0-16998Non sempre. anzi raramente, ci si può fidare delle correlazioni semplici che purtroppo sono anche quelle più immediate, facili e apparentemente convincenti tanto da essere usate a profusione dall’informazione mainstream nel tentativo di istituire le costellazioni di pregiudizio sulle quali ancorare le narrazioni del potere. Tuttavia a volte  la presenza di relazioni reciproche fra più oggetti diversi tra loro può diventare illuminante per comprendere la situazione che viviamo. Ad esempio studiando il flusso incessante delle informazioni sia sui canali tradizionali che sul web ci si può accorgere che nella massima parte dei casi chi tifa per l’Europa e l’euro è anche a favore della campagna siriana, si adira per la “dittatura” di Maduro, odia i populisti, disprezza le “piccole patrie”, è favorevole alla guerriglia terrorista anti Assad in Siria, è assertore delle sanzioni all’Iran e alla Russia nonché delle favole che vengono create per giustificarle, ritiene il golpe Ucraino un capolavoro di democrazia ancorché uncinata, dà sempre credito all’informazione ufficiale e tende a ritenere fake news tutto ciò che se ne allontana. Insomma è il fenomeno speculare a quello del cosiddetto complottismo compulsivo.

L’intensità di queste posizioni può naturalmente essere variabile e modulabile ad hoc, talvolta alcune possono essere celate per accreditare la propria indipendenza, ma nell’insieme esse tendono a formare un cespuglio di convinzioni tra loro correlate che è molto più significativo delle  opinioni sui singoli fatti proprio perché fanno parte di una “famiglia” mentale. L’esistenza di tali cespugli non può nemmeno essere direttamente  attribuita a ideologie politiche, anche ammesso che ancora esistano, perché una parte consistente di questo universo pregiudiziale convive in apparente contraddizione con esse, per esempio la ricerca sistematica della pace come contesto di risoluzione dei problemi, il riferimento all’uguaglianza e alla democrazia, (salvo rinnegarla quando essa non dà i risultati sperati), accoglienza dei migranti che fuggono esattamente da quelle condizioni di guerra e sfruttamento selvaggio avvalorate invece nella costellazione pregiudiziale. Da questo si evince una cosa che a me pare importante per l’azione politica: i cespugli di cui abbiamo parlato non hanno radici in qualche cultura, sono essi stessi la cultura e la narrazione di riferimento, mentre il resto non è che contorno inessenziale tanto da poter convivere con il mercatismo più selvaggio così come con le posizioni più apparentemente alternative.

Non trattandosi di fatti interpretati secondo idee e convinzioni coerenti e consolidate, ma accettate per autorità, ripetitività e/o  assenza di prospettive, queste costellazioni narrative da una parte prescindono in qualche maniera dal giudizio e dunque sono fortemente trincerate rispetto alle critiche, dall’altro però sono molto cagionevoli, perché se un qualche ramo dovesse per caso seccare la malattia si potrebbe diffondere a tutto l’impianto. Ecco perché l’informazione e il potere che la controlla agiscono con criteri in qualche modo olistici, ovvero cercano di non potare alcun ramo anche quando questo è esposto alle intemperie della realtà: un esempio di scuola è quello del caso Skripal finito nel ridicolo più assoluto quando si è ufficialmente scoperto che l’ex agente segreto e la figlia erano stati curati per overdose di oppiacei e non per gli effetti di gas nervino:  sulla vicenda è calato un brusco velo di silenzio, ma rimangono perfettamente in piedi le sanzioni e le esclusioni contro la Russia messe in piedi allo scoppio del caso. Un esempio nostrano di diverso tenore, ma di logica identica è quello della grande stampa, allineata al gruppo Espresso, che non può negare gli errori di Mattarella, ma continua a sostenere contro ogni evidenza testuale e il parere di illustri giuristi, che la ripulsa di un ministro per ragioni politiche non costituisce violazione della Costituzione e che dunque i populisti si rivelano fin da subito brutti e cattivi. Uno dei tanti professorini che dettano la linea agli accespugliati sostiene addirittura che Mattarella ha rifiutato una proposta e non una designazione e che dunque la sua azione è perfettamente legittima. Eppure Bisanzio è caduta 570 anni fa, anche se ancora esistono i venditori di rolex d’oro in qualche area di servizio.

Insomma il sistema deve mantenere integra la sua narrazione in ogni sua parte, altrimenti rischia di perderla e di ritrovarsi in mano un vaso di Pandora. Esattamente quello che nei prossimi mesi si andrà lentamente aprendo.