Anna Lombroso per il Simplicissimus
Allora, tutto è cominciato quando una donna di spettacolo subito retrocessa al rango di divetta (chiamavano così le attrici che davano scandalo con abbigliamenti succinti o pose provocatorie sui red carpet) ha dato inizio a una campagna di denuncia di molestie subite nell’ambito dello show business, accolta con entusiasmo da chi si è abituato ai riti della giustizia preferibilmente officiati a Forum, a ghigliottine solo virtuali, a processi nei salotti dei talk come se fosse ormai causa persa rivolgersi a commissariati e tribunali.
Ma molto deplorata di cultori dell’ideologia del “se l’è cercata”, del “per come si veste, avrà fomentato”, del “ma quello è un ambiente corrotto, a donne perbene non succede”, del “in fondo non c’è mai morta nessuna, avrà avuto il suo tornaconto”, incoraggiando così, visto che in tanti ci cascano, i burattinai di questa e simili pantomime, che orchestrano queste liturgie della riprovazione con attori “speciali”, in modo che restino in ombra altre più diffuse violenze “comuni” perpetrate su vittime ordinarie, in fabbriche, studi professionali, negozi, cucine, dove il ricatto fa rima con contratto e è sistema di gestione usuale, dove per legge la precarietà e l’incertezza lo favorisce, dove le donne, ma pure gli uomini, non godono di tribune altrettanto eccellenti, e sono costretti al silenzio tramite intimidazione e minaccia, o anche, perfino, per via della riprovazione di chi ormai è costretto a credere che posto incerto e salario minimo siano una fortuna che solo un viziato o una capricciosa prenderebbe a calci.
Allora sia pure infastidita dal frastuono delle curve, mi espressi difendendo le tardive denunce: tutto fa brodo, comunque sia l’oltraggio sia pure con diverse gerarchie è un affronto per la dignità di tutti e le vittime restano vittime, anche se sembrano solo in cerca di scomoda pubblicità, anche se hanno una voce e atteggiamenti indisponenti e preferiscono lo sberleffo al ragionamento. Lo sostengo anche oggi, aggiungo, anche se si racconta che si siano si rese colpevoli di colpe e delitti analoghi a quelle che hanno subito. Perché non è una novità – l’abbiamo visto mille volte in vergognosi tribunali a cominciare da quello del Circeo passando per Firenze dove sono stati convertiti in vittime i carabinieri che si sono approfittate di ragazze ubriache– quello delle molestie e delle violenze è un contesto spinoso, dove si toccano i nervi sensibili del virilismo più che della cultura patriarcale, dove succede che comportamento, inclinazioni, usi e umane debolezze delle donne bersaglio vengono esplorati e manipolati in modo da far sospettare opache correità, occulte istigazioni, esecrandi interessi.
Lo dimostra il riaccendersi dei riflettori sull’Argento. Non che si fossero spenti, eh, per via perfino di intemperanze filiali cui la maggior parte dei genitori italiani guarda con intenerita indulgenza, per via perfino della sua elaborazione del lutto, considerata alternativamente al disotto o al disopra dei normali standard. Ma che adesso permette che si metta in moto la macchina del revisionismo, a dimostrazione che si sarebbero sprecate compassione e solidarietà, che le donne sanno gestire le loro prerogative di genere per i loro interessi, per rifarsi un’immagine sbiadita, per suscitare compatimento e approfittarsene, che si sapeva che da che mondo è mondo, la loro mela cela vermi e veleni. Senza parlare delle pruriginose ricostruzioni, dei dubbi in merito allo svolgersi degli eventi grazie alla mutazione intervenuta tra gli opinionisti della rete, da ingegneri a sessuologi e ginecologi. E non basta, possiamo aggiungere al rinnovato fastidio anche le discese in campo degli accattoni del movimentismo, osservatori e editorialisti al maschile, che si aggrappano a quel che resta del femminismo perché si tratta del fermento che impone minori scelte personali e professionali: in fondo male che vada, è sufficiente mettere i piatti nelle lavastoviglie, cliccare un mi piace sotto qualche post, scrivere con alata penna della reproba.
