kamikaze-george2Quando il Giappone si trovò a corto di materiali per poter costruire aerei e caccia in metallo dovette ricorrere al legno. E visto che i caccia Mitsubishi Zero Sen con le ali e la struttura  in compensato modulare non avevano alcuna possibilità di sopravvivere in un teatro di guerra come quello, i geniali capi militari s’inventarono “il vento divino”:  i piloti con quegli aerei da modellismo non sarebbero comunque sopravvissuti, tanto valeva trasformarli in bombe volanti e fare di un sacrificio certo una scelta. Nacquero i Kamikaze. Dev’essere una costante nella mentalità giapponese perché qualche giorno fa il ministro delle finanze Taro Aso ha lanciato l’allarme sulla  sanità è ha sostenuto che per salvarla agli anziani malati dovrebbe essere consentito “di morire in fretta” se lo vogliono.

Gaffe imperdonabile, ma con  un risvolto che in occidente non è stato colto: “mi svegliavo male sapendo che tutti i trattamenti erano pagati dal governo” ha aggiunto il ministro, sapendo in questo modo di dire qualcosa che avrebbe dovuto risvegliare un senso del dovere negli anziani malati. Farla finita in fretta per evitare il disonore di danneggiare le finanze della patria con la propria ostinata sopravvivenza.

A noi sembra pazzesco, ma in realtà solo per il modo: nessuno da noi chiederebbe di essere lasciato andare leggendo Mishima, ma questo non toglie che la sostanza possa essere la stessa e che sempre più governi comincino ad applicare ali di balsa alla sanità senza però farlo sapere. Di fatto già da tempo le istituzioni finanziarie, in primo luogo l’Fmi e la banca mondiale lanciano allarmi sull’aumento della vita media e sulla sostenibilità dei sistemi di assistenza sanitaria. In Usa dove già un 30% della popolazione non può permettersi la copertura, i repubblicani e lobby assicurative stanno premendo per aumentare e di molto l’età in cui scatta il Medicare, cioè l’assistenza gratuita. Fin da quando è stata creata nel 1965 l’età di inizio era a 65 anni, allora certamente “importante”, ma oggi considerata abbastanza giovanile tanto che da noi ci si immagina si possa lavorare in fonderia.

Lo scopo della battaglia è intuibile: costringere gli americani che se lo possono permettere a pagare quanto più possibile le assicurazioni, mollando la presa quando gli acciacchi rischiano di vanificare i guadagni, Età che ovviamente tende a crescere. E poi, nello spirito della “diminuzione del welfare” lo stato risparmierebbe un bel po’. Il fatto è che tra l’andata in pensione (con trattamenti meno collegati a quanto si guadagnava in attività, rispetto a noi) e il momento in cui scatta il Medicare, un altro 30% di cittadini Usa non sarebbe in grado di pagarsi l’assicurazione, producendo così un aumento di mortalità senza alcuna scelta.

Del resto dovunque in Occidente dove l’aumento della vita media non è compensato dalle nascite ( e qui ci sarebbe da fare tutto un discorso contro i brividi idioti che percorrono l’Europa contro l’immigrazione) ormai non è che un rimaneggiare continuo la sanità pubblica, cercando dove possibile di diminuire le prestazioni per chi non può permettersi integrazioni private  peraltro inavvicinabili per persone di mezza età che già soffrano di disturbi importanti. Insomma, le sortite del gaffeur  Taro Aso almeno hanno suscitato indignazione nel sol Levante e forse hanno destato una qualche consapevolezza di dove si vuole andare a parare, mentre da noi ci si limita a lavorare in penombra per ottenere lo stesso effetto. In fondo non è difficile quando si si allevano cittadini a credere che una società solidale sia finanziariamente insostenibile e tutte le altre balle del pensiero unico, grazie al quale si fa credere ai pensionati di doversi sacrificare per le giovane generazioni che invece vengono solo iper sfruttate.

Ecco anche per queste elezioni una controllatina alle ali che propongono le agende non sarebbe male. Chi per la patria muor vissuto è assai: un detto che sembra fatto apposta per i bulimici del profitto e i padroni delle ferriere.