statua libertàLa notizia che non compare, ma che gira sottopelle come una febbre fastidiosa nelle università statunitensi, è la mail di un professore di Berkeley, rimasto volutamente anonimo (poi capiremo perché) ma la cui autenticità è stata confermata da numerosi docenti, compreso l’economista Thomas Sowell della Standford University, che prende una “scandalosa” posizione sulla deriva che hanno preso le manifestazioni per l’uccisione di George Floyd. Una deriva che le ha trasformate in banale strumento elettorale in favore di  Biden , ma che soprattutto ha messo in luce come la censura e l’omologazione sia ormai la cifra delle istituzioni accademiche: insomma in qualcosa che ormai è ben lontana dalle prime scintille e che pare ormai essere persino estranea alla questione nera. Dunque la missiva, mandata via e mail a centinaia di docenti non si occupa di cronaca o di polemica spicciola, ma di cultura  e di strumenti cognitivi.   Così comincia la lettera:

“Cari prof. X, Y, Z,   sono un collega dell’Università della California, ti ho incontrato personalmente ma non ti conosco da vicino e ti sto contattando in modo anonimo, cosa della quale mi scuso, ma sono preoccupato che scrivere questa e-mail pubblicamente potrebbe portarmi a perdere il lavoro e probabilmente tutti i lavori futuri nel mio campo” .Un incipit certamente inquietante che prelude alla denuncia della totale assenza di diversità di opinioni sul tema delle proteste e soprattutto sul nucleo concettuale che le anima. Insomma non si stenta nemmeno una spiegazione alternativa per spiegare la sotto rappresentanza delle persone di colore nel mondo accademico o la loro sovra rappresentazione nel sistema di giustizia penale. La spiegazione fornita è unanime: i problemi della comunità nera sono causati dai bianchi o, quando i bianchi non sono fisicamente presenti, dall’infiltrazione della supremazia bianca e del razzismo sistemico bianco nell’americano cervelli, anime e istituzioni. Eppure dice l’anonimo docente “Molte obiezioni convincenti a questa tesi sono state sollevate da voci sobrie, anche all’interno della stessa comunità nera, come Thomas Sowell e Wilfred Reill. L’affermazione che le difficoltà che la comunità nera affronta sono interamente spiegate da fattori esogeni come il razzismo sistemico bianco, il suprematismo bianco e altre forme di discriminazione bianca rimane un’ipotesi problematica che dovrebbe essere messa vigorosamente in discussione dagli storici. Invece, viene trattata come una verità assiomatica senza una seria considerazione dei suoi profondi difetti o delle sue preoccupanti implicazioni sulla totale impotenza nera. Questa ipotesi sta trasformando le nostre istituzioni culturali in uno spazio dove non c’è posto per il dissenso”

E prosegue: “Se affermiamo che il sistema giudiziario criminale è suprematista bianco, perché gli americani asiatici, gli indiani d’America e gli americani nigeriani (per inciso anche loro neri )  sono incarcerati a tassi molto più bassi degli americani bianchi? Perfino gli ebrei americani sono incarcerati meno dei bianchi gentili e penso che sia giusto dire che il suprematista bianco medio disapprova gli ebrei. Eppure, questi presunti suprematisti bianchi incarcerano i gentili a tassi molto più alti degli ebrei. Niente di tutto ciò viene spiegato:” E come in tanti campi alla ragione si sostituiscono slogan ripetuti fino alla nausea. Ora per un europeo  di buona cultura non c’è alcuna difficoltà a comprendere il motivo dell’ iperplasia della di una spiegazione razziale che tuttavia si applica e si confessa solo in questo caso e non negli innumerevoli “arcana” dell’impero americano: dal momento che i tassi di criminalità dipendono sostanzialmente dal livello economico e di istruzione ecco che i neri, la fascia di popolazione a più basso reddito  e a più alto tasso di disoccupazione, sono statisticamente i più coinvolti nel sistema penale. La prova del nove la si ha se si analizza la popolazione americana per reddito e non per colore: tutto va magicamente a posto e addirittura il taso di criminalità dei bianchi poveri è superiore a quello dei neri. Tuttavia questo compromette a tal punto l’immagine stereotipa della società americana e la sua “eccezionalità” da non poter essere adottata senza pericoli e si preferisce la tesi di un male oscuro dal quale sarebbero infettati esclusivamente gli infedeli del globalismo.

Ovviamente il razzismo esiste eccome, ma la sua straordinaria resilienza negli Usa dove ha accompagnato tutte le fasi di sviluppo, dallo sterminio dei pellerossa, all’importazione degli schiavi, alla noncuranze per le vite non americane e non bianche, si nutre proprio di un teorema sociale che parte dalla disuguaglianza come motore economico che è poi il concetto chiave del globalismo neoliberista: dunque proprio chi pretende di essere l’apice dell’ antirazzismo è portatore in radice dei suoi presupposti. In ogni caso la lettera del professore vuole sottolineare una condizione di censura:  “Personalmente non oso parlare contro la narrativa Black live matter e contro il presunto unanimismo prodotto in serie dall’amministrazione accademica, dai professori di ruolo,  dall’America delle corporation e dai media, la punizione per il dissenso è una chiara minaccia in un momento di diffusa vulnerabilità economica. Sono certo che se il mio nome fosse allegato a questa e-mail, perderei il mio lavoro e tutti i lavori futuri, anche se  posso giustificare ogni parola che scrivo.” Il  nostro dipartimento sembra essere stato completamente catturato dagli interessi della Convenzione nazionale democratica e del Partito democratico in senso latoPer spiegare cosa intendo, considerate cosa succede se si sceglie di donare a Black Lives Matter: tutte le donazioni al sito web ufficiale vengono immediatamente reindirizzate a ActBlue Charities , un’organizzazione che si occupa principalmente di campagne elettorali di bankrolling per i candidati democratici. Fare una donazione a BLM oggi significa donare indirettamente alla campagna di Joe Biden per il 2020. Ciò è grottesco, dato che le città americane con i peggiori tassi di violenza della polizia  sono gestite in maniera schiacciante dai democratici. La stessa Minneapolis è stata interamente nelle mani dei democratici per oltre cinque decenni ; il “razzismo sistemico” è stato costruito dalle successive amministrazioni democratiche.

E infine viene la sorpresa: “Non dovrebbe influire sulla forza del mio argomento, ma per la cronaca, scrivo come una persona di colore . La mia famiglia è stata personalmente vittima di uomini come Floyd. Siamo consapevoli delle condiscendenti depredazioni contro la nostra gente. L’umiliante presupposto che siamo troppo stupidi per fare lo Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics, ndr), che abbiamo bisogno di un aiuto speciale e di requisiti più bassi per andare avanti nella vita, ci è pienamente familiare. A volte mi chiedo se non sarebbe più facile avere a che fare con fascisti aperti, che almeno non avrebbero inibizioni nel chiamarmi subumano. Il sempre presente dolce fanatismo di basse aspettative e l’affermazione secondo cui le soluzioni alla difficile situazione della mia gente poggiano esclusivamente sulla buona volontà dei bianchi piuttosto che sul nostro duro lavoro è psicologicamente devastante . Nessun altro gruppo in America viene sistematicamente demoralizzato in questo modo dai suoi presunti alleati. A un’intera generazione di bambini neri viene insegnato che solo supplicando, piangendo e urlando otterranno sovvenzioni da bianchi in colpa”

Ma tutto questo si può dire solo in anonimato, esattamente come si escludono visioni diverse della pandemia. Questo è il mondo che ci attende dove alcuni gruppi ponte tra il potere, la politica e la creazione di consenso cooptano e corrompono i movimenti sociali, in modo che possano integrati nella struttura del controllo sociale.