Il fatto è che si preferisce non andare al fondo della questione, quando è invece evidente che comunque siano andate le cose tra la navigata attrice e il ragazzone vittima del suo mito maledetto, si tratta sempre e solo di esercizio del potere, di una delle sue mutevoli rappresentazioni, nessuna esclusa e nessuna più o meno colpevole di sopraffazione compresa quella che tira più di un carro di buoi. Il potere che governa attraverso censo, vantaggi dinastici, forza bruta o elegante persuasione, privilegi che nutrono una sicurezza proterva capace di piegare con la convinzione più che con la potenza muscolare, fama e notorietà conseguite oggi con molta più facilità di un tempo se le leggende si autoalimentano grazie a followers e tweet. Così chi ne è stata attratta e sedotta e irretita può sentirsi autorizzata a tradurre il danno in risarcimento, in condizione di rimborsare l’ultima bambolina della matrioska con una cospicua donazione. Così si dimostra che il potere supera le differenze di genere, quando viene esercitato indifferentemente da maschi o femmine che ne hanno mutuato i caratteri, quando da entità apparentemente selvaggia e incontrollata cede all’assoggettamento antico del denaro che tutto può corrompere e comprare.
“ad esempio il femminismo tanto dalla blogger criticato,”
in femminismo itaGliano degli ultimi 30 anni è espressione diretta del caos turbo capitalismo , con femmine viziate, avide, lagnone e bramose di potere ( particolarmente economico…)spesso a danno dei maschi delle classi subalterne,che a riguardo di certa devianza sembrano intorpiditi, inermi… certo che, se Jorge dovesse essere l’ispiratore dei maschi delle classi subalterne, beh si capisce lo stato di profondo degrado e miseria in cui versano.
Ma questo ancora Jorge Non lo sa… parafrasando una canzone di De Gregori.
Magari Jorge è nato e cresciuto nel mondo delle meraviglie… o in quello dei balocchi ?
“come se fosse ormai causa persa rivolgersi a commissariati e tribunali.”
forse più di qualcuno ha sperimentato sulla propria pelle che, in itaGlia, rivolgersi alle istituzioni in generale, ed in senso lato e a quelle giurisdizionali, È UNA CAUSA PERSA.
Come sono messe, le istituzioni giurisdizionali ?
http://www.vicenzapiu.com/leggi/csm-indaga-sul-procuratore-di-treviso-dalla-costa-per-incompatibilita-ambientale-per-veneto-banca-e-per-la-vecchia-procura-di-vicenza-con-la-bpvi
“Rispetto ad Anonimo, la Lombroso ha compiuto uno stimabile processo di astrazione, può abusare del proprio potere l’uomo quanto la donna, siamo passati alla messa in causa della astratta categoria di potere, ci lasciamo infine alle spalle lo scontro aprioristico tra gruppi particolari”
la Lombroso si sta gradualmente evolvendo, Non è rimasta ai livelli di certi primati ( o trogloditi che dir si voglia ) espressione del recente femminismo itaGliano…la crescita culturale può fare solo del bene …per gli altri rimangono sempre le profonde elucubrazioni mentali sul pettegolezzi a riguardo di palpeggiamenti alla corte reale di Svezia, e correlati delirii…che più sinistrati di così, si muore, con buona pace di ogni minima speranza socialista.
Io sono uomo ma conosco pure talune donne esponenti del femminismo all’itaGGliana… un macello in parole povere.
Conosco in parte anche persone straniere in italia, beh spesso assommano il loro stato di difficoltà ai difetti tipicamente italiani… nefasto dire.
La Lombroso non si identifica con nessun un gruppo particolare (qualunque esso sia), le donne, una particolare etnia, i maschi, e via dicendo. Si potrebbe continuare dicendo classe lavoratrice, una particolate tipologia di borghesia piccola e produttiva (terzo stato) e molto altro ancora
Individui apprezzabili, cosi come individui pessimi, sono presenti in ciascuno di questi gruppi, ecco che per la Lombroso è sbagliata l’identificazione con un gruppo specifico. Il male, così come il bene, può essere fatto da individui appartenenti ad uno stesso gruppo specifico, essendo questi inevitabilmente degli individui diversi
Ne discende, per la Lombroso, che non è in causa lo schierarsi con questo o quel gruppo particolare, con il genere maschile o con il genere femminile. Ella chiama in causa il Potere, e condanna l’esercizio di questo a fini di prepotenza o sopraffazione, il vero problema risulta essere questo
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Fin qua, il ragionamento della Lombroso va anche bene, di sicuro esso produce un avanzamento rispetto al modo di pensare naturalistico, financo panteistico, che è proprio di quella figura ormai ideal-tipica che è Anonimo.
