Ciò che ho da dire oggi si riduce a sei foto messe in fila come un’inquietante e inaspettata processione perché senza che se ne avesse il sentore o il sospetto è accaduto che ai vertici del complesso militar industriale americano, che vive di guerre e di morte, siano oggi sei donne, 4 a capo delle maggiori industrie belliche statunitensi e due dall’altra parte del tavolo, la prima come supremo acquirente del Pentagono, la seconda come gestore dell’arsenale nucleare. Ciò che colpisce è che questa situazione venga esaltata e presentata dalla pubblicistica americana come un successo del movimento femminista che è riuscito a penetrare le ultime e più sorvegliate roccaforti del machismo, ma senza tuttavia rinunciare allo slogan della “diversità” affinché la folla politicamente corretta possa sentirsi bene con se stessa e non farsi venire qualche dubbio.
Tutto questo si traduce in una sorta di caricatura del liberalismo americano, della parte che cura le conquiste a fini di lucro, divenuta ormai l’attività preminente dell’impero. E mostra con l’evidenziatore che il vero tarlo del femminismo contemporaneo è il suo tentativo di valorizzare le donne dentro un sistema di valori definito dagli uomini e dal potere, che nella sua essenza che è asessuato o forse l’unico sesso esistente. Evidentemente l’obiettivo reale non era di quello di valorizzare le donne, i loro valori, le loro competenze, ma di ignorarle in quanto poco assimilabili al patriarcato capitalista e di indurle a giocare il solito gioco maschile. Non è un caso che gli ultimi quarant’anni siano stati segnati in maniera significativa da donne sedute sul tavolo da gioco del capitale e della lotta di classe al contrario a cominciare dalla Thatcher, per continuare con la Lagarde, proseguire con la Clinton apertamente guerrafondaia nonché pescatrice di torbido per finire con la Merkel, sceneggiatrice finale dell’europa oligarchica a egemonia tedesca.
Volendo sintetizzare il femminismo contemporaneo o almeno la sua forma banale e peggiore, si è alleato al capitalismo e invece di puntare a un mondo più egualitario e più giusto, a imporre in qualche modo una diversità di visione: è diventato invece ancella del neoliberismo mentre la critica al sessismo sta involontariamente fornendo la giustificazione per nuove forme di disuguaglianza e di sfruttamento collegandosi al culto del mercato. Infatti ai piani bassi per le donne è cambiato poco, anzi le cose sono peggiorate con il dissolversi graduale dei diritti che le espone a infinite forme di ricatto, ma l’emancipazione sembra funzionare solo ai piani alti, dove la distinzione diventa inesistente e nei quali più ancora che per gli uomini non esiste più l’ascensore sociale: tutte le signore elencate in questo post sono infatti appartenenti al notabilato americano. Non c’è alcun dubbio che in questa prospettiva la seconda o terza fase del femminismo, a seconda di come lo si voglia guardare, stia emergendo come critica del capitalismo welfariano, opprimente e fallocratico in funzione ancillare però del globalismo di marca neoliberista. In un certo senso il femminismo da essere avanguardia di qualcosa di nuovo, si è trasformato in retroguardia reazionaria rispetto all’eguaglianza sociale, anche se non mancano segnali di frattura rispetto a questa linea da parte delle donne più intelligenti. Non è certo un caso che se guardiamo alla spaventosa disuguaglianza di reddito che si è creata nell’ultimo ventennio si vede come la frattura reddituale sia molto più accentuata nelle donne.
Ci mancava solo che diventassero protagoniste della guerra e delle stragi. Una conquista.
Un’ idealtipico discorso fra sinistrati:
Meraviglioso post. Grazie Simplicissimus2.
condivisibilissimo l’accenno al SESSO UNICO.
Vorrei rilanciare la metafora con quella delle DUE RAZZE UMANOIDI
La Razza Padrona e la Razza Serva. E’ l’appartenenza di razza la bussola per capire, non il sesso (unico).
Persino il colore della pelle (razza etnica) diventa subordinato.
Quando si viene cooptati, dopo anni di servile fedeltà e per efficacia del servizio (sia essa la disinformazione, lo strame dei diritti altrui, l’incremento delle share), nella Razza Padrona, ogni altro attributo della persona passa in secondo piano.
Terra contro Reptilians, Matrix, guardatela come volete.
Con Colin Powell e Obama abbiamo assistito alla stesso tipo di operazione, anche se in chiave razziale, orchestrata dalla classe dominante statunitense.
I burattini possono avere i capelli lunghi e il rossetto oppure la pelle scura, ma le mani che muovono i fili sono sempre le stesse.
” ma le mani che muovono i fili sono sempre le stesse.”
Per Jorge e la Lombroso saranno sicuramente mani patriarcali e maschiliste … certo, ma sicuramente saranno etero sessuali visto la loro preferenza per le donne a gestire affari di guerra.
Magari saranno maschio-patriarcal-femministe dette mani, chi lo sa…
Dice che la prossima premio nobel per la pace sarà una femmina, chessò, una Hilary ?
Una Condoleeza ?
Una Albright ?
Una Nuland ?
“Ci mancava solo che diventassero protagoniste della guerra e delle stragi. Una conquista”
per Jorge o per la Lombroso sarà sicuramente stato qualche perfido maschilista patriarcale a costringerle a fare ciò.
“Volendo sintetizzare il femminismo contemporaneo o almeno la sua forma banale e peggiore, si è alleato al capitalismo2
Provi a spiegarlo a Jorge e alla Lombroso, io mi sono veramente stancato.
Ministri della “””difesa”” ( imperialista?) della UE ed extra UE:
Roberta Pinotti, Florence Parly, Ursula Von der Leyen, Maria Dolores de Cospedal Garcia, Elisabetta Trenta,Ank Bijleveld, Ine Marie Eriksen Søreide,Marise Payne ecc…
Quando ci sarà bisogno dell’ennesima esportazione di democrazia faranno gettare bombe con una sensibilità particolarmente femminile e femminista… tant’è che prossimamente si potrà parlare di esportazione del femminismo piuttosto che della democrazia, ed ecco la quadratura del cerchio.
L’ha ribloggato su Ambiente futuroe ha commentato:
In un certo senso il femminismo da essere avanguardia di qualcosa di nuovo, si è trasformato in retroguardia reazionaria rispetto all’eguaglianza sociale, anche se non mancano segnali di frattura rispetto a questa linea da parte delle donne più intelligenti. Non è certo un caso che se guardiamo alla spaventosa disuguaglianza di reddito che si è creata nell’ultimo ventennio si vede come la frattura reddituale sia molto più accentuata nelle donne.