisce. E dove “fa i conti con il sisma de L’Aquila (2009), in Emilia Romagna (2012) e con  il naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio nel gennaio 2012“, meritandosi la promozione a Capo nel 2015  dove è impegnato “con le nuove emergenze, il terremoto del centro Italia del 2016 e 2017 innanzitutto”. 

Dopo le dimissioni dalla Protezione Civile, è stato incaricato di un progetto di ricerca per risolvere il problema dei roghi di rifiuti per poi essere nominato  capo del dipartimento Casa Italia, per lavorare a un progetto di messa in sicurezza del paese contro i disastri naturali.

Di lui si dice che sia “affabile ma riservato, infaticabile e determinato”, e che non rinunci alle “caratteristiche tipiche dell’ingegnere: la ricerca della soluzione e i mezzi per raggiungerla, l’organizzazione del lavoro e del gruppo, una certa serietà costante e necessaria a tenere sempre alta l’attenzione sul problema. E in più, ma indispensabile in Protezione civile, il senso del coinvolgimento del gruppo, della squadra, della partecipazione di ogni risorsa e competenza per riconoscere lo scenario e intervenire al meglio e al più presto”.  E come perla del suo curriculum una certa intraprendenza dimostrata dalla tempestiva e ardita decisione  di svegliare nel cuore della notte, circa le 4:00 del 24 agosto 2016,  l’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per dargli la notizia del terremoto. 

Insomma sarebbero le referenze giuste per consegnargli la delicata materia della vaccinazione di massa, ragionevolmente ridotta alla “priorità alla prima dose” come risposta ai ritardi e alle insufficienze nelle consegne delle fiale, seppure meno efficace, come pare abbia suggerito quel professor Giuseppe Remuzzi, farmacologo di fama internazionale e direttore dell’Istituto Mario Negri, che verrebbe chiamato a svolgere un’attività di consulenza di alto profilo- come tutti i ministri e i sottosegretari in forza all’Esecutivo, a fianco di Draghi che ha avocato a sé ogni decisione strategica.

E per via dell’indole misurata e sobria, Curcio avrà il compito di mostrare il mutamento di rotta necessario a far dimenticare le acrobazie creative e spregiudicate del commissario straordinario. Che non è stato certamente il solo a trasformare il virus in un business declinato su vari brand della pandeconomia delle emergenze, a guardare i numeri dell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza  su venti laboratori campione del malaffare: Milano, Roma, Napoli, Torino, Bari, Reggio Calabria, Prato, Messina, Trani, e che riguardano affidamenti di comuni, Asl e Regioni, con il posizionamento di avanguardia del Pirellone che un anno fa  tramite la sua  centrale acquisti (Aria spa) a corto di dispositivi di protezione per medici e sanitari comprava qualsiasi cosa con procedure di emergenza e senza farsi troppe domande e con una spesa sostenuta di 430 milioni di euro. Cui hanno fatto seguito innumerevoli casi che riguardano mascherine d’oro, vaccini di princisbecco, test molecolari, strutture ospedaliere provvisorie, per un bilancio di almeno due miliardi.

E allora siamo maligni a chiederci legittimamente se possa essere affidabile in qualità di vigilante e coordinatore di una crisi la stessa autorità che con medesime funzioni ha visto passare davanti ai suoi occhi, anche senza parteciparne, i traffici opachi consumati sui morti e i senzatetto dell’Aquila, il regime poliziesco instaurato per la detenzione, il confinamento e la deportazione gestiti in vigenza di Bertolaso, gli investimenti immobiliari del Cavaliere in New Town che non cancellavano la  vergogna dell’abbandono di una popolazione? E che poi era al vertice nel governo dell’emergenza nel cratere del sisma del Centro Italia, un posto diventato simbolo di un martirio che continua grazie allo sprezzante disinteresse delle autorità, che hanno smesso anche la celebrazione dei riti del compianto e le visite pastorali in favore di telecamere altrimenti spente.

E vi pare che “faccia curriculum” la sine cura successiva alle dimissioni, quell’incarico nel Dipartimento Casa Italia che sta alla sicurezza antisismica come il Jobs Act sta al lavoro e all’occupazione avendo lo stesso patron e che in attesa pure quello dei miracolistici fondi del Recovery ripete gli annunci del lancio di prodigiose iniziative in numero di 10 “per sensibilizzare i territori ad intervenire sulla messa in sicurezza antisismica di edifici pubblici esistenti, ai quali saranno applicate soluzioni innovative, che consentano di assicurare in modo esemplare la sicurezza degli edifici e l’adeguamento in termini di efficientamento energetico”, mentre intanto a distanza di quasi 5 anni la gente delle Marche, del Lazio, dell’Umbria patisce l’oltraggio di essere senza casa, senza lavoro, senza dignità.

E quando contemporaneamente a tanti buoni propositi che trovano un ulteriore incoraggiamento nelle magnifiche sorti e progressive della rivoluzione  digitale, si licenziano provvedimenti di “semplificazione” che favoriscono la gestione opaca di appalti, che disincentivano la vigilanza sulla sicurezza e la qualità dei lavori, che autorizzano abusi e illeciti.

C’è da mettere una mano sul fuoco sull’integrità di certi manager e sul disinteresse di certi decisori che hanno accumulato tanto da non dover rubare, ma consiglio di non sfidare le fiamme quando vengono prescelti dai loro affini o superiori per custodire le nostre vite.