Per Anonimo il femminismo è donna, egli è maschio, quindi il femminismo è per lui oscuro pericolo. Per Anonimo l’extracomunitario è africano, egli è italiano, quindi l’extracomunitario è una minaccia. Ci si schiera con i propri simili, i leoni con i leoni, le antilopi con le antilopi. Uomini con uomini, donne con donne.
Rispetto ad Anonimo, la Lombroso ha compiuto uno stimabile processo di astrazione, può abusare del proprio potere l’uomo quanto la donna, siamo passati alla messa in causa della astratta categoria di potere, ci lasciamo infine alle spalle lo scontro aprioristico tra gruppi particolari
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Il problema però, è che la Lombroso si ferma a questa considerazione astratta del potere. Stando alla Lombroso c’è il rischio che chi detenga un potere ne abusi, ma si tratta solo di errori dei singoli, per queste fattispecie esistono i tribunali. Rispetto ai singoli che possono sbagliare, al contempo c’è anche l’esortazione morale, appannaggio di preti e moralisti.
La Lombroso non se ne rende conto, ma al potere ed ai suoi abusi (su cui tanto indaga questo blog), ella ha opposto la più striminzita visione liberale/liberista, nonostante essa blogger si sprechi continuamente contro il neoliberismo.
Si tratta della visione liberale relativamente alla tutela della società, ovvero il diritto negativo che tutela solo il corpo e la proprietà (per chi la possiede), per ogni altro problema ci sono le variopinte esortazioni dei moralisti. Se io sono un disoccupato, o uno dei tanti che devono rinunciare alle cure, questa stessa visione non ha nulla da darmi se non prediche e predicozzi.
Ecco la visione liberale posta a tutela della società, essa si rivela del tutto astratta proprio come la visione del potere che la ha generata, il potere potenzialmente foriero di abuso ma solo per mano questo o quel singolo che di potere disponga. Niente di sistemico, sfruttamento capitalistico, razzismo, patriarcato, anche il consorzio mafioso non esiste.
E’ la visione derivante del liberalismo inglese, generato da aristocratici che all’inizio dell’impero accumulavano terre nel mondo intero, rispetto al potere essi avevano il solo problema di tutelare tali terre dalle mire del sovrano e dai pari grado concorrenti. Ne derivò così una immagine astratta quanto unilaterale del potere, ed essi erano in grado accumulare sempre più terre che certamente non avrebbero coltivato di persona, il non detto era lo sfruttamento sistemico del lavoro coloniale e metropolitano (rivoluzione industriale), e rispetto ciò si rivelarono astratte anche le tutele presunte universali proprie della nuova visione liberale.
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Ecco, la Lombroso si è arenata alla visione liberale astratta del potere e delle tutele altrettanto astratte che la visione liberale propugna, una visione che essendo astratta ed incompleta è sempre sul punto di arretrare (fascismo, nazismo etc.) C’è molto di non detto nel contesto della visione liberale ed astratta che consideriamo, di fatto tutte le strutture sistemiche ed oggettive che inevitabilmente ci condizionano e ci opprimono ( ad es sfruttamento capitalistico, patriarcato, segmentazione razziale, di genere etc. )
Per capirci, si tratta di strutture sistemiche che gente come Anonimo immagina uscite fuori ciascuna per conto proprio, vengono cioè naturalizzate. Esse così intese davvero portano gli uomini a schierarsi aprioristicamente, gli uomini con gli uomini, le donne con donne, magari montanari con montanari e lacustri con lacustri e così davvero cadremmo in degli scontri automatici come tra cani e gatti
Vorrebbe essere per evitare la qual cosa che la Lombroso rimuove tali strutture sistemiche dal suo orizzonte mentale, e rifugge i movimenti di emancipazione che da esse prendono le mosse, ad esempio il femminismo tanto dalla blogger criticato,
Ma in questo modo la Lombroso dimostra di essere del tutto appiattita sulla visione astratta del potere e delle relative tutele di contro a questo, la visione del pensiero liberale / liberista che essa in apparenza tanto rigetta ma invece conferma con il rifiuto di comprendere le strutture del non detto di tale visione liberale, strutture sistemiche come ad esempio il patriarcato e la relativa contestazione femminista.
