Non ho mai aspirato alla carriera militare, non ho mai frequentato accademie e salvo una brevissima esperienza in gioventù, aborro le guerre, anche se, lo confesso, non mi dispiace comprendere la tecnologia delle armi, chissà forse un riflesso della polemica che infuriava ai miei tempi di studente sull’influsso che l’invenzione della staffa aveva avuto sulla società feudale europea. Tuttavia sin dai primi giorni dell’operazione speciale russa – e se volete potete controllare sul blog – ho dato per spacciato il regime di Kiev e dietro di esso la Nato. Al contrario i militari dell’ alleanza che giocano con le armi dall’infanzia alla vecchiaia e che dovrebbero conoscere il loro mestiere ci hanno raccontato le più assurde favole dell’Ucraina vincente, di Putin che fugge in Cina, di missili esauriti da parte di Mosca, di cespugli troppo alti che hanno fermato le invincibili armate ucraine e sciocchezze di queste genere.

Soltanto adesso che Emanuel Macron, presidente della repubblica francese e a quanto parrebbe anche première dame della medesima, sta dando di matto e vuole intervenire direttamente in guerra, i militari si sono svegliati e hanno fatto sapere sulla rivista ufficiale della difesa francese, Marianne, ciò che il sottoscritto sapeva due anni fa e cioè che   “L’Ucraina non può vincere questa guerra militarmente”. In più si afferma che 1) ” la controffensiva dell’Ucraina si è gradualmente impantanata nel fango e nel sangue e non ha prodotto alcun vantaggio strategico” 2) che “la sua pianificazione, concepita da Kiev e dagli stati maggiori occidentali, si è rivelata disastrosa” 3) che “i pianificatori pensavano che una volta sfondate le prime linee di difesa russe, l’intero fronte sarebbe crollato” 4) che  le truppe russe esemplificano i nuovi standard tattico – strategici a cui si dovrà guardare in futuro.

Naturalmente tutta la narrazione precedente era frutto da una parte di una totale ignoranza sia rispetto alla Russia di oggi che alla sua storia, alla sua forza militare e dall’altra di stupidi ideologismi neoliberisti secondo i quali sarebbe stato facile, attraverso le leve finanziarie, mettere economicamente in ginocchio la nazione con le maggiori risorse energetiche e minerarie del pianeta. Invece è stata l’economia di carta che si è accartocciata  di fronte a quella basata sulla produzione di beni reali. Ed è ciò che ha inteso esprimere Putin quando ha detto che il ballo dei vampiri occidentali sta finendo, perché  l’economia finanziaria americana, ma tendenzialmente occidentale è tipicamente un’economia di rapina potendo fare deficit commerciali immensi solo stampando denaro: per esempio ogni singolo americano, neonati compresi, consuma circa 3000 dollari l’anno di beni per i quali non ha dovuto lavorare o pagare. La somma complessiva è il trilione di dollari di deficit commerciale che gli Usa vogliono continuare a permettersi all’infinito dentro un globalismo che alla fine non è che una variante del neocolonialismo.

La presa di posizione dei militari francesi contro i deliri di Macron che alla fine non è che un bancario, comincia a sciogliere con un po’ di realismo i favoleggiamenti di un milieu politico completamente fallito: anche con un intervento diretto delle forze Nato sia pure in posizioni di retrovia e volte a liberare un certo numero di ucraini dai loro compiti e spedirli al fronte, non ci sarebbe alcun cambiamento concreto, ma solo un temporaneo rinvio del crollo, anche perché la produzione bellica della Russia è tre volte quella degli Usa e dell’Europa insieme. Si tratta solo di rinviare di un po’ la resa dei conti finale, quando alla fine del ballo i leader europei  si trasformeranno in ciò che sono sempre stati nella realtà, delle zucche.