Ma chi scrive sul Messaggero? Voglio sperare che si tratti di una sostituzione estiva caldeggiata dall’impavido Razzi perché, parlando dello sciopero dei mezzi pubblici dell’Atac che si va preparando come un nuovo nubifragio per il 7 agosto, il cronista lo chiama “serrata”. Non sa che si tratta del’esatto contrario dello sciopero essendo la chiusura della fabbrica o comunque del luogo di lavoro da parte del padrone, in modo da rifiutare la prestazione d’opera e non pagare i dipendenti? Non si tratta di un lapsus calami perché l’espressione è ripetuta più volte e ribadita nel titolo, né può essere dovuta al maldestro tentativo di far rientrare un titolo nello spazio tipografico assegnato, visto che si tratta dell’edizione online. La realtà è che coloro che dovrebbero informare non sembrano più in grado di decifrare i termini elementari del discorso pubblico e politico, ignorano qualsiasi storia e come libro di lettura hanno solo il presente.
Le parole sono importanti e perciò spero che si tratti di un caso umano, di una giornata senza l’aria condizionata, che non sia il prodotto di qualche personalità pluri masterizzata, pluri corseggiata, abituata ai test quizzari piuttosto che agli esami. E che si sa, quando non c’è da spuntare la risposta nelle apposite caselle non paiono più evolute del ragazzo lupo. Se il lettori fossero così sensibili da sentirsi in imbarazzo di fronte a certi errori e decidessero di non leggere per un giorno il quotidiano cosa farebbero?
Forse così è più facile.
L’articolo di Lorenzo De Cicco si trova qui http://www.ilmessaggero.it/ROMA/CRONACA/atac_sciopero_sindacato_prefetto/notizie/1496596.shtml
Cercando altri esempi su internet ho visto che il termine SERRATA viene ormai impropriamente usato dai giornali per descrivere ogni “chiusura” di servizio da qualunque parte della barricata essa provenga. Non si tratta quindi di un abbaglio propiziato dal calore ma di una cattiva abitudine che ormai dobbiamo dare per scontata e che prende a prestito l’impatto metaforico della totale chiusura come termine addirittura più drammatico di sciopero, di cui alla fine diventa sinonimo. Ovviamente un giornalista che avesse un minimo di sensibilità linguistica, storica e… giornalistica non dovrebbe neppure per colpo di sole confondere i concetti e mescolare così il diavolo con l’acqua santa. D’altro canto questo però ci dà la misura di come nell’odierna situazione sciopero e serrata siano ormai avviati a diventare concetti del passato, obsoleti, museali.
Si potrebbe pensare che il fatto di scrivere per il Messaggero abbia avuto un ruolo decisivo, visto il tipo di lettore che ha quel quotidiano. Poi però si scopre che Lorenzo De Cicco scrive anche per Il Fatto Quotidiano (vedi http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/lorenzo-de-cicco/) E a questo punto possiamo solo allargare le braccia…
😀 😀 😀