haji-iman-abd-al-rahman-mustafa-al-qaduli-abdel-rahmane-al-qadouli-abou-alaa-al-afari_5571313Mi sembra giusto che a Pasqua, morte e resurrezione si miscelino anche nelle cose profane e persino in quelle oscene come la guerra. Così venerdì scorso il Pentagono ha annunciato tutto contento e  che in una incursione aerea Usa, è stato ucciso il numero due dell’Isis, il cosiddetto “ministro delle Finanze” dello Stato islamico, Abdel Rahmane al-Qadouli. Un’azione che dimostra – come i portavoce militari hanno tenuto a sottolineare nel comunicato ufficiale – che dimostra la vicinanza di Washington all’Europa anche se non è chiaro se e come il personaggio chiamato anche Imam Haji o Abu Alaa Afri, possa c’entrare qualcosa con Bruxelles o con Parigi.

Ma che importa? L’importante è dare l’impressione che… Anzi in questo caso l’impressione  ha del miracoloso perché in realtà al-Qadouli è un redivivo e anche assai più notevole di Cristo stesso essendo già stato ucciso due volte da raid Usa nel settembre del 2014 e nell’aprile del 2015,  risorgendo ogni volta, pronto a dimostrare la determinazione americana e la vicinanza dell’amministrazione all’Europa colpita. E tutte le volte il Wall street journal ha segnalato l’importanza dell’eliminazione giocando sui diversi nomi e soprannomi in uso tra gli uomini del Daesh.

Davvero straordinari questi membri dell’Isis i quali potrebbero anche risorgere da azioni kamikaze, non si mai. Certo, non è sempre è così, alle volte ci lasciano davvero le penne come pare (ma il dubitativo è ormai d’obbligo)  sia accaduto  a “Omar il ceceno”, al secolo Tarkhan Batirashvili, uno dei migliori combattenti dell’Isis, anzi “ministro della difesa” secondo il Pentagono  e nato in un enclave cecena della Georgia, ferito mortalmente da un bombardamento Usa. Qui non pare che possa verificarsi il miracolo di Lazzaro il che non vuol dire che non vi sia qualcosa di straordinario nella vita di questo soldato terrorista: i suoi superiori nell’esercito georgiano ne raccontano meraviglie e dicono che “non è andato a combattere in Irak accanto agli americani perché avevamo bisogno delle sue abilità”. Si riferiscono ovviamente alla vicenda dell’Ossezia. Mentre un suo commilitone degli ultimi tempi lo ricorda con grande  rimpianto: “E’ stato un soldato perfetto fin dal primo giorno. Le unità delle forze speciali Usa ci hanno addestrato molto bene tutti ma lui era la star”. Davvero straordinaria la mutazione da beniamino a nemico nel giro di pochi giorni visto che Batirashvili era stato tra i protagonisti della presa dell’aeroporto di Menagh a nord di Aleppo.

Quindi non mi rimane che augurarvi buona Pasqua.