Come certamente saprete le “armi magiche” o miracolose furono quelle cui si aggrappò il nazismo negli ultimi due anni di guerra: non erano in realtà una totale novità  perché in effetti vennero usati per la pima volta in combattimento missili e caccia  a reazione che erano stati concepiti anche prima della guerra e per la cronaca l’Italia aveva una squadriglia sperimentale con motori a getto e su uno di questi velivoli avvenne il primo volo civile della storia, ma manco a dirlo   si lasciò perdere l’evoluzione di questi motori proprio quando sarebbe stato necessario opportuno puntare su di essi. Tuttavia  questi nuovi armamenti  non riuscirono affatto a capovolgere le sorti del conflitto: le wunderwaffen  erano troppo poche e arrivarono troppo tardi per ottenere significativi vantaggi, soprattutto sul fronte orientale. Alla fine della guerra furono gli Usa a reincarnare il mito delle armi miracolose e l’idea della loro novità e invincibilità: a dire il vero  la produzione bellica statunitense era stata gigantesca, ma piatta, priva di novità e di ideazione, però gli americani disponevano non solo di un nodoso bastone, ma anche di un grande megafono ovvero la bomba atomica e poco importava se essa fosse stata realizzata da scienziati europei arrivati in Usa da pochi anni. Lo stesso Robert Oppenheimer, il fisico Usa ( ma di genitori tedeschi) cui fu affidato lo sviluppo della bomba confessò di aver fatto molta fatica a capire le basi teoriche della nuova arma.

Ad ogni modo questa fama di invincibilità peraltro asserita e rinfocolata da gran parte del sistema mediatico durante la guerra fredda  e resa verità fondamentale durante il potere monocratico della nazione eccezionale, ha reso gli statunitensi e i loro alleati ottusamente certi di poter fare tutto quello che volevano senza temere alcuna concorrenza. Certo poi le guerre perse, dicevano altro, ma era quasi impossibile sottrarsi  a un senso di superiorità a che alla fine ha reso arduo un vero allarme delle  opinioni pubbliche europee riguardo alle minacce belliche lanciate dalla Nato e dunque uno sganciamento dei Paesi europei dalla macelleria made in Usa.

In fondo è stato così anche nella guerra ucraina: le balle dei giornali e delle televisioni potevano attecchire grazie a questo substrato per cui è stato facile far credere che l’invio di armi occidentali avrebbe potuto facilmente capovolgere la situazione e respingere fino a Mosca i russi. E l’informazione si è guardata bene dal dire che gli obici americani stanno più in officina che sul campo di battaglia, che alcune armi anticarro si sono rivelate scarsamente efficaci e di scarsa affidabilità, che alcuni sistemi richiedono un’eccessiva manutenzione, che insomma le wunderwaffen una volta messe in campo contro un avversario di pari capacità perdono la loro magia e assumono invece  il carattere di armi il cui principale scopo è quello di permettere enormi profitti e relativi ” riconoscimenti” ai lobbisti. Non è un’esagerazione se si pensa che il 72 % dei parlamentari americani ha ricevuto sostanziosi assegni dalle industrie di armamenti. Non so se sia vietato dire queste cose, ma di certo esse non vengono rivelate dal mainstream. alle volte però è la realtà stessa ,che si impone: un amico mi ha indicato un video fatto proprio nei giorni in cui era imminente l’operazione russa in Ucraina, nel quale viene ripreso un carro armato Abrams M1, il corazzato  principale delle forze americane nonché considerato il migliore del mondo, alle prese con il superamento di una modestissima altura coperta di qualche centimetro di neve: ebbene dopo molti tentativi l’ Abrams si è dovuto arrendere perché  proprio non ce la faceva a superare un ostacolo che una Panda 4×4 avrebbe certamente superato così come qualsiasi altra vettura a trazione integrale con la giusta gommatura.

Forse è per questo che Washington è restia a mandare i suoi carri agli ucraini limitandosi alla fornitura di blindati leggeri e chiedendo con insistenza e tracotanza che siano invece gli europei a mandare i carri armati pesanti di cui peraltro hanno grande penuria: non sia mai che qualche Abrams incontri un dosso e che il mondo intero si metta a ridere..