1582224053888.jpg--mattia_santori__addio_sardine___la_stagione_delle_piazze_forse_e_gia_finita____sospetto__poltrone_in_arrivoUna delle cose notoriamente più difficili per i cuochi casalinghi è riconoscere il pesce fresco da quello che già comincia a puzzare: molti sono i sistemi per far apparire come appena pescati e quasi guizzanti pesci già in decomposizione. E lo stesso è accaduto con le sardine metaforiche sulle quali sono stati usati tutto il monossido di carbonio, l’acqua ossigenata e i polifosfati del sistema per renderle attraenti in vista delle regionali emiliane dove il Pd rischiava la ghirba. Non è stato facile vista l’assoluta mediocrità di Santori e compagnia, un ensemble abbastanza incompetente da non porsi le domande giuste, sufficientemente servo da accettare quelle preconfezionate e così ottuso da non distinguere le due cose. Una volta però raggiunto lo scopo o almeno dopo aver creato abbastanza distrazione  e confusione le sardine sono state tolte dal banco con un’eutanasia programmata prima che la puzza diventasse insopportabile. Ma non bastava la palese incapacità di Sartori a far fronte a qualsiasi domanda che uscisse fuori dal canovaccio messo a punto dagli spin doctor, si è ricorsi alla famosa fotografia in compagnia di Benetton, l’uomo del ponte, che ha tagliato i rifornimenti artificiali di credibilità dando il via alla disgregazione.

Così dopo i flop delle ultime adunate, sempre più scarse di partecipazioni e la fuga  da Napoli dove Santori è stata cacciato dai precari, ecco che lo stesso leader stacca il respiratore artificiale e con abbondante anticipo sui fantomatici stati generali delle sardine sott’olio extra vergine piddino, dichiara che “la stagione delle piazze è forse già finita”  trascinando con sé all’inferno anche gloriose organizzazioni purtroppo legate al Pd e dunque ormai insensate rispetto ai fini e alle origini  come l’Anpi: a Pesaro ultima desolata piazza sardinesca con poche centinaia di persone, il capo del nulla ha ricevuto in dono dalla presidente di Pesaro, Matilde Della Fornace, il fazzoletto tricolore dell’Associazione partigiani.” Così l’offesa al presente si coniuga con quella al passato, perché signori miei se la buona politica, come dice Santori, è seguire i competenti o sedicenti tali (ogni sistema di potere crea i propri competenti in maniera autoreferenziale) allora la Resistenza non avrebbe senso. Ma francamente questa storia è fin troppo mediocre, troppo costruita dall’alto e troppo di pancia in basso, per meritare attenzione politica e non finire invece nel calderone generale dell’antropologia neo liberista, come il nome stesso del  movimento, completamente acefalo e aggregante insieme suggeriva sin dal principio. Il fatto è che creare qualcosa di abbastanza vago e anodino per raccogliere i delusi dei Cinque stelle, è stato un buon obiettivo mirato in Emilia, ma una sua estensione sarebbe alla fine incontrollabile e molto pericolosa per gli assetti del Pd, potrebbe insomma rivelarsi un Cinque sardine molto scomodo.

Ma naturalmente se quella delle sardine è già storia passata, lo smorzacandele non calerà su Bellofigo (è meglio usare  la cultura di base di questa specie ittica destinata ad essere alla base della scala alimentare del consenso): Santori e forse  qualche suo luogotenente, di quelli che per esempio tengono i cordoni della cassa, dovrà essere ricompensato per l’opera compiuta e per essere riuscito in circa due mesi a fare politica senza esprimere alcun concetto politico, ma anche per non rivelare a nessuno come è nato davvero il movimento e chi lo ha effettivamente organizzato e finanziato. Ci sono dunque poltrone in arrivo per il fancazzista bolognese e certamente ci sarà una candidatura alle prossime politiche di autunno o primavera, magari come indipendente nel Pd o a capo di una lista civetta. Lui ha già fatto sapere di pensare a qualche carica locale, cosa questa che  introduce il discorso in maniera morbida e dimessa per non far arrivare la sua designazione al Parlamento come un fulmine a ciel sereno.