Inutile osservare che in base alla astratta visione liberale del potere e delle garanzie rispetto ad esso su cui risulta appiattita la Lombroso, mai sarà superata la oppressione del lavoro salariato, la oppressione patriarcale, quella di genere, infatti queste dipendono da quelle strutture sistemiche ed oggettive che anche la Lombroso con la sua visione liberale occulta e non aiuta a superare
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Si evidenzia quindi che la posizione di Anonimo è la più ingenua e naturalistica, quella della Lombroso la più astratta ed ideologica, ed esse corrispondono a fasi successive del processo storico politico di astrazione e di comprensione della realtà da parte della comunità umana associata. Dopo di che bisogna capire come relazionarsi correttamente con le strutture di dominio oggettive e necessarie che si riscontrano nella totalità sociale quali lo sfruttamento del lavoro, il patriarcato, l’alienazione religiosa e via discorrendo.
Sono quelle che Marx chiamava Formen, per Marx vanno approcciate secondo l’unico criterio all’altezza dello sviluppo storico attuale, cogliendole cioè come delle astrazioni reali. Marx non era realmente storicista, e noi possiamo considerare il processo storico con le categorie della fisica quantistica. Certe possibilità storiche sono inizialmente deboli, ma poi acquistano una massa critica sempre maggiore fino ad essere una costrizione ineludibile, almeno fino a delle variazioni che possono esserci ma solo in certi momenti
Prese col metodo dell’astrazione reale le Formen sono sì considerare sul piano dell’astrazione o scienza ma restano reali come i dati naturali perché non perdono la relazione col tutto sociale. Ecco l’esito di una dialettica storica tra astratto e concreto, il punto di vista possibile grazie alla sempre maggiore interazione sociale che si dispiega fino al nostro presente storico
Siamo così pervenuti al punto di vista universale e scientifico per cui una Forme, ad esempio il patriarcato, non è più pensabile come il dominio del maschile, la Forme che è il partriarcato non perde la relazione con il tutto sociale ed è quindi organicamente legato al complessivo sistema di dominio del capitale. Il patriarcato si legge ora come una Forme che opprime tanto la donna quanto l’uomo, il relativo femminismo emancipa tanto la donna quanto l’uomo.
E’ superata l’idea della Lombroso che prendere di mira il patriarcato con gli argomenti del femminismo significhi chiudersi in una setta femminile rovinando in una guerra contro l’uomo simile a quelle tra cani e gatti. Si fa ridicola l’idea che il femminismo costituisca la difesa della donna anche quando questa sbagli, o sia accusa verso l’uomo anche quando questo sia nel giusto, viene compeso così il femminismo una volta analizzato e depurato dai suoi residui naturalistici attraverso il procedimento scientifico marxiano della astrazione reale
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Per chi ragiona come Anonimo le Formen di cui parliamo spuntano isolatamente come dei funghi e costoro le assolutizzano e le subiscono, Il punto di vista della Lombroso è astrazione assoluta che svuota di contenuto, quindi tali Formen vengono perse e le lasciate operare occultamente.
In effetti si tratta posizioni analitiche che sopravvivono solo per la potenza dell’ideologia e della conservazione ma che meriterebbero entrambe di finire nella cloaca della storia. Sintomatico comunque che molti commentatori abbiano spesso fatto riferimento al “mitico moralismo della Lombroso” una appropriata espressione lanciata da Anonimo, che in effetti va in parallelo con la tendenza della Lombroso a ad aspettarsi ed a sostenere interventi della magistratura. In effetti, moralismo e galera, i due capisaldi della civilizzazione liberale e liberista, difficilmente la Lombroso si cimenta con le cause oggettive e sistemiche dei mali che denuncia
Dopo questa esposizione che si poterebbe definire di ontologia storica se non fosse per il richiamo ad una visione della storia confrontata alle categorie della fisica quantistica, si potrebbe fornire una dilucidazione di natura politica ed empirica riguardo al patriarcato ed al femminismo compreso con l’approccio marxiano della astrazione reale, ma forse ci dilungheremmo troppo è sarà più piacevole e fruttuoso riservare la cosa ad una prossima occasione