Anna Lombroso per il Simplicissimus
Non sapeva, non aveva capito che ci fosse tanta povertà in Italia, ha confessato la presidente della Camera con una dichiarazione di innocenza che suona insultante dopo la sua rivendicazione di appartenenza alla cosiddetta società civile, di fiera testimonianza del pensiero e delle condizioni del 99% degli italiani.
Se le diamo atto di aver affrontato le contestazioni, non può però sfuggirle di essere andata al funerale delle ultime vittime della miseria, agli ordini dei rei, al servizio e a copertura, a suo dire inconsapevole, di chi ha orchestrato e mosso una guerra contro interi popoli colpevoli di aspirare a sicurezze, garanzie, benessere e perfino al soddisfacimento e mantenimento dei diritti.
Il suo candore sarà frutto di una deformazione professionale: in fondo vanta un prestigioso curriculum di portavoce delle muscolari agenzie globali presso i reietti del mondo, mica dei diseredati presso le grandi potenze e a forza di volgere lo sguardo ai terzi mondi lontani non si è accorta di quelli interni, ormai tra noi e che fanno sentire il loro urlo anche dentro a stanza segrete, protette e separate. Tentazione comune quella di discernere tra gli oggetti dell’offerta di bene, se c’è chi si dedica a volonterosa misericordiosa beneficenza tramite operose associazioni, confinando gli anziani genitori in ospizi, chi fa opere di assistenza agli indigenti, ma vota i partiti dei respingimenti, chi preferisce la compassione alla solidarietà, soprattutto quando è ben remunerata.
Per carità non sarà questo il caso, voglio anche io sentirmi sollevata dall’avvicendamento che ha visto la Boldrini insediarsi dopo il Fini dell’omonima legge. Ma sopravvive il sospetto che la via del potere non possa essere pienamente virtuosa se rende ciechi alla realtà, malgrado i soccorrevoli e unanimemente applauditi pistolotti. E che l’accesso favorito ai privilegi renda meno sensibili alla doverosa garanzia dell’universalità dei diritti, primo tra tutti quello alla conservazione dell’umanità, attraverso la tutela della dignità.
E ieri era proprio una giornata dedicata ai funerali della dignità, quello dei tre ammazzati di Civitanova, quello, ripetuto, di una città cancellata prima da un terremoto e poi da chi ne ha tratto vantaggio. E quello delle aspettative dei giovani costretti all’espatrio, il 30% in più nel 2012, quasi 80 mila emigranti.
Ci si sono messi anche i saggi ad officiarli, pacificati dalle loro solide rendite e influenzati da lontane letture ciceroniane compiute prima della Bocconi, persuasi quindi di potersi permettere di non preoccuparsi dell’equità della loro benevolenza e del loro interessamento per le nostre sorti, “poiché l’uomo per essere pienamente tale non ha bisogno di beni materiali, di averi, di possedimenti”. Proprio come Marco Aurelio che sostiene che il saggio guarda alle persone che piangono la rinuncia ai beni esterni come a bambini ch piangono la perdita di un giocattolo. E si sa vecchio e nuovo ceto dirigente guardano agli italiani, ma anche ai greci, ma anche agli spagnoli, a tutti i popoli, come a bambini viziati che bisogna guidare e punire per rimetterli sulla diritta via dell’ubbidienza.
Bisognerà rivelare alla presidente Boldrini che la riduzione in povertà, l’accanimento verso i ceti medi in modo che scivolino verso la miseria, non sono un effetto della crisi, ma una strategia esplicita, perché il bisogno annienta la speranza, limita l’aspirazione alla libertà e favorisce l’assoggettamento.
Imputati di spread, colpevoli dell’immiserimento dello stato sociale a causa di una dissipata indole a vivere al di sopra delle nostre possibilità, adesso viviamo l’inedito spostamento in là dei confini e dei limiti del senso comune, tanto che ci vergogniamo della povertà più che degli abusi, delle licenze alle regole, della trasgressione delle leggi, della dignità che ci si è fatti strappare, delle umiliazioni sopportate, che abbiamo imbarazzo delle restrizioni che ci vengono imposte più che dell’accondiscendenza a subirle. Tanto che abbiamo pudore per il venir meno dell’impegno a consumare, ad accumulare beni inutili perdendo di vista il bene, a dissipare risorse, anche quelle naturali, se la legge di natura della modernità consiste nell’illimitatezza cieca, nella hýbris tracotante e suicida. E se rimuove la colpa collettiva di sottostare a un ordine mondiale omicida che ai morti di fame e epidemie – molti più di 100 mila al giorno – aggiunge la condanna dei “cosmocrati” alla miseria di interi popoli, in una guerra che non è più una patologia, ma la normalità, non è più l’eclissi della ragione, ma è la ragione d’essere del loro impero.
a margine dei commenti di Eva che condivido interamente, vorrei chiarire che da una classe dirigente non si deve avere solidarietà, si deve esigere competenza, responsabilità, conoscenza dei problemi, efficienza, ascolto, capacità di scelta. Il resto è appunto pietismo ipocrita
Sono completamente d’accordo con Eva e Anna Lombroso.
La solidarietà è una nobile affettuosa pratica interpersonale che può anche ispirare un legislatore; ma il dovere della classe dirigente nei confronti dei cittadini è, appunto, descritto dai loro precedenti commenti.
cara anna,
ti sei associata a darmi dell’ipocrita quando ho detto le stesse cose di tutti voi. se leggete bene. la solidarietà è ovvio che deve essere tra noi cittadini quando siamo arrivati a questo punto, altrimenti chiacchierare solo per pretendere che la classe politica “abbia fatto” quello che non ha fatto anzi ha disfatto, è un vuoto blaterare….altra cosa è seguire il nuovo parlamento con tutte le difficoltà che sta incontrando e aiutarlo da cittadini a trovare il giusto modo di procedere per restaurare lo stato di diritto che è una cosa sempre perfettibile.
con questo spero di essere stata chiara e chiudo!.buona giornata a tutti!
codivido pienamente quanto scritto da Eva…non si può parlare di evoluzione dei cittadini in una società controllata dal una classe dirigente e ppolitca scadente…la propaganda ed il controllo dei soggetti di cui sopra purtroppo non mirano per nulla all’aevoluzione culturale dei cittadini…
E certo non serve qualche caso sporadico di interessamento a detta evoluzione culturale, per portare l’evoluzione ad un’ intere nazione…
sig.ra Maria Grazia, senza offesa alcuna, trovo i suoi commenti un po’ ipocriti, o scarsamente motivati…
@ eva….se ti riferivi al mio post non hai letto bene al punto seguente […la tragedia è senz’altro frutto della crisi causata dalla politica dissennata del liberismo, ma non saltando il passaggio della voluta “non evoluzione culturale” dei cittadini ridotti a sub cittadini….]
a stare al tuo pensiero tutti si suiciderebbero…purtroppo siamo arrivati a questo punto e la solidarietà tra umani è doverosa oltre alla denuncia e alla azione per stornare la catastrofe…della politica criminale.
A proposito di personaggi un po’ “alla Boldrini”…
Giorgio Gaber avrebbe probabilmente detto :
difatti non è mica normale, che un comune mortale, per le cazzate tipo compassione e fame in India, ha tanto amore di riserva che manco se lo sogna, che dopo uno si chiede : “ma come fa ad essere così carogna”…
grande Gaber direi, già 30 anni fa…
legga sig.ra Lombroso, questo post lo troverà probabilmente interessante ed in tema con il suo…
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=11697
legga sig.ra Lombroso, questo post lo troverà probabilmente interessante ed in tema con il suo…
Scusate, volevo rileggere… e ho cliccato
3 – Altro è saper progettare una società in cui i cittadini evoluti culturalmente non puntino tutto sul denaro, sul consumismo e che sappiano scoprire la bellezza della condivisione. Questa “evoluzione culturale” ha a che vedere con l’educazione, la formazione incessante… e in questi anni nessun governo ha puntato su questi valori. Già l’educazione di base è stata ignorata o deliberatamente affossata.
Ma appunto, questo orizzonte va costruito insieme, a partire da un minimum di civiltà offerto a tutti.
4- Mi pare che l’episodio da cui è partita la riflessione non possa essere “piegato” ad una sorta di colpevolizzazione dei protagonisti che non erano “sufficientemente evoluti ” e non hanno saputo chiedere gli aiuti alle persone giuste… nei modi giusti….
Mettiamo le cose al loro posto.
1 – Se ho lavorato e versato tutti i contributi che la legge prevedeva e dall’oggi al domani cambiano le regole e dovrei lavorare 5 anni in più… 5 anni di vita nessuna solidarietà di vicini e compaesani saprà e potrà restituirmeli.
2 – Se ho sempre vissuto del mio lavoro e all’età di 61 anni, mi si chiede di essere così aperta-sensibile di saper chiedere aiuto alla Caritas, al parroco, ai servizi sociali – senza una lira, questi ultimi – non mi sembra un bel modo di auspicare senso civico e maturità sociale. Mi sembra esattamente il rovescio. Mi sembra esattamente di fare ciò che i poteri forti vogliono: non più cittadina, soggetto di diritti e doveri, bensì questuante.
mah…credo che la stampa si sia esercitata troppo a senso unico… la tragedia è senz’altro frutto della crisi causata dalla politica dissennata del liberismo, ma non saltando il passaggio della voluta “non evoluzione culturale” dei cittadini ridotti a sub cittadini….
la dignità però è anche nel saper chiedere, nel credere in una società solidale, se non c’è uno stato sociale all’altezza! non nel vergognarsi e chiudersi a riccio…
La Boldrini poi,se viene dall’occuparsi dei reietti dei mondi poveri, penso che sia più meritevole della Fornero, che del dramma degli esodati è responsabile in prima persona con il governo tutto. In fondo ha fatto questo gesto che nessuno ha fatto….Se poi è stata utilizzata nell’elezione a presidente della camera per giochi di alleanze ( foglia di fico) credo che stia imparando a comportarsi degnamente… chi vivrà vedrà!
Come sempre, preziosissimo orizzonte di sguardo: cogliere l’occasione dall’ignoranza della Boldrini per puntare lo zoom sulle cause vere di cio’ che stiamo vivendo.
Se non un complotto, di certo è una strategia da basso impero la causa delle cause di tutti quei nomignoli inglesi dietro cui novelli imperatori si celano e che certa stampa supina propina come “crisi”.
Che si sia sorpresa della povertà diffusa è qualcosa che non si riesce davvero a comprendere ed ancora più incomprensibile è che lei, marchigiana e nata a Macerata, provincia tipica di quelle terre riservate e dignitose, possa sorprendersi della vergogna che prova chi diventa povero nonostante una vita di lavoro onesto.
Ma Boldrini a parte (che perlomeno è andata e si è esposta come pochissimi o nessuno fa oggi in Italia tra i signori politici e simili) fondamentale, tuttavia, Anna è la tua osservazione sulle origini della povertà che ci circonda e in cui tutti possiamo scivolare:
“la riduzione in povertà, l’accanimento verso i ceti medi in modo che scivolino verso la miseria, non sono un effetto della crisi, ma una strategia esplicita, perché il bisogno annienta la speranza, limita l’aspirazione alla libertà e favorisce l’assoggettamento.”
vivono in mondo tutto loro..
E brava boldrini lei vede solo i poverelli dell’africa, dato che da giovane girava mezzo mondo con delle associazioni pseudo umanitarie, e adesso le piace lo stipendio da parlamentare e accumulare compensi di vario genere, tanto lei è ricca di famiglia, e noi scemi che pagano come nel mio caso che devo pagare l’imu sul letto che dormo senza aver nessun redito ma dato che ho la sfiga di vivere nel nordest automaticamente non esiste la povertà. Grazie e fan culo ha tutti.
Distinti saluti Roberto Santi