meme-conte-il-decretoE’ la classica situazione in cui si dovrebbe dire con Flaiano che la situazione è gravissima ma non seria. Conte, l’uomo che rimane a Palazzo Chigi solo grazie a un virus mediatico, rappresentando egli stesso la vera patologia italiana fatta di barbarie, cinismo e paura, ci prende allegramente in giro con scaltre battute da sacrestia: ora chiede alla banche ” un atto di amore”. Dopo aver annunciato  una valanga di 400 miliardi per soccorrere un’economia distrutta dalle misure in assoluto più severe e peraltro inutili  contro il coronavirus, si è scoperto che ne aveva stanziato in realtà uno e mezzo, che il resto era solo denaro virtuale, una garanzia di firma  dello stato per i prestiti delle banche ai cittadini e alle aziende  in difficoltà. Una volta  fatta l’amara scoperta che non si trattava di denari a fondo perduto, ha fatto credere che almeno i prestiti sarebbero stati praticamente incondizionati e invece le banche non hanno affatto aperto così facilmente i cordoni della borsa, hanno chiesto chiedono garanzie esattamente come prima, anzi forse peggio perché per i nuovi prestiti a persone che hanno avuto delle perdite secche, hanno richiesto il rientro dai prestiti precedenti prima di emettere i nuovi con la garanzia statale. Insomma non hanno poi tanta voglia di mettere denaro in mano ai cittadini sia  perché hanno modi più profittevoli per impiegarlo, sia perché la gran parte dei prestiti al posto di conferimento incondizionato di denaro, non porterà che a fallimenti a catena, soprattutto se si continuerà nella segregazione ad oltrenza per l’influenza.

Così adesso il coronapremier, messo all’angolo dalle sue stesse balle e dai suoi dpcm, dai suoi esperti e dalle sue task force, implora dalle banche un impossibile e ipocrita atto di amore che almeno gli salvi la faccia. E del resto non può allentare davvero la segregazione e la diffusione della paura perché che sono ormai l’unico motivo per cui è ancora in sella: i motivi sanitari passano in secondo piano anche se li fa enfatizzare dai tromboni di cui sempre Flaiano direbbe “comincia il medio-evo degli specialisti. Oggi anche il cretino è specializzato”  anche a costo di sparare orrende bufale come quella sull’aumento dei contagi in Germania, anzi sa benissimo che la gente sottobanco si muove parecchio nelle grandi città, che la segregazione è al tempo stesso una follia e una bugia, un’equilibrio instabile tra paura e necessità che finirà per esplodere, nonostante la falsa conta dei morti quotidiana, un falso di cui prima o poi si dovrà chiedere conto ai responsabili. Del resto anche l’informazione estera, dopo un periodo nel quale l’Italia è stata lodata come “maestra” nelle misure di contenimento del virus si va accorgendo che le misure prese sono eccessive nel numero e nella qualità delle restrizioni, nell’ampiezza territoriale e nel perdurare oltre il ragionevole, così ora sta cominciando a prenderci in giro. Ma Conte chiede amore alle banche, mentre si occupa di distinguere tra fidanzati, trombamici, conoscenti e amicizie “vere” in un trionfo finale di stupidità decretizia e sta lì fin che può, facendo preconizzare ai suoi virologi improvvisati le seconde e le terze ondate finché potrà contare sulla complicità di tutto il milieu politico di maggioranza e opposizione che è stato travolto dalla narrazione pandemica, che fa i suoi affari su app e mascherine e chissà cos’altro nel campo della sanità e delle grandi opere, ma che intanto ha spinto Conte a farsi tiranno per una stagione non impegnando il Parlamento nelle “grida” anti costituzionali emesse dal governo. Del resto lo scopo di legarci al Mes è stato raggiunto e tutti sono contenti.

Certo era difficile immaginare che si arrivasse ad una situazione così ridicola e così drammatica, in una sorta di sospensione costituzionale persino nell’ambito di un movimento generale promosso dalle elite del denaro, teso alla diminuzione della democrazie e al controllo massivo dei cittadini. Ai quali tra breve non resterà che appellarsi ad un atto di amore delle banche, dei miliardari e dei tecnocrati per poter campare. Altro che virus.