mappa_fisica_del_mondo_edito_1118Nella giornata del 29 marzo un gigantesco ponte aereo ha portato a New York 52 avio cargo cinesi pieni fino all’orlo di materiale sanitario, dalle mascherine tecnologiche ai respiratori polmonari, a decine di tonnellate di farmaci, di principi attivi, di reagenti, di microscopi, di apparecchiature per la diagnosi, letti da terapia intensiva e via dicendo. E in questi giorni i voli di questo tipo verso ogni parte del mondo sono stati migliaia. Non a caso gli indici Pmi cinesi della manifattura e dei servizi  hanno fatto un enorme balzo in alto portandosi rispettivamente dai 37,7 e 29,6 di febbraio al 52 e 52,3 di marzo, dimostrando la vitalità propulsiva dell’ex celeste impero. Ora il problema del Covid in Usa, dove da ottobre sono già morte circa 30 mila persone di influenza nel più assoluto silenzio, si situa all’incrocio fra problema sanitario e problema politico essendo questo l’anno delle elezioni presidenziali e l’epidemia viene a puntino per lo stato profondo soprattutto perché il suo semplice annuncio provoca  non solo problemi di borsa, ma anche disoccupazione e dunque una serie di problemi a catena in grado di mettere in crisi l’inquilino della Casa Bianca.

Però a parte questa dimensione mediatica dell’epidemia e quando non mediatica dovuta più che altro al tracollo di sistemi sanitari saccheggiati o totalmente privatizzati che spesso, come in Italia, sono stati i principali veicoli del contagio e proprio tra la parte più a rischio della popolazione, la cosa che salta agli occhi è che appena 40 anni fa pensare a massicci aiuti sanitari cinesi agli Usa, sarebbe stato considerato più improbabile e inconcepibile dello sbarco dei marziani sulla terra e tuttora nelle aree più periferiche e provinciali,  neghittose nel percepire le trasformazioni in atto la cosa è ancora fonte di incredulità. Purtroppo una di queste aree è proprio l’Italia dove certe ottusità ferocemente strapaesane si saldano alle quinte colonne che si incaricano di tenere il Paese in stato di servitù doppia e tripla, tanto – questo è solo un esempio – che nonostante il consistente aiuto russo  in questi mesi di epidemia non abbiamo rinunciato a mandare aerei e navi militari a infastidire le difese della Crimea, per far piacere ai padroni americani, incapaci di dire no nemmeno in queste condizioni. Tutto questo però avrà enormi ripercussioni sul nostro futuro e sta già operando in maniera sensibile sul presente: non parlo del nauseabondo “natismo” belligerante del governicchio Conte e di quelli che lo hanno  preceduto, ma del fatto ormai evidente che il futuro dei commerci e della produzione è in Asia, che l’asse planetario si va spostando dall’Atlantico all’Indo Pacifico e che per questo il Mediterraneo torna ad essere di importanza capitale come area di incontro di Asia, Africa ed Europa. Si stanno insomma ricreando quelle condizioni che conferirono una straordinaria potenza all’impero romano e molti secoli dopo fecero lo splendore di Venezia e Genova facendo arrivare straordinarie quantità di ricchezze nella penisola che dal Duecento alla metà del Cinquecento fu di gran lunga l’area più ricca del continente generando il Rinascimento. Fu dopo la scoperta delle Americhe che l’asse economico si spostò ad occidente, oltre le colonne d’Ercole causando il rapido declino dell’Italia e l’ascesa di Spagna, Portogallo, Francia e Gran Bretagna.

Ora non so se se le nostre elites di comando abbiano capito la situazione, ma di certo l’hanno capita i Paesi del Nord Europa, Germania in testa che vorrebbe essere il terminale europeo dei commerci asiatici e che per questo sta operando in modo da tagliare fuori il Paese centrale del Mediterraneo, nonché anche quello più industrializzato di tutto il “mare di mezzo”. Attraverso il ricatto finanziario, il Mes o magari anche aizzando i separatismi regionali, la Mitteleuropa vuole diventare a tutti i costi protagonista della nuova corrente economica, facendo fuori il principale concorrente sfruttando per questa guerra gli stessi meccanismi  dell’unione formale. E gli Usa stessi  da oltre un decennio stanno facendo tutti gli sforzi per occupare il Mediterraneo prima che le condizioni e i rapporti di forza mutino. Ma da noi ci sono cretini nature o con assegni a piè di lista che storcono il naso persino per l’ingresso cinese nel porto di Trieste, quello con il più alto pescaggio di tutto il continente che potrebbe facilmente scalzare i grandi porti del Nord, man mano che le dimensioni medie delle navi mercantili aumentano.  Insomma stando del tutto inutilmente a casa (la Svezia che ha preso le minori precauzioni generali e le maggiori mirate ai soggetti a rischio ha anche la minore mortalità da Covid, 50 volte inferiore a quella italiana, con buona pace della “scienza” dei lobbisti governativi) possiamo però cominciare finalmente ad uscire dagli schemi infantili dentro i quali è tenuto prigioniero il discorso pubblico, per aprirci alle prospettive